GATTUSO SEPE DE LAURENTIIS
1 - ORA ADL E GATTUSO SONO SEPARATI IN CASA SVOLTA SUBITO O ADDIO
Maurizio Nicita per "la Gazzetta dello Sport"
Vento tagliente, pioggia ma a Castel Volturno sono i musi lunghi a farti capire che la tempesta non è ancora passata. Solo nove giorni fa il Napoli dava spettacolo battendo 6-0 la Fiorentina. Ma alla fine di quel set - per restare in metafora tennistica - agli azzurri è venuto "il braccino": contro la Juve in Supercoppa e domenica a Verona, hanno "accorciato" i colpi stimolando gli attacchi avversari. Due sconfitte diverse, ma una più brutta dell'altra per gli effetti devastanti che stanno lasciando sull' ambiente e sul gruppo squadra.
ancelotti de laurentiis
Anche ieri, come già domenica, nessun segnale dal quartier generale di Aurelio De Laurentiis, nei pressi del Quirinale. Se subito dopo la partita di Verona era trapelata la rabbia del presidente, ieri lo stesso imprenditore era più concentrato sulla questione fondi, relativi alla Lega e ai diritti tv. Sul Napoli non ha ritenuto di dover intervenire: né pubblicamente, né con la squadra o il proprio allenatore. Lo stesso che a dicembre aveva dichiarato di riconfermare anche per il prossimo biennio.
de laurentiis ancelotti
Silenzi che oggi autorizzano qualsiasi chiave di lettura ma è chiaro che serve una svolta subito, in 10 giorni (giovedì lo Spezia in Coppa, in campionato Parma e Genoa) o inevitabilmente sarà addio. E i silenzi non danno segnali costruttivi verso la squadra, apparsa inconsistente. Sicuramente colpe anche dell'allenatore, che non si è mai tirato indietro davanti alle proprie responsabilità.
Gattuso in questa fase non sta riuscendo a trasmettere i suoi insegnamenti al gruppo, sia sotto il profilo mentale, sia sotto quello tecnico-tattico. Quello che più preoccupa sono certi comportamenti negativi in campo - passo la palla lateralmente al compagno più vicino, così non sbaglio io - che somigliano parecchio ad atteggiamenti già visti ai tempi, ormai famosi, dell'ammutinamento.
gattuso de laurentiis
Era il novembre del 2019, Carlo Ancelotti ci rimise la panchina. Ma 14 mesi dopo come un boomerang il Napoli appare colpito dagli stessi problemi. Certo, Gattuso nelle impostazioni delle partite qualcosa avrà sbagliato: nella scelta degli uomini, piuttosto che nel modulo. Ma oggi a Napoli sembrano diventati tutti... Bartali, col suo famoso: «L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare».
Non sarebbe così perché la situazione è delicata ma non tragica. Al di là delle oscenità - perché tali sono - viste a Verona, la squadra è competitiva per i primi quattro posti, che valgono la Champions (potrebbe anche essere quarta, vincendo il recupero con la Juve), ed è in corsa nelle Coppe. Ci sono da rivedere alcune cose, ma non si può dire il Napoli non abbia mostrato anche un buon calcio, con Atalanta e Roma, ma pure in altre occasioni. Sicuramente difetta di personalità e continuità.
AURELIO DE LAURENTIIS CARLO ANCELOTTI A CAPRI IN BARCA
Aspetti su cui si può lavorare e migliorare, se tutti remeranno dalla stessa parte. Un esempio che fa riflettere su Osimhen. L'assenza del nigeriano per due mesi e mezzo si è fatta sentire. Logico che a Verona non potesse essere già in buone condizioni. Ma di questo ragazzo in settembre - al suo ottimo approccio con la Serie A - oltre alle sue qualità fisiche e tecnico-tattiche aveva colpito il suo sorriso, la contagiosa allegria che metteva scendendo in campo da ragazzo felice di giocare.
de laurentiis gattuso
Ecco, domenica a Verona ci ha lasciato perplessi vederlo isterico e litigioso al primo pallone giocato. Come se avesse smarrito tutto il suo entusiasmo. Questo può essere un termometro di quello che sta accadendo nello spogliatoio Napoli. Corsi e ricorsi, pur con uomini diversi, giocatori o allenatori che siano. E ciò dovrebbe far riflettere. Soprattutto la società. Il calendario senza soste e con partite fisse ogni infrasettimanale non consente di allenarsi molto e può diventare un'arma a doppio taglio. Nel senso che una vittoria può aiutare a riprenderti in fretta, viceversa rischi di sprofondare.
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Ieri Gattuso - sul quale è stata sempre "alimentata" una letteratura da duro nello spogliatoio - con i suoi ragazzi ci ha parlato, ha cercato di capire. Perché può sembrare una banalità, ma questo Napoli deve ritrovare voglia di divertirsi facendo rotolare il pallone. Ché liberando la testa, poi possono emergere i valori tecnici di una squadra, buona ma non certo da scudetto. Che comunque è ancora lì, nel limbo dei buoni propositi.
Può sbocciare, ma in quel limbo dell'anonimato può anche marcire.
2 - QUANDO DE LAURENTIIS "GIRA" SEMPRE LO STESSO FILM
Maurizio Nicita per "la Gazzetta dello Sport"
Gattuso è solo a Castel Volturno. Lo è da tempo, ma ora nelle difficoltà emergono i particolari. De Laurentiis sarà furioso e in questa fase preferisce non intervenire, perché cacciare l'allenatore comporta un esborso di denaro che in tempi di profonda crisi nessuno ha.
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Invece di stare vicino alla squadra, cercando di correggere in corsa gli errori, preferisce rinchiudersi nel suo colle, che non è l'Aventino ma il Quirinale. Eppure, caro presidente, guardando la classifica si vede chiaro che con sette club attrezzati e in corsa per la Champions League non ci sarà posto per tutti.
E la differenza la faranno i dettagli, la cura degli stessi. Una società a gestione familiare su certi aspetti è un pregio - il Napoli nella top 20 dei club europei è un merito di De Laurentiis - ma diventa un limite. Dall' ammutinamento in poi sono stati ripetuti una serie di errori. Che non erano solo di Ancelotti, così come non sono solo di Gattuso. Sembra di vedere lo stesso film.