1. CAOS M5S, NUOVA LITE SULLA RAGGI
Giovanna Vitale per ''la Repubblica''
DANIELA MORGANTE
«Deciderà lei quando nominare il capo di gabinetto. Deve essere una persona di sua fiducia». Luigi Di Maio scende in difesa di Virginia Raggi anche sulla vicenda Morgante. Del resto, dopo le polemiche di questi giorni, la parola d' ordine adesso è silenzio. Per abbassare la tensione sulla questione romana che rischia di far saltare l' intero Movimento. Anche perchè la scelta della sindaca sembra in realtà fatta: il capo di gabinetto sarà Carla Raineri, magistrato della Corte di Appello di Milano e già capo della segreteria del prefetto Tronca.
virginia raggi roberta lombardi
La vicenda però ha di nuovo messo nel caos i Cinque Stelle. Se Daniela Morgante non è stata nominata capo di gabinetto a dispetto della parola data - fa trapelare a metà pomeriggio il Campidoglio - è perché nei programmi della giudice contabile c' era il ricorso al pre-dissesto finanziario del Comune. In assoluta divergenza con la prima cittadina.
Che ha perciò deciso di soprassedere, affidare l' interim alla vice-capo Virginia Proverbio, dirigente capitolina di lungo corso, e decidere con calma.
ROBERTA LOMBARDI - FABIO MASSIMO CASTALDO - VIRGINIA RAGGI - PAOLA TAVERNA - GIANLUCA PERILLI
Una spiegazione che però non ha convinto la magistrata defenestrata: «È una notizia del tutto priva di fondamento», sbotta Morgante, «tanto più che la valutazione della eventuale situazione di dissesto o predissesto è di competenza esclusiva dell' assessore al Bilancio Marcello Minenna». Senza tenere conto che proprio questa ricetta - già utilizzata a Napoli dal sindaco De Magistris e studiata per risanare, ma a prezzo di tagli feroci, gli enti locali in sofferenza - è stata proposta nel pamphlet "E io Pago", pubblicato dal vicesindaco Daniele Frongia alla vigilia delle elezioni.
MARCELLO DEVITO - DANIELE FRONGIA - VIRGINIA RAGGI
Ma l' entourage della Raggi insiste: il pre-dissesto è «inapplicabile su Roma», sarebbe anzi «deleterio ». Come dire: per risolvere le tante emergenze della capitale, di tutto c' è bisogno tranne che di quello. «Il nostro compito è seguire le priorità messe in campo e condivise co i cittadini in campagna elettorale», ribadiscono i pentastellati: dalla raccolta dei rifiuti, ai trasporti, alla trasparenza da portare in Campidoglio». Sulle quali la giunta insediata giovedì ha già cominciato a lavorare.
virginia raggi in auto con daniele frongia
Per contrastare lo sciopero nazionale degli operatori ecologici, che mercoledì e giovedì prossimi rischia di mettere in ginocchio una città sporca e da tempo in crisi nella raccolta, si starebbe pensando a un sistema di premi per gli addetti dell' Ama che decideranno di presentarsi comunque al lavoro.
Dopo l' annuncio di voler sgomberare il centro di accoglienza Baobab, la sindaca Raggi e l' assessora al Baldassare stanno studiando la ricollocazione dei migranti in una tendopoli, da stabilire insieme al Viminale: anche per disinnescare le proteste anti- profughi che ieri sono esplose in vari angoli della città, una firmata Forza Nuova, l' altra Fdi.
Prove concrete di governo, per tentare di smentire il caos di questi giorni.
2. LA MORGANTE SI SFOGA "MESSA DALLA SINDACA DENTRO UN TRITACARNE"
Giovanna Vitale per ''la Repubblica''
carla raineri con tronca
«Ho deciso di sfilarmi per rispetto dell' istituto che rappresento e anche per dignità personale ». Da quando s' è sparsa la notizia che la sindaca Virginia Raggi l' ha fatta fuori senza un perché, la giudice Daniela Morgante non vive più: mail, telefonate, sms di solidarietà da parte di amici e colleghi, tutti basiti per il comportamento dell' avvocata che ha tinto di giallo il Campidoglio.
Una serie di colloqui durante i quali la magistrata della Corte dei Conti, il più giovane viceprocuratore d' Italia, ripercorre per filo e per segno la sua vicenda: «Mi hanno chiamato loro, io - che sono una civil servant - mi ero messa a disposizione perché pensavo di poter dare un contributo alla mia città. Prima mi hanno proposto di fare l' assessore al Bilancio. Quindi il capo di gabinetto. Poi però sono spariti».
DANIELA MORGANTE
Si sente ferita, la Morgante. «Colpita da un cinismo, perfino una maleducazione, che non ha precedenti », commenta amaro un collega. Al quale ha confidato: «L' ho saputo dalla stampa che la sindaca aveva dubbi su di me, di cui però non mi aveva mai parlato. Io non potevo farmi mettere nel tritacarne, restare stritolata in una guerra che non mi appartiene.
Perciò mi sono tirata indietro».
Tutto comincia un paio di settimana fa. La pattuglia grillina s' è appena insediata a Palazzo Senatorio. La sindaca chiede autonomia nella composizione della squadra, il mini-drettorio che il Movimento le ha affiancato per guidarla nelle scelte, l' avverte che non si può fare. Non sono quelle le regole. Al tavolo, oltre alla Raggi e al braccio destro Daniele Frongia, siedono la deputata Lombardi, la senatrice Taverna, il consigliere regionale Perilli e l' europarlamentare Castaldo.
Bisogna fare in fretta. I riflettori del mondo sono tutti puntati sul Campidoglio. La trattativa procede a rilento, fra veti incrociati, ripicche e sgambetti, soprattutto tra Raggi e Lombardi.
Se una propone un nome, l' altra lo boccia, e viceversa. Finché, stretti dall' esigenza di rispettare le quote rosa, qualcuno pensa alla Morgante.
Lei ha le caratteristiche che piacciono al Movimento: è un giudice, conosce la macchina comunale, da assessore al Bilancio di Marino venne osteggiata dal sistema Mafia Capitale e dai costruttori. Raggi la convoca nel suo studio, le offre di entrare in giunta, nello stesso ruolo che ebbe col predecessore, abbandonato dopo appena 9 mesi per dissidi insanabili. Morgante dà la sua disponibilità.
daniela morgante
Nel frattempo esplode il caso Frongia: per via delle legge Severino, il fedelissimo designato alla guida del gabinetto non può firmare atti di spesa né delibere con rilevanza esterna, come da prassi invalsa nel decennio precedente, e perciò decide di farsi affiancare da Raffaele Marra, che aveva già lavorato con la giunta Alemanno. Apriti cielo.
Col minidirettorio inizia un braccio di ferro estenuante, fino allo stop di Grillo. La sindaca deve fare marcia indietro. Revocare entrambi gli incarichi e dirottare Frongia in giunta. A quel punto si apre un buco in uno degli uffici più strategici dell' amministrazione. Nel frattempo, grazie al pressing di Di Maio, il dirigente Consob Marcello Minenna accetta di fare l' assessore al Bilancio.
DE VITO
«Una settimana fa, Raggi mi richiama e mi propone di fare il capo di gabinetto», racoonta ancora Morgante agli amici. Martedì partecipa al Consiglio di presidenza della Corte dei Conti e informalmente comunica che chiederà l' aspettativa. Telefona alla sindaca per dirle che è tutto ok, «resto in attesa dell' ordinanza di incarico». Ma la prima cittadina prende tempo. «Prima dobbiamo insediare la giunta», le dice.
Glielo ripeterà pure il giorno successivo e quello dopo ancora. Finché, venerdì, «sui giornali non leggo che Raggi avrebbe cambiato idea. Nonostante siano stati loro a chiamarmi. A dispetto della parola data», insiste Morgante.
marcello minenna
Il sospetto di molti è che la sindaca la consideri troppo vicina ai suoi avversari storici: Lombardi e Marcello De Vito, presidente dell' aula. Una partita in cui gioca un ruolo pure Minenna, che chiede di sostituirla con Carla Raineri, magistrato anche lei ma in Corte d' appello a Milano, col quale lui ha lavorato nella segreteria tecnica del commissario prefettizio Tronca. Raggi la vedrà martedì. Per chiudere il cerchio.