ANDREA SEMPIO CHIARA POGGI ALBERTO STASI
Pasquale Linarello è il biologo forense che ha riscontrato la perfetta compatibilità del Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi con quello del nuovo indagato per l'omicidio di Garlasco: Andrea Sempio. Calabrese di origine, ufficiale del Ris dal '99 al 2002, attualmente dirige la sezione di Genetica forense del laboratorio "Genoma" di Milano.
"Ho confrontato i dati relativi alla perizia sulle unghie della vittima, che erano stati trascurati, con il profilo genetico che era stato estrapolato da un altro laboratorio. Un'agenzia investigativa milanese voleva infatti che eseguissi una comparazione con un profilo raccolto dal cucchiaino e dalla bottiglietta che un altro laboratorio aveva già analizzato. I due profili del cromosoma Y sono identici".
ANDREA SEMPIO
Questo è ciò che il dottor Linarello ha dichiarato in un'intervista a Il Giorno. E ancora: "Devo precisare che il cromosoma Y non consente di individuare un singolo soggetto, bensì la linea maschile di una famiglia. A questo punto gli avvocati Giarda e Bocellari, i legali della famiglia di Alberto Stasi, mi hanno conferito un incarico formale comunicandomi che un profilo apparteneva a un nuovo soggetto".
In molti hanno espresso perplessità nei confronti di questo risultato, come il generale Garofano, ex comandante del Ris, e soprattutto i genitori di Chiara. "Quello che posso dire - ribatte Linarello - è che mi sono basato su dati grezzi e ho lavorato su quelli.
In altre parole ho lavorato sui dati di partenza e il profilo ottenuto dalle unghie di Chiara Poggi è identico a quello ottenuto dal cucchiaino e dalla bottiglietta. Non è un dato conclusivo, ma il punto di partenza di un'attività d'indagine che andrà estesa e assolutamente integrata con altri elementi".
2. «ALBERTO STASI È L’UNICO COLPEVOLE»
CHIARA POGGI ALBERTO STASI
Anna Mangiarotti per “laprovinciapavese.gelocal.it”
Alberto Stasi è l’unico responsabile per l’omicidio di Chiara Poggi. È stato condannato a 16 anni di carcere con sentenza definitiva, in nome del popolo italiano». Gli avvocati della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno presentato ieri una memoria alla procura di Pavia, in cui definiscono «infondata» l’ipotesi che a uccidere Chiara non sia stato il fidanzato.
Una settimana fa la difesa del 33enne Alberto, in carcere da un anno per l’omicidio della ragazza morta il 13 agosto 2007, ha presentato una nuova consulenza sul Dna trovato sotto le unghie della vittima –compatibile con un Dna maschile diverso da quello di Stasi – e un esposto firmato dalla madre di Stasi, Elisabetta Ligabò. La consulenza è firmata dal genetista Pasquale Linarello, ex ufficiale del Ris di Parma.
PASQUALE LINARELLO
Verrà risentito il nuovo indagato. La procura di Pavia ha indagato per omicidio (atto dovuto, per compiere eventuali nuovi accertamenti) un amico 28enne del fratello di Chiara, Andrea Sempio, di Garlasco. Già sentito due volte dopo il delitto, secondo gli inquirenti aveva un valido alibi.
La difesa segnala adesso lo scontrino di un parcheggio conservato da Sempio per un anno e due mesi, poi consegnato ai carabinieri, e tre telefonate di Sempio a casa della famiglia Poggi, nei giorni precedenti il delitto. Dopo l’ultima mossa della difesa, è stato aperto un nuovo fascicolo per Sempio, affidato al procuratore Mario Venditti. L’amico di Marco Poggi, che non avrebbe ancora nominato un legale, dovrebbe essere risentito a breve.
«C’è un colpevole, adesso coinvolgono un innocente». Nella loro memoria – una decina di pagine che citano stralci degli atti processuali pertinenti –i legali dei Poggi si dichiarano «dispiaciuti» per il «coinvolgimento di una persona già risultata estranea all’accaduto».
E «sconcertati» dall’eventualità «di dar credito a delle valutazioni scientifiche fatte da un esperto di parte, all’insaputa dell’interessato “titolare” del nuovo Dna, e senza garanzie di legge. Considerando invece senza valore le accurate analisi genetiche effettuate nel processo di appello bis a carico di Stasi dal perito della corte Francesco De Stefano, con la partecipazione di tutti i consulenti di parte a garanzia».
GENITORI DI CHIARA POGGI
«Prove contro Stasi come tessere di un mosaico». Un anno fa la Cassazione, confermando la condanna di Stasi, ricordano i legali dei Poggi, «ha dato atto che esaminando il Dna maschile sotto le unghie di Chiara non si poteva provare né escludere di chi fosse, come ha più volte riconosciuto la difesa di Stasi». E infatti, «la condanna irrevocabile non dipende da valutazioni sul Dna, ma da sette elementi di prova che si integrano come tessere di un mosaico.
Hanno contribuito a creare un quadro d’insieme che porta alla colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio». Infine, i legali dei Poggi precisano che la procura generale di Milano «non ha giudicato fondata la richiesta di revisione del processo contro Stasi, presentata dalla madre del condannato». Su questo «dovrà pronunciarsi la competente Corte d’appello di Brescia».
GARLASCO STASI POGGI