di Paolo Ziliani per “Il Fatto Quotidiano”
Provate voi a mettervi nei panni di Adriano Galliani: un tempo comandante della baleniera berlusconiana, quella dei cacciatori Baresi, Gullit e Van Basten, oggi timoniere della bagnarola che a San Siro, una volta su due, cola miseramente a picco a dispetto dell’affannarsi dei suoi marinai, o mozzi, Rami, Essien e Van Ginkel.
barbara berlusconi e galliani
Provateci voi a uscire da San Siro dopo gli insulti e gli sberleffi dei tifosi della curva (quelli che apprezzano tantissimo il marketing di Barbara Berlusconi), non trovare più il pullman venduto per 150 mila euro per esigenze di bilancio, saltare al volo sul tram n. 1, obliterare il biglietto, rispondere al telefono a un finto Viperetta (un imitatore di RDS), abboccare come un Paolo Brosio qualsiasi, scendere in Centrale, catapultarsi al binario 5, saltare su Italo, raggiungere Roma, avventurarsi all’EUR, chiedere di casa Mattia Destro, citofonare, dire “Scusi, sono Galliani, vorrei acquistarla: posso salire?”, sentirsi dire devo pensarci, sa, gioco nella Roma, tornare a casa: e in attesa della risposta di Destro, idea insolita per questo Milan sinistro, telefonare all’amico Preziosi e dire: “Scusa Enrico, avresti mica un giocatore che ti avanza: uno qualsiasi, s’intende”, con Preziosi che dice: “Aspetta, fammi controllare: dunque, in questi anni ti ho dato Papastathopoulos, Constant, Boateng, Amelia, Acerbi, Birsa, il Faraone, Beretta, Oduamadi… ah sì, ci sarebbe Antonelli. Come? Vuoi darmi in cambio Armero? Armero chi?”.
ADRIANO Galliani
Provateci voi, dopo aver visto l’elicottero di Berlusconi scaricare per anni sul prato di Milanello, sotto i flash dei fotografi, ora Donadoni, ora Boban, ora Savicevic, ad accomodarvi in sala-stampa e presentare ufficialmente Suso.
È il calciomercato, bellezza! Era dai tempi di Bachlechner all’Inter (estate 81), salutato allora come fosse Beckenbauer se non altro per il nome tedescheggiante, che il mercato “made in Italy” non toccava il fondo come oggi, anno di (dis)grazia 2015.
della valle
Il Milan 11° in classifica avvia (per citofono) la trattativa-Destro: che va a buon fine per una cifra che sarà, alla fine, di 17 milioni (di solo cartellino). Destro dopo Balotelli dopo Matri (per non dire Pazzini): fanno 50 milioni con cui si sarebbe potuto comprare Pelè, ma fa lo stesso. L’Inter decima in classifica non sa come disfarsi di Osvaldo, uno che sfancula i compagni in campo e li prende a botte negli spogliatoi; ed ecco che legge che Cassano se n’è andato in malo modo da Parma insultando l’allenatore e dandogli del crisantemo e zac!, più lesta di Bolt lo fa tornare all’ovile: 6 mesi di contratto con opzione per il 2015-2016 perché una chioccia come lui, per i pulcini di Mancini, ci voleva proprio.
CUADRADO
Della Valle, sulle spese dopo il deposito del marchio del suo nuovo partito politico, “Noi italiani”, mentre il mercato sta per chiudere decide di vendere al Chelsea Cuadrado per 35 milioni; poi, a mo’ di Alberto Sordi ne I vitelloni, fa il gesto dell’ombrello e urla: “Abbonàti!”. Ma i tifosi viola lo perdonano: a titolo di mancia, mister Tod’s porta infatti a Firenze l’egiziano Salah, famoso nel mondo per essersi rifiutato, ai tempi del Basilea, di stringere la mano agli israeliani del Maccabi Tel Aviv proclamando: “La bandiera sionista non deve sventolare in Champions”. Per la serie: se nessuno li vuole, li prendiamo noi.
MATTIA DESTRO
Un calciomercato così straccione non si vedeva da tempo, eppure non c’è tv che non abbia una trasmissione di mercato e non c’è giornale che non annunci ogni giorno il colpo del secolo: fosse anche Ichazo al Torino o Acquah alla Samp. D’altronde, chi l’ha detto che abbiamo le pezze al culo? “La A è il top nel mondo!”, assicurava ieri a tutta pagina, sulla Gazzetta, Saviola: che a 34 anni, finito da almeno 6-7 stagioni, non crede ai suoi occhi per aver trovato ospitalità in questo cimitero degli elefanti.
Crozza ferrero
A Genova, sponda Samp, è appena tornato Eto’o, che dopo aver conosciuto Viperetta Ferrero però si è insospettito: che sia un tiro di Scherzi a parte?, si sta chiedendo. Invece no, è tutto vero. Al punto che Roger Milla gli ha telefonato dal Camerun e gli ha detto: “Samuel, ho visto in tv l’ultimo derby Milan-Inter. Ho 62 anni, è vero, ma la mia porca figura in Italia potrei farla ancora: specie se mi marca Zaccardo. Conosci mica qualcuno?”.