Simona Marchetti per www.corriere.it
L'idea
zlatan ibrahimovic
Grazie all'arrivo di tecnici come Pep Guardiola e Maurizio Sarri, negli ultimi anni anche la Premier League ha scoperto il cosiddetto «Beautiful Game», affrancandosi così da quell'immagine di brutalità e fisicità esasperata che per decenni aveva contraddistinto il calcio inglese.
Ma in un impeto di britannico orgoglio, il Daily Mail ha voluto dimostrare - nomi alla mano - che i bruti del pallone non sono solo una prerogativa d'Oltremanica e che anche in Europa si nascondono delle vere e proprie «carogne calcistiche. Ovvero, giocatori che hanno lasciato il segno non solo nella storia del calcio, ma anche sulle caviglie e sugli stinchi dei loro avversari.
Hristo Stoichkov
hristo stoichkov
Noto come "il Pugnale" e "il Pistolero", il bulgaro dallo sguardo torvo e dallo spirito indomito, dentro un fisico da vero pitbull, spaventava anche solo guardandolo in azione dalla tv, figurarsi in campo. Non a caso il suo primo anno al Barcellona fu contrassegnato da una squalifica di 6 mesi (poi ridotti a 10 settimane) per aver intenzionalmente calpestato i piedi dell'arbitro durante una partita di Coppa di Lega.
Andoni Goikoetxea
andoni goikoetxea rompe una gamba a maradona
Un giocatore che è passato alla storia come "il macellaio di Bilbao" non può certo essere un tipo che in campo va tanto per il sottile e se nel 1982 era stato il tedesco Bernd Schuster a rimetterci il legamento crociato in un takle, un anno dopo toccò alla gamba sinistra di Diego Maradona assaggiare i rudi tacchetti dello spietato basco (che ancora conserva in una teca di vetro gli scarpini di quella partita che per poco non privò il calcio di uno dei suoi talenti più leggendari).
Gennaro Gattuso
gennaro gattuso prende per il collo l'allenatore del tottenham joe jordan
Primo italiano a finire sulla lavagna dei cattivi è l'attuale allenatore del Milan, di cui il tabloid ricorda la testata a Joe Jordan durante una partita di Champions League del 2011 fra i rossoneri (di cui all'epoca era il capitano) e il Tottenham; le forchettate che dava ai compagni quando era a tavola e il cartellino giallo strappato all'arbitro e mostrato ad un avversario mentre allenava a Sion, in Svizzera.
Patrick Vieira
trifon ivanov il lupo
Adesso il francese si è dato una calmata (anche perché allena e non gioca più), ma nei suoi primi anni all'Arsenal era famoso per il gioco atletico e le entrate fin troppo decise: non stupisce che detenga il record di cartellini rossi della Premier League (8), due dei quali presi a distanza di 72 ore.
Zlatan Ibrahimovic
ZLATAN IBRAHIMOVIC
Cresciuto a calcio e cazzotti in una Malmoe che non gli ha mai perdonato le sue origini balcaniche, l'attaccante svedese non si è mai tirato indietro quando doveva farsi rispettare, in campo e fuori (è cintura nera di taekwondo. E la lista di quelli che hanno avuto a che fare con lui (e ci hanno sempre rimesso) spazia da Rafael van der Vaart, che si è ritrovato con una caviglia a pezzi dopo uno scontro, al suo stesso compagno di squadra ai tempi del Milan, Oguchi Onyewu.
ZIDANE MATERAZZI
Marco Materazzi
La testata ricevuta da Zinedine Zidane ai Mondiali del 2006 è stata una delle poche occasione in cui Matrix le ha prese anziché essere quello che le dava, come invece accadeva di solito (vedi i due mesi di squalifica ricevuti per aver spaccato il labbro a Bruno Cirillo del Siena nel dopo-partita o la gomitata rifilata a Juan Pablo Sorin del Villareal). E anche in Premier League hanno avuto un assaggio dei suoi modi spicci: quand'era all'Everton, infatti, fu espulso tre volte in appena 27 gare.
andoni goikoetxea
Claudio Gentile
A dispetto del cognome, in campo il difensore italiano era tutto fuorché gentile e Diego Maradona e Zico lo impararono a loro spese durante i Mondiali in Spagna del 1982, quando l'Italia vinse il titolo grazie (anche) alla decisa marcatura dello juventino sui due campioni.
Marco Tardelli
paolo montero e il suo tackle assassino a patrick vieira
Entrato nella memoria collettiva per quella corsa a pugni chiusi dopo aver segnato nella finale dei Mondiali del 1982, era l'equivalente di Gentile a centrocampo, dove si distingueva per il gioco aggressivo, i tackle decisi e anche qualche colpo proibito (come il fallaccio su Gianni Rivera dopo appena due secondi di partita fra Juventus eMilan).
Paolo Montero
Se il calcio è nato in Inghilterraa, le sue arti oscure sono invece venute alla luce in Uruguay e hanno trovato il loro massimo esempio nel roccioso difensore centrale: figlio d'arte (il padre era infatti Julio Montero Castillo, che disputò i Mondiali del 1970 e del 1974 con l'Uruguay), Montero aveva un repertorio che comprendeva tackle, falli da dietro, gomiti alti e persino pugni, come ebbe modo di scoprire Luigi Di Biagio, e nella sua carriera ha collezionato qualcosa come 21 cartellini rossi.
nigel de jong e il kung fu su xabi alonso
Nigel De Jong
Una finale dei Mondiali è probabilmente l'ultimo posto al mondo dove tirare un colpo di kung-fu al petto di un avversario, ma l'olandese non si è fatto di questi problemi quando ha affondato i tacchetti nel costato di Xabi Alonso. «Non mi pento di nulla», dirà poi l'ex Milan, che è finito sul libro nero anche per aver spezzato la gamba di Hatem Ben Arfa.
Eric Cantona
eric cantona
Pensando al campione francese del Manchester United, la prima immagine che viene in mente è il calcio volante rifilato ad un tifoso del Crystal Palace nel 1995 e che gli costò otto mesi di squalifica, ma in realtà la sua fama di "enfant terrible" era già iniziata anni prima in patria: nel suo palmares (si fa per dire) figurano un pugno in faccia al compagno di squadra Bruno Martini ai tempi dell'Auxerre; una rissa (con calcio in faccia) al compagno di squadra Jean-Claude Lemoult quand'era al Montpellier e un'entrata assassina su Michel Der Zakarian del Nantes.
Tomas Repka
tomas repka
Mentre Gabriel Batistuta e Manuel Rui Costa illuminavano il gioco della Fiorentina nella Serie A degli anni Novanta, nelle retrovie a fare il lavoro sporco c'era il gigantesco difensore ceco dalla testa rasata e che faceva paura solo a guardarlo. E quando poi passò al West Ham, le cose non andarono affatto meglio, visto che venne espulso due volte nelle prime tre partite. Dato il temperamento fumantino, i 19 cartellini rossi collezionati in carriera sono probabilmente ancora pochi.
Miguel Angel Nadal
Dopo "il macellaio di Bilbao", ecco la "Bestia di Barcellona", soprannome che il difensore spagnolo (zio di Rafa Nadal) si è guadagnato negli anni del Dream Team catalano per l'eccessiva fisicità che metteva in ogni contrasto.
Trifon Ivanov
patrick vieira
Con quella barba lunga e incolta e il suo sguardo d'acciaio, il difensore bulgaro sembrava più un lupo mannaro pronto ad attaccare chiunque gli capitasse a tiro. Ma a dispetto delle entrate decise e dei tackle al limite del regolamento, Ivanov viene ricordato più che altro per la sua inclinazione a battere dei ridicoli calci di punizione che non raggiungevano mai lo specchio della porta. Dopo una carriera trascorsa fra Bulgaria, Spagna, Austria e Svizzera, nel 2016, a soli 50 anni, è morto per un attacco di cuore.
pepe prende a capocciate thomas mueller
Pablo Alfaro
Grazie ai contrasti durissimi, al gioco di gomiti e all'eccessiva aggressività, la carriera del centrale spagnolo è stata un crescendo di cattivi comportamenti, che gli sono valsi ben 27 cartellini rossi in carriera (un record per il calcio spagnolo), e il soprannome di Dottor Morte, mutuato dalla sua laurea in medicina.
Cyril Rool
pasquale bruno, l'animale
Sulle magliette realizzate dai tifosi in suo onore campeggiava la scritta «Sex and Drugs and Cyril Rool», ma in realtà di rock'n'roll questo centrocampista francese non aveva davvero nulla e l'unica cosa per la quale viene ricordato sono i 25 cartellini rossi e i 187 gialli collezionati in una carriera passata fra Bastia, Lens e Nizza.
Pasquale Bruno
Altrimenti conosciuto come "O animale", nella sua carriera il difensore del Torino ha sempre tenuto fede al suo soprannome, rendendosi protagonista di innumerevoli incidenti di gioco, come quando si rifiutò di lasciare il terreno di gioco dopo un cartellino rosso e minacciò l'arbitro, beccandosi otto giornate di squalifica.
Pepe
miguel angel nadal, conosciuto come 'la bestia'
Nella sua collezione di orrori figurano un pestone sulla mano di Leo Messi, una ginocchiata a Dani Alves, uno schiaffo ad Andres Iniesta, una testata a Thomas Muller e due calcioni a Javi Casquero del Getafe nello spazio di una manciata di secondi, anche se il culmine il difensore portoghese lo ha raggiunto con il colpo in faccia rifilato a Juan Albin e che gli è costato dieci giornate di squalifica.
Migueli
migueli
Affettuosamente chiamato Tarzan per i suoi modi rudi, il baffuto difensore del Barcellona degli anni Settanta e Ottanta osò sfidare le leggi spagnole pur di evitare il servizio militare e continuare a giocare per il club catalano (con cui alla fine ha collezionato 667 presenze) e nel 1979 disputò la finale di Coppa delle Coppe contro il Fortuna Dusseldorf con una clavicola rotta.
david beckham protesta dopo un fallo di pablo alfaro
Romeo Benetti
A dispetto del nome che evoca ricordi romantici e più in sintonia coi soprannomi di "Panzer" e "Roccia", il biondo e baffuto difensore era un combattente nato e il suo stile ruvido e aggressivo divenne l'emblema del gioco all'italiana. Denunciato alla Procura di Milano per un fallaccio su Francesco Liguori che, di fatto, mise fine alla carriera del giocatore del Bologna, Benetti ha giocato per Milan, Juventus e Roma.
romeo benetti atterra kevin keegan claudio gentile marco tardelli fa volare wolfgang dremmler