FURIA PALLOTTA SULLA ROMA
PALLOTTA
Matteo Pinci e Enrico Sisti per “la Repubblica”
«Ehi ragazzi, attenti al Bate!». Sono le parole con cui Luis Enrique saluta la Roma dopo averla tagliata a fette come una mortadella. Un avvertimento, un consiglio, una speranza. Capiranno a Trigoria, dove c’è un allenatore che finora ha perso 12 partite di Champions su 23, fra Lille e Roma, che martedì notte ha subito l’intemerata di Sabatini e che sente sul collo il fiato del fallimento?
I probabili ottavi di Champions della Roma sono già inquinati dal sospetto che squadra e società possano sottostimare o mal valutare anche l’ultima partita (se il Bayer non supera il Barcellona alla Roma basterebbe un pari per qualificarsi con la miseria di 6 punti). Ottavi e vergogne assortite, un potenziale futuro a febbraio tra le prime sedici d’Europa e una difesa scolapasta, un potenziale “undici” da quarto scudetto e una resa media da squadretta.
BARCELLONA ROMA
La Psico Roma (Psico non è lo sponsor) è una creatura unica nel panorama calcistico attuale, sofferente, esaltata e/o depressa, convinta e/o spenta, corta e vincente due volte, almeno nove volte balbettante, mai con i nervi a posto, sempre disponibile a cambiare tre o quattro volte il proprio umore durante una partita.
pallotta garcia abbraccio
A Barcellona erano sbagliati i toni dell’avvicinamento («non c’è bisogno di vedere il clasico per capire cosa sia il Barcellona», precisava Garcia). Si sono rivelate errate le scelte tattiche, ammesso che ne siano state fatte e, infine, è stata intenzionalmente stravolta la procedura di smaltimento dei rifiuti («i gol non contano, uno o sei non fa differenza», ha chiosato il tecnico per minimizzare l’ennesima imbarcata). Nulla di grave, non è successo niente. E dietro Garcia non stanno meglio.
pallotta
Dietro c’è una società liquida, fatta di silenzi, o di parole sbagliate come l’imbarazzante tweet con cui è stato celebrato il gol di Dzeko («gooooooooooool!»). Il Mundo Deportivo ha definito i giallorossi un «rival desarbolado», un rivale disboscato, che rende bene l’idea della prateria dell’(in)difesa giallorossa. Gli ottavi sono vicini ma nessuno ha il coraggio di pensarci. Neppure Pallotta (sbarcherà a Roma per il Bate?) che si sfoga al telefono con l’ad Zanzi ma rimane inafferrabile: «Mai più figuracce così».
Per lui Garcia non si tocca. Ok, fino a quando? Per ora non ci sono colpevoli, in fondo hanno solo perso 6-1. E questa generale auto-assoluzione stride con Maicon («sei erano pure pochi ») e con le scuse di Spalletti alla curva dopo il 7-1 di Manchester. Ieri duro faccia a faccia fra tecnico e giocatori. Basterà alla Psico Roma per ritrovare i valori d’insieme che furono il vanto del primo Garcia?
IRONIA SOCIAL BARCELLONA ROMA
La Roma continua a esporsi a figuracce epiche, i suoi giocatori, sedotti da presunzione e dilettantismo (lo stadio non visionato di Borisov), alternano qualità e inadeguatezza, coinvolgimento e disinteresse (qualcuno ha deplorato Iturbe per aver chiesto la maglia a Messi).
I 31 gol subiti in 18 partite indicano che la Roma dovrà raggiungere i suoi obiettivi affidandosi a una delle peggiori difese della sua storia. C’è chi lamenta scarsi allenamenti specifici, dice che ci si aiuta in maniera empirica tra compagni, come se mancasse un canovaccio cui affidarsi. Di chi sia la responsabilità solo loro lo sanno. Ma c’è anche un’altra ipotesi: che nessuno sappia, che nessuno ci capisca niente. A Psicoria tutto può succedere.
2. UN GOL DOPO L’ALTRO, COSÌ CROLLANO GLI ASCOLTI
Antonio Dipollina per “la Repubblica”
No così no, non voglio vedere”. E’ a livello di giochino divertente per addetti ai lavori, ma forse è anche di più. Ovvero il calcolo via Auditel degli ascolti su Canale 5 di Barcellona-Roma man mano che la serata prospettava la disfatta per i giallorossi.
GARCIA SABATINI
Le nude cifre: a inizio partita sono in 5 milioni davanti alla tv e concentrati sulle sciabolate dialettiche di Piccinini, dopo un quarto d’ora l’andamento shock della gara con Dzeko che sbaglia il vantaggio e Suarez che invece segna eccome, fa salire l’uditorio, si va ai 5.700mila che alle 21.06 assistono al 2-0 di Messi e siamo anche al picco di share, 20% netto. Ma lì arriva il tracollo, quello in campo della Roma: al 3-0 che chiude il primo tempo se ne sono già andati in un milione.
L’intervallo è devastante, cambiano ovviamente canale a valanga e quelli che alle 21.46 decidono di ripresentarsi a vedere cosa succederà sullo 0-3 sono 3.200mila, 12% di share. Ovvero dalla punta massima del 2-0 di Messi se ne sono andati in due milioni e mezzo (!).
Da lì alla fine si recupera qualcosa, c’è chi torna, ma non sarà più la stessa cosa. Fioccano i commenti. Ovvero, si dice: molti tifosi romanisti non hanno voluto bere l’amaro calice. Morale, ascolto complessivo in media del 16.2 con quattro milioni e mezzo. Ma con psicodramma annesso, che molti hanno evitato appena si è capito come andava a finire davvero.
GARCIA SABATINI
INACCETTABILE
Francesco Persili per Dagospia
«Inaccettabile fare queste figuracce». Il giorno dopo la batosta del Camp Nou si scatena l’ira del presidente Pallotta per una volta sintonizzato con gli umori neri dei tifosi che si sfogano in radio. Il mondo giallorosso è in subbuglio. Un cocktail di rabbia, amarezza, incazzatura che strozza i pensieri e manda in circolo veleno.
CAPELLO ROMA
Finiscono sotto accusa tutti, in particolare Rudi Garcia e il ds Walter Sabatini. Il tecnico, protagonista di un duro faccia a faccia con la squadra, vuole girare pagina in fretta, serra la mascella («Quando sono arrivato a Roma ho trovato ceneri», ha detto pochi giorni fa all’Equipe») ma si ritrova nell’occhio del ciclone.
ANCELOTTI
Al di là delle rassicurazioni di facciata, la qualificazione agli ottavi di Champions e le 4 partite di campionato prima della sosta natalizia diventano decisive per Monsieur Rudi blindato da un contratto fino al 2018 a 2,8 milioni a stagione. In caso di ulteriori flop sono già pronte le alternative. Girano i nomi di Spalletti, Mazzarri, Capello anche se il sogno di Pallotta resta Ancelotti.
«Il 6-1 è anche poco, non abbiamo fatto niente», l’atto di accusa vidimato da Maicon al termine della gara col Barcellona è il segnale di una squadra che teme l’effetto Bayern e si ritrova senza certezze di gioco: «Abbiamo difesa per 90 minuti ma il Barca aveva sempre la giocata libera e mandava costantemente la palla alle spalle della nostra difesa».
Maicon
La retroguardia giallorossa è la più battuta della Champions ed è anche quella più bucata tra le squadre che lottano per il vertice in campionato. Le 31 reti incassate in 18 partite certificano il disastro dell'organizzazione difensiva e i limiti dei singoli. Le ultime prestazioni sconfessano il pensiero positivo di Walter Sabatini sull’affidabilità di Torosidis e sulle potenzialità da grande campione di Ruediger.
SPALLETTI
La crescita internazionale del club sbandierata da Pallotta fa a pugni con la realtà del campo. Contro le grandi d’Europa la Roma colleziona figuracce memorabili. Mentre la società pensa in grande e lavora su stadio, sponsor e partnership con colossi americani, la squadra annaspa. «Contro il Barcellona quelli della Roma sembravano le sagome che si utilizzano durante gli allenamenti», il duro j’accuse dell’uomo che ha rivoluzionato il calcio italiano, Arrigo Sacchi.
arrigo sacchi
Le voci critiche nei confronti del tecnico insistono sull'eccessiva passività della squadra nella fase di non possesso, sulla difesa troppo alta e sulle evidenti fragilità di una squadra che senza Gervinho, Salah, Totti e De Rossi smarrisce trama, velocità, carattere e valori emozionali. Più del possesso palla dovrebbe preoccupare il fatto che il Barcellona abbia commesso, addirittura, più falli della Roma. Senza contare gli autogol a livello comunicativo.
PALLOTTA GARCIA CAPELLO SPALLETTI ANCELOTTI
Dal tweet inutilmente enfatico per celebrare il gol della bandiera di Dzeko (non il massimo per un club che ha annunciato in pompa magna l’accordo con Maker Studios, azienda leader nei contenuti on line) fino alle inquietanti dichiarazioni di Garcia al termine della gara («L’occasione di Dzeko sullo 0-0? Anche se avesse segnato avremmo perso lo stesso»), si perde il conto delle figuracce dentro e fuori dal campo. Tutto si può sintetizzare con un aggettivo, lo stesso utilizzato da Pallotta e dai tifosi romanisti. Inaccettabile.