Andrea Senesi per il "Corriere della Sera - Edizione Milano"
matteo salvini e gabriele albertini
Gabriele Albertini, ma alla fine lei per chi ha votato?
«Sono tornato da Merano apposta e ho votato per due amici: Flavio Ramella e Laura Wildermuth, candidati col Partito liberale europeo che sosteneva Bernardo».
E il suo ex assessore Giorgio Goggi?
«È un uomo che stimo molto, ma non potevo smentire l'impegno che avevo preso con Bernardo. Sa che se fosse arrivato al ballottaggio, era già tutto pronto per un mio coinvolgimento diretto al suo fianco? Avremmo fatto un giro sulle rispettive Vespe per Porta Nuova, Citylife e per tutti i quartieri realizzati dalla nostra amministrazione».
gabriele albertini in mutande
Invece ha vinto Sala al primo turno. Ci fosse stato Albertini candidato sindaco come sarebbe finita?
«I sondaggi mi davano alla pari, se non addirittura avanti. Ma ho rinunciato per motivi personali».
E se le avessero fatto fare il vice di Bernardo? La campagna elettorale sarebbe andata meglio?
«Questa ipotesi del vice era nata da un colloquio con Salvini. Mi ero reso disponibile per gratitudine. Dissi che andava bene qualsiasi candidato che avessero scelto eccetto Maurizio Lupi. Ma guardi che io non ho mai messo il veto su di lui. Anzi, quando ho espresso le mie perplessità sul profilo civico, ho anche suggerito il suo nome. Certo, non con me a fianco. Sono state comunque sollevate delle obiezioni anche sul mio ruolo di vice».
gabriele albertini e maurizio lupi
Da parte di chi?
«Sicuramente da Ignazio La Russa che ha posto la questione della maggiore notorietà del vice che avrebbe oscurato la figura del candidato. Ma è proprio per questo che veniva affiancato».
Andiamo avanti però.
«E arriviamo al 6 luglio, il giorno del mio compleanno, con Lupi che tira fuori questa mia dichiarazione in cui lo definisco "chierichetto affarista". Molto risentito, lui pone la questione "o lui o io". D'improvviso tutti si scoprono d'accordo sul fatto che non potevo più fare il vice. Sono sparito dal ticket per colpa di una battuta sul conto di uno che col suo partito ha preso 8mila voti. Da quel giorno ho fatto solo da spettatore».
gabriele albertini con letizia moratti e silvio berlusconi
Una sconfitta così fragorosa come si spiega?
«Con la litigiosità della coalizione. Se non siete d'accordo neanche tra di voi, perché uno dovrebbe votarvi? Quale credibilità offrite?».
È una sconfitta di Salvini?
«Gli elettori di centrodestra non sono andati a votare perché la litigiosità interna li ha fatti incazzare. La verità è che tutti gli altri partiti non volevano che Salvini facesse una bella figura a Milano e volevano umiliarlo nella sua città. Dopo la rinuncia del vecchio leone sdentato e spelacchiato, l'obiettivo è diventato quello di intestare la sconfitta a Salvini».
luca bernardo con matteo salvini 2
E Bernardo?
«Che responsabilità può avere? Ha fatto la campagna che poteva fare, in pochissimo tempo e con pochi mezzi. A parte Salvini, che è stato l'unico leale con lui, gli altri lo hanno mollato subito. Il centrodestra ha messo in scena una drammaturgia romana utilizzando il palcoscenico milanese».
E quel vocale in cui chiede i soldi ai partiti?
«E cosa doveva fare? D'altra parte lo avevo messo in guardia anche io su questo punto».
Come ha fatto il centrodestra in 10 anni a perdere la sua presa su Milano?
«Demagogia e populismo qui non sfondano. Possono essere tendenze maggioritarie nel Paese, ma non a Milano che è una capitale economica e finanziaria. Bisogna parlare di sviluppo, imprenditorialità, merito, competenza, internazionalizzazione».
ignazio la russa incazzato
Sala ha trionfato.
«Ha preso la mia stessa percentuale di voti del 2001, solo che allora votò l'82 per cento, oggi il 47. Lui ha preso 277mila voti, io 499mila. È stato votato da un milanese su quattro».
E quindi?
«Quindi dovrebbe formare un governo di unità repubblicana a Milano».
Coinvolgendo l'opposizione nelle scelte?
«Di più. Nominando anche assessori di centrodestra. Nel caso avessi fatto io il sindaco per la terza volta, lo avrei chiamato come mio vice».
gabriele albertini e beppe sala
Spariti anche M5s e sinistra radicale.
«Non è più tempo per estremismo e demagogia. Dopo la pandemia, la gente vuole serietà e moderazione».
Una richiesta a Sala?
«Tolga il pavé dal centro».
maurizio lupi foto di bacco (2)