GABRIELE DEFILIPPI
L’ergastolo con isolamento diurno – che diventa, con lo sconto del rito abbreviato, soltanto ergastolo – è stato chiesto dal procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando per Gabriele Defilippi, il 23enne che il 13 febbraio 2016 uccise la sua ex professoressa, Gloria Rosboch.
GABRIELE DEFILIPPI
Docente di francese alla scuola media di Castellamonte, poi insegnante di sostegno, Gloria aveva 49 anni, era single e viveva con i genitori. Aveva una vita semplice. Non aveva mai avuto relazioni sentimentali. Con quel ragazzo, bello e tormentato, Gloria aveva stretto un’amicizia, che poi era diventata infatuazione. Gabriele ne aveva approfittato per farsi consegnare, con la falsa promessa di una vita insieme in Costa Azzurra, tutti i suoi risparmi: 127mila euro.
gloria rosboch
Dopo la truffa, era sparito. La Rosboch lo aveva cercato più volte, perché era innamorata di lui e poi perché, dopo un anno, si era resa conto di essere stata ingannata. Defilippi, con l’aiuto dell’ex amante Roberto Obert, un 56enne di Forno Canavese ex impiegato alla ex Danone, aveva quindi deciso di ucciderla perché non aveva intenzione di restituirle il denaro e perché lei era diventata «pericolosa», visto che lo aveva querelato per truffa.
Questa la storia ripercorsa davanti al gup di Ivrea dal magistrato, che ha spiegato: «Non ci sono elementi per concedergli le attenuanti generiche, sono conscio del fatto che si tratti di una pena pesante e della giovane età dell’imputato, ma l’aggravante della premeditazione sussiste, così come quella di aver ucciso per celare una truffa».
gloria rosboch
«Quindi – ha concluso il procuratore - trattandosi di omicidio volontario premeditato aggravato, la pena è l’ergastolo. Con l’aggiunta degli altri reati, a partire dalla soppressione di cadavere, diventa ergastolo con isolamento diurno. Trattandosi di un rito abbreviato, l’isolamento viene tolto».
gabriele defilippi
Prima della richiesta dell’accusa, Gabriele, a sorpresa, a fianco del suo legale Giorgio Piazzese, ha preso la parola rendendo spontanee dichiarazioni e modificando la versione che fino a ieri aveva sempre sostenuto sulla dinamica del delitto. «In quell’auto io ero seduto dietro e sono stato io a tirare la corda». Defilippi ha ammesso quindi di essere l’unico esecutore materiale dell’assassinio, anche se non ha affatto scagionato l’amante dalla premeditazione. Anzi, avrebbe confermato che «l’idea era di Obert».
Con lui, Gabriele sarebbe andato a prendere Gloria davanti alla scuola alle 15 del 13 febbraio 2016. Dopo averla caricata in macchina con la scusa di recarsi in un luogo appartato per restituirle i soldi, la coppia di uomini l’aveva portata nei boschi di Rivara, vicino alla discarica. Obert guidava. Defilippi era seduto dietro e l’ha strangolata.
i genitori di gloria rosboch
In precedenza, il 23enne aveva sostenuto che Obert a un certo punto avrebbe lasciato il posto di guida per tirare la corda dietro al collo della vittima. Defilippi oggi ha anche confermato che sulla Twingo bianca di Obert sarebbe stata presente una borsa con 55mila euro, falsi, da mostrare alla donna per convincerla dei loro “buoni propositi”.
Per Roberto Obert – difeso dall’avvocato Celere Spaziante - il procuratore Ferrando ha chiesto vent’anni di galera.
ROBERTO OBERT
A lui ha concesso le attenuanti generiche sia perché, confessando poche ore dopo l’arresto, condusse gli inquirenti alla cisterna permettendo loro di recuperare il cadavere di Gloria. E, in secondo luogo, perché, alcuni mesi dopo il fermo, fece ritrovare nei boschi di Barbania , sotto dieci centimetri di terra vicino a un albero, la pistola che Gabriele gli aveva consegnato subito dopo il delitto perché aveva paura che i carabinieri, se gliel’avessero trovata in casa, avrebbero potuto sospettare di lui per la morte di Gloria, nonostante non fosse quella l’arma del delitto. Obert infine, aveva risarcito gli anziani genitori della Rosboch con un assegno considerato “congruo”.
ROBERTO OBERT E I POLIZIOTTI