Antonello Piroso per La Verità
Giorgio Bocca
È sicuramente una leggenda messa in giro ad arte. Si narra infatti che la prima reazione di Massimo D' Alema, davanti al sarcasmo decisamente abrasivo di Gad Lerner - che lo aveva sfregiato assicurando: «Quando Massimo dice che il leader (dello schieramento a sinistra del Pd) è Giuliano Pisapia, io e Giuliano ci tocchiamo i cosiddetti» - sarebbe stata identica a quella di Enzo Biagi davanti a un commento di Giorgio Bocca. «Quando vedo la scenografia da obitorio della tua trasmissione in tv, mi viene per scaramanzia da toccarmi le parti basse», lo aveva irriso Bocca. E Biagi, da quel sanguigno emiliano che era, di rimando: «Caro Giorgio, toccati la testa ché fai prima». Va detto, per completezza d' informazione, che Lerner di quel giudizio si è scusato.
enzo biagi
Ma certo l' episodio avrà fatto gongolare tutti coloro che per Lerner non nutrono, a dispetto delle cose pregevoli che il nostro ha pure fatto (Milano, Italia era un talk innovativo e di buona fattura), eccessiva simpatia. Walter Veltroni, per rimanere alla politica, ne ha offerto il seguente ritratto monocromatico: «Che sia cattivo non credo sia una novità, credo sia la sua prevalente natura». Giuliano Ferrara, invece, ha optato per il chiaroscuro: «Lo trovo opportunista, vile, corrivo, obliquo, venato di una certa infamia da primo della classe e delatore del vicino di banco, ma anche intelligente, colto, curioso, vitale».
Sul rapporto tra i due, posso offrire una testimonianza di prima mano, quando ci siamo ritrovati insieme a La7 e il Franti che è in me godeva a rimontare gli scazzi tra i due in una rubrica perfidamente intitolata Stanlio e Ollio.
2001. Telecom, conquistata da Roberto Colaninno e Emilio Gnutti, decide di rilanciare La7 che si trova in pancia. Parte una notevole campagna acquisti: vengono arruolati tra gli altri Ferrara, Lerner e Fabio Fazio. Lerner viene nominato direttore del Tg La7, incarico da cui si dimette l' 11 settembre, il giorno dell' ecatombe delle Torri Gemelle, causa cambio di proprietà (ai «capitani coraggiosi» di dalemiana memoria era subentrato Marco Tronchetti Provera) incassando - per pochi mesi, beato lui - una buonuscita milionaria.
GAD LERNER GIULIANO FERRARA
Per la cronaca: alla guida del Tg rimase il suo condirettore, Nino Rizzo Nervo, che si dimetterà a novembre, anche lui con un bonus grazie al quale -è la battuta che gli venne attribuita all' epoca - «posso stare senza lavorare per i prossimi vent' anni».
Solo che, uscito dalla porta, Lerner rientra a La7 dalla finestra, forte del suo essere (o accreditarsi come) «molto vicino» a Romano Prodi. Si ritrova così con Ferrara alla conduzione di Diario di guerra, che poi diventerà Diario di guerra e pace, il programma alle 20.30 da cui poi nascerà Ottoemezzo.
Tra Ferrara e Lerner saranno scintille, con il primo sempre all' attacco nello sfottere o far innervosire il collega. «Hai i dobloni che ti escono dalle orecchie, come dice il mio amico Pigi Battista», lo apostrofa una volta. «È dall' inizio della puntata che stai parlando, arriva al punto sennò è una gran rottura di coglioni», lo zittisce in un' altra occasione.
DEBENEDETTI E LERNER
Il tutto sempre in diretta. Con Lerner che una volta reagì con un argomento che avrebbe indignato lo stesso Lerner, se l' avesse sentito usare da un altro: «Giuliano, scusa, hai le mestruazioni?». Che non è un bel dire per chi anni dopo si ergerà, nel suo programma L' Infedele, a paladino delle donne davanti al «machismo» di Silvio Berlusconi nei confronti delle medesime.
Il paradosso è che se scontrarsi con un collega «di destra» rientra nella norma per chi si sente e dichiara «di sinistra» (vedi lo scontro a distanza con Bruno Vespa, che, Lerner dixit, «si sente eterno» e per questo non esitò a controbattere: «Detto da lui fa ridere. Ha cominciato prima di me con Milano, Italia, mentre Porta a porta è del 1996. E nessuno ricorda il suo Pinocchio, nato nel 1997 proprio per distruggermi. Un' idea del direttore generale della Rai, Pier Lugi Celli, con cui poi mi sono chiarito: gli aveva dato il mandato di stroncarmi. Ma con me Lerner ha sempre perso"), i duelli tra «compagnucci della parrocchietta» sono sempre un po' spiazzanti. Ma anche molto più divertenti, perché meno prevedibili.
carlo freccero con michele santoro, marco travaglio riccardo iacona gad lerner
Rapporto a corrente alternata, sempre con sottofondo di stampo sessista, è stato per esempio quello tra Lerner e Michele Santoro e Marco Travaglio. Sulla loro bulimia da protagonismo Lerner se ne uscì in un' intervista a La Stampa con un' ennesima sentenza tranchant: «Devono sempre dimostrare di avercelo più lungo di tutti» (e Travaglio, replicando altrettanto elegantemente: «Noi ce l' abbiamo normale, sembra lungo perché gli altri ce l' hanno troppo corto").
Non diverso il tenore della polemica - tutta interna all' autoreferenziale mondo dei giornalisti autoreferenziali - tra Lerner e Paolo Mieli, ospiti di Enrico Mentana su La7. Mentre l' ex direttore del Corriere della Sera spiegava le difficoltà dello storytelling sugli intrecci reali tra politica e economia, Lerner pensò bene di entrare a gamba tesa: «Mannaggia a te, Mieli, se avessi pubblicato più analisi di Massimo Mucchetti (ex editorialista del Corriere, ora senatore Pd, ndr) quando eri direttore, ne avremmo capito di più... ho dovuto invitarlo io nella mia trasmissione L' Infedele per fargliele dire».
Gad Lerner Chicco Mentana
Mieli però schivò l' intervento, per commettere a sua volta un fallo di reazione (da dietro): «Mea culpa, Gad. Sei stato bravo a ricordarlo. Anche eroico, perché davanti a quelle vessazioni, il fatto che nel mondo dell' informazione ci sia stato una persona come te, limpida e trasparente, è una confortante garanzia». Mentana, anziché infilarsi in quello scontro come un coltello nel burro, preferì manzonianamente troncare e sopire. Immemore di quando lui per primo s' inalberò davanti a una sortita di Lerner che lo riguardava in prima persona.
GAD LERNER GIULIANO PISAPIA
2007. Lerner scrive nel suo blog: «Tornato a casa dopo L' Infedele faccio zapping mangiando un' insalata. Davvero istruttivo saltellare tra Vespa e Mentana che stanno facendo la stessa trasmissione. Sul prezzo del petrolio che ha sfiorato i 100 dollari? Sull' imminente conferenza di pace per il Medio Oriente? No, direte voi. Sono giornalisti veloci, si saranno dedicati al fatto del giorno: le intercettazioni telefoniche pubblicate da Repubblica sul rapporto incestuoso tra i due finti concorrenti, Rai e Mediaset, nel periodo in cui su entrambe comandava Berlusconi. Errore! Sia Porta a porta di Vespa sia Matrix di Mentana blateravano per l' ennesima volta sul delitto di Perugia. Faceva impressione quel loro modo ruffiano e affine di intendere il giornalismo televisivo».
foa12 gad lerner walter veltroni bruno vespa
Mentana, che è - quasi sempre - pronto a rispondere per le rime, scrisse al sito Dagospia (sprezzante modo di far intendere a Lerner il messaggio subliminale: «Del tuo blog non frega nulla a nessuno, intervengo solo perché ti ritrovo scritto da un' altra parte"): «Leggo la bella lezione di giornalismo e di vigilanza anti duopolio collusivo di Lerner, che ha scoperto me e Vespa intenti a trattare lo stesso argomento. Smascherato, voglio citare gli altri complici di questo complotto. A cominciare dallo stesso quotidiano per cui scrive Lerner, Repubblica. E allora, visto che era in diretta, lui che è un vero giornalista, su cosa ha incentrato la puntata? Seguo le sue dritte: sul prezzo del petrolio che ha sfiorato i 100 dollari? Sull' imminente conferenza di pace per il Medio Oriente? No, lui non se ne è occupato. Né di quegli argomenti né del duopolio Rai-Mediaset».
paolo mieli
Con chiusa al vetriolo: «Lerner dà lezioni che nessuno, nemmeno lui, segue. Come il suo programma». Una corrispondenza d' amorosi sensi che neanche Stanlio e Ollio.