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    “LA CAROTA A RANUCCI? VOLEVO DIRE A RANUCCI CHE E’ UN PAUROSO, CHE SI PORTA LA SCORTA, ECCOTI LA CAROTA CONIGLIO” – MAURIZIO GASPARRI: “ME LI SONO TROVATI LÌ FUORI, UNA TRENTINA, A GRIDARMI BUFFONE. C’ERA PURE IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI DEL LAZIO, GUIDO D’UBALDO. E SUL SITO DI REPORT ANONIMI CHE MI MINACCIAVANO, TI VENIAMO A PRENDERE CON IL PASSAMONTAGNA, HO FATTO UN ESPOSTO AI CARABINIERI - SAPESTE QUANTE NE SCRIVONO A ME. SU MIA MOGLIE, A MIA FIGLIA, SUI MIEI GENITORI MORTI. CERTO SE MI INSULTANO IO RISPONDO…”


     
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    Estratto dell’articolo di Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

     

    GASPARRI GASPARRI

    Macché, non si pente. E quindi, tantomeno promette di non farlo più. Fenomenologia della carota. […] Che Maurizio senatore Gasparri ha ritenuto di agitarla, insieme a una bottiglietta di brandy, alla volta di Sigfrido Ranucci, audito in Commissione di vigilanza Rai su Report, in quel di San Macuto. Stupore, sconcerto, la presidente della commissione, Barbara Floridia, che lo richiama: «Senatore, manteniamo il livello».

     

    Gasparri, al telefono, contrattacca subito, che chi mena per primo mena due volte.

    «Me li sono trovati lì fuori, una trentina, a gridarmi buffone. C’era pure il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo. E sul sito di Report anonimi che mi minacciavano, ti veniamo a prendere con il passamontagna, ho fatto un esposto ai carabinieri».

    maurizio gasparri maurizio gasparri

     

    Ma lei, senatore, sotto San Macuto c’era andato già «armato», con tanto di carota e bottiglietta di brandy.

    «Che c’entra, mica era un pugnale. […] Volevo dire a Ranucci che è un pauroso, che si porta la scorta, eccoti la carota coniglio».

     

    E il brandy? la bottiglietta era pure un po’ vuota...

    «Sì, me ne sono accorto, Stock 84, ma era sigillata, giuro, volevo offrirgli un cordiale, perché si facesse coraggio. […]».

     

    […] Ma lei è anche tweet dipendente, negli anni duecentomila cinguettii. A Zoro: «Sopravvive pur non avendo capito che la vasca serve per lavarsi, pratica a lui ignota, e non per coltivare piantine». Era la replica a una puntura di spillo perché si era esibito in un «chiesimo» al posto di chiedemmo.

    «Ma quello era un tweet di una collaboratrice dello staff, non mio, si è pure dimessa».

     

    maurizio gasparri con la carota in commissione vigilanza rai maurizio gasparri con la carota in commissione vigilanza rai

    A Riccardo Puglisi ha scritto «Ignorante, presuntuoso, fa vomitare», e si è preso pure una querela.

    «Chissà che fine avrà fatto, la querela, sapeste quante ne scrivono a me. Su mia moglie, a mia figlia, sui miei genitori morti».

     

    Sulle volontarie Vanessa e Greta ha dettato: «Sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo».

    «Ma quello era un retweet!».

     

    Ancora: «Nasce il preservativo marchio Coop, beh con tutte le teste di c. che ci sono a sinistra sarà un boom di vendite».

    «Ma quello è un fake! Mi hanno pure fotomontato un libro al contrario per dire che Gasparri fa finta di leggere».

    maurizio gasparri maurizio gasparri

     

    Ma poi: «Fa piacere mandare a fare... gli inglesi, boriosi e coglioni».

    «Ma siete amanti delle antichità! Quello era dopo una partita. Ebbene sì, sono colpevole di tifare per l’Italia».

     

    Se l’è presa pure con tal Puffo Brontolone.

    «E dai!».

     

    Ma sempre cercando, senatore, eccone un altro: «Impietoso paragone tra orrenda Merkel e giovani argentine inquadrate poco fa». La replica: «Ma insomma, questa è archeologia!». Si basta, fermiamoci qui, che un punto bisogna metterlo. Anche se ci sarebbero ancora la Cina, la Crimea, Jim Morrison, mamme, figlie e sorelle che fanno il «mestiere più antico del modo». Non sarebbe il caso che anche lei, senatore, si fermasse?

    MEME SU MAURIZIO GASPARRI CHE LEGGE ROBERTO VANNACCI MEME SU MAURIZIO GASPARRI CHE LEGGE ROBERTO VANNACCI

    «Ma guardi che lei ha tirato fuori cose vecchie e stravecchie, di recente mi sono molto moderato. Certo, poi se mi insultano io rispondo». […]

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