Riccardo Crivelli per la Gazzetta dello Sport
andrea gaudenzi
Prima gli incendi in Australia, poi il dramma di portata planetaria del coronavirus. L' approdo di Andrea Gaudenzi alla presidenza dell' Atp, l' Associazione dei giocatori, non si è celebrato certo nel migliore dei mondi possibili. Da un mese, siamo senza tennis e non si parlerà di partite almeno fino a estate inoltrata, a voler essere ottimisti. Un quadro tragico che si inserisce all' interno di un movimento che già prima dell' emergenza era squassato da una feroce lotta interna. Eppure l' ex numero 18 del mondo, poi apprezzato manager, il primo italiano a raggiungere il vertice dell' Atp, coltiva una speranza: «Dobbiamo capire che il tennis è uno sport solo e non può più accettare frammentazioni. Questa crisi può darci l' opportunità di ritrovare lo spirito di collaborazione per il rilancio».
Presidente, veniamo subito al sodo: ha un' idea di quando si ritornerà a giocare?
«Premetto che ogni discussione sui tempi è ipotetica, perché bisogna vedere come si evolve il virus. Però sono moderatamente fiducioso che si possa ricominciare dal cemento americano in agosto, con i Masters 1000 di Toronto e Cincinnati e poi gli Us Open. In questo modo metteremmo in programma quattro settimane sulla terra dopo New York, inserendo gli altri due Masters 1000 di Madrid e Roma seguiti dal Roland Garros e poi allineando la stagione al calendario iniziale. In questo modo giocheremmo tre Slam e sei Masters 1000 (ci sono anche Shanghai e Bercy a ottobre, ndr ) e salveremmo almeno il 70% dell' annata. Certo, se dovesse saltare l' America, le difficoltà si moltiplicherebbero per dieci».
andrea gaudenzi
A quel punto sarebbe ipotizzabile prolungare la stagione fino a dicembre?
«La priorità è di giocare il maggior numero di tornei nel tempo che ci sarà concesso, quindi è un' ipotesi. Anche se gli ostacoli sono enormi. Penso alle Atp Finals di novembre: assegnano il numero uno e quindi cosa fare dei punti ottenuti dopo? Si potrebbe spostare il torneo, ma la 02 Arena è disponibile solo in quella settimana. Tra l' altro, il problema dei palazzetti fuori dalle date già concordate si pone anche per Vienna e Basilea».
In questo caso, Torino potrebbe entrare in gioco già quest' anno? Si parla anche della possibilità che a novembre possa ospitare gli Internazionali d' Italia, con le donne a Milano.
«L' anticipo di un anno delle Finals a Torino al momento non è all' ordine del giorno. E sono fiducioso che gli Internazionali si possano giocare a Roma a settembre».
In questi sottili equilibri, però, si è inserita la decisione del Roland Garros di scegliere una nuova data d' imperio, con un colpo di mano che ha irritato tutto il movimento.
andrea gaudenzi
«Hanno agito spinti dalla paura, un po' li capisco. Ma lo ripeto: il tennis ha bisogno di nuove regole di coesistenza. Parigi ha compreso il suo errore e adesso stiamo collaborando per una soluzione condivisa».
Quindi la lettera in cui li avete minacciati di togliere i punti quest' anno e il prossimo adesso è carta straccia?
«Non ci sono più le condizioni per una sanzione».
State valutando anche l' eventuale possibilità di giocare alcuni tornei a porte chiuse?
«Il tennis è soprattutto degli appassionati e dei tifosi che comprano i biglietti, la vedo solo come un' ultima spiaggia».
Avete valutato quale impatto economico avrà questa crisi sul tennis?
«Abbiamo basi economiche solide, possiamo reggere un anno senza tennis ma non di più. E certo se dovessero saltare le Atp Finals, che sono il nostro polmone, sarebbe un bel problema».
Avete in mente interventi per i giocatori che non siano i big e per i tornei minori?
«Sicuramente studieremo qualcosa per i giocatori dal numero 200 in poi. Inoltre abbiamo in mente di far giocare alcuni Atp 250 in contemporanea con i Masters 1000. E magari aumentare gli iscritti di alcuni tornei da 32 a 48 per aprire più spazi».
Dopo l' emergenza, quale sarà la sua priorità?
andrea gaudenzi
«Il tennis è il quinto sport al mondo per interesse globale, ma sfrutta pochissimo il suo potenziale business: penso alla frammentazione dei diritti tv e all' impatto sui media. Lì serve una rivoluzione che centralizzi le energie».
Magari fondendo Atp Cup e Davis.
«Ci sono tanti interessi in ballo, ci proveremo, non sono contrario a un solo evento ma potrebbero restare entrambi».
Federer però ha saltato l' Atp Cup, e a proposito di impatto lui è uno che conta...
«Il tennis è uno sport individuale. Non me la prendo certo con Roger, con cui ho parlato più volte. Anzi, ringrazio il cielo che, pochi o tanti tornei, giochi ancora e ci regali emozioni».
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