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    “E’ UNA FINE MISERABILE PER MESSI E PER IL BARCELLONA” – GIGI GARANZINI: "DI FRANCESCO TOTTI RESTERÀ QUELL'ULTIMA SERA, QUEL GIRO DI CAMPO MENTRE TUTTO L'OLIMPICO PIANGEVA CON LUI, E NOI DA CASA. MESSI NO. QUEL MOMENTO SUBLIME, DEFINITIVO, DEL CAMP NOU INZUPPATO DI LACRIME NON LO VIVRÀ. E UN GIORNO GLI MANCHERÀ" – IL PRESIDENTE DEL BARCELLONA, LAPORTA: "TENERE MESSI SAREBBE STATO UN RISCHIO FINANZIARIO PER IL CLUB" - IL FUTURO AL PSG O AL CITY (LE UNICHE SQUADRE CHE POSSONO STRAPAGARLO NONOSTANTE LA CRISI)


     
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    LAPORTA, TENERE MESSI RISCHIO FINANZIARIO PER IL BARÇA

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     (ANSA) - Il prolungamento del contratto di Lionel Messi avrebbe rappresentato un "rischio" finanziario per il Barcellona, ;;attualmente in grande difficoltà. Così il presidente, Joan Laporta, in una conferenza stampa, ha spiegato la rinuncia al fuoriclasse argentino, aggiungendo di aver fatto ciò che era "meglio per gli interessi" del club. Messi, che lascia il Barça dopo più di vent'anni insieme, ha "altre proposte", ha aggiunto Laporta, senza rivelare quali club stiano corteggiando il giocatore.

     

    Gigi Garanzini per "la Stampa"

     

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    Farà strano vederlo con un'altra maglia. Farà anche male, a me ne sta già facendo. Perché hai un bell'essere del mestiere, averne viste di tutte e di più, ma quella di Leo prima di essere la straordinaria carriera di un campione è stata la favola di un ragazzino di Rosario che non voleva saperne di crescere - di statura - e il mondo lo ha scalato prima di tutto con gli ormoni cui provarono a ricorrere, dopo averle tentate tutte, i medici del Barcellona. Ecco, almeno per quei pochi che del calcio, del calcio sublime, continuano ad avere una visione romantica, una favola così non doveva finire in una questione di quattrini. Perché è una conclusione miserabile, per lui e per la società.

     

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    Perché le grandi storie d'amore semmai finiscono dopo, per incomprensioni e incompatibilità assortite, com' è successo per Totti. Non prima. Non finché il giocatore respira, e magari rompe pure le balle perché di star fuori non se ne parla. Ma di Francesco Totti, prima ancora di tutto quel che ai romanisti aveva regalato sul campo, resterà quell'ultima sera, quel giro di campo mentre tutto l'Olimpico piangeva con lui, e noi da casa. Messi no. Quel momento sublime, definitivo, del Camp Nou inzuppato di lacrime non lo vivrà. E un giorno gli mancherà.

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    Con un'altra maglia dunque. Quale? Tutte le strade portano a Parigi, senza del tutto escludere quella di Manchester. Lo sapremo presto, grandi alternative non se ne vedono. Messi ha 34 anni, il grande avvenire è dietro le spalle. Ma che sia ancora un fenomeno è lì da vedere, meno di un mese fa ha guidato l'Argentina, finalmente, alla conquista della Copa America. Con i suoi gol, si capisce, ma prima ancora con i suoi assist, le sue invenzioni, quei passaggi filtranti che passano per la cruna di un ago e lo rimandano direttamente ai più grandi di sempre.

     

    Pensate che un malato di football dopo le serate europee potesse perdersi le nottate sudamericane? L'assist a cucchiaio per un gol del Papu Gomez, dopo aver evitato uno dei fallacci di laggiù, sta tra il capolavoro e la fantascienza. Per un paio d'anni, a star leggeri, beato chi se lo piglia. Perché Messi es Maradona cada dìa, ogni giorno. Ed è ancora abbastanza attuale, anche se il grande Jorge Valdano lo scrisse qualche anno fa.

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