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DAGOREPORT
G7 sotto il segno di Draghi. Biden gli ha fatto i complimenti fino al punto di dirgli che per l’Italia è un privilegio averlo a capo del governo. Ursula von der Leyen e Angela Merkel, ormai nel suo ruolo di comparsa, lo guardavano adoranti - del resto fu la cancelliera a metterlo a capo della Bce.
Anche Macron, durante un breve colloquio con Biden, presente Mariopio, ha rassicurato il presidente americano del loro pieno accordo sulla questione libica: rispetto al passato, Francia e Italia andranno insieme, infatti ci sarà una grande collaborazione tra Total ed Eni.
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Ad Erdogan, Biden ha ribadito che non deve più acquistare armi e aerei dai russi di Putin. Da parte sua, il premier turco si è impegnato per un ritiro graduale delle sue truppe dalla Libia. E così sarà: Erdogan ha estremo bisogno di investimenti perché l’economia del suo paese va malissimo, la lira turca è svalutatissima rispetto all’euro e al dollaro.
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Sulla Nato non si è parlato del prossimo successore di Soldenberg. Cosa che avverrà attraverso colloqui bilaterali e poi alla fine sarà Biden a designarlo.
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Malgrado le gaffe – ha confuso due volte la Libia con la Siria – il problema vero di Biden si chiama Kamala Harris, la sua vice scelta su input di Obama. Oltra alla terribile gaffe pronunciata durante la visita in Guatemala (“Non venite, non venite”), sui dossier che le sono stati affidati, è risultata una delusione. E visto che “Sleepy Joe” ha 78 primavere sul groppone, fra 4 anni si pensava a un passaggio di testimone con Kamala. Ma, visti i recenti deludenti risultati, il garbo politico di Biden sarà ancora utilissimo.
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