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    GAZI AMARI PER GAZIDIS - IERI L’AD DEL MILAN MAGNIFICAVA LA SUPERLEGA: “INIZIA UN NUOVO CAPITOLO. COSÌ DAREMO STABILITÀ AL CALCIO” - ORA CHE IL PROGETTO È NAUFRAGATO RESTA SOLO L'IMBARAZZO NEI CONFRONTI DI CERTI DIRIGENTI – IL NO DI FRIEDKIN ALL’INVITO DI PEREZ, L’IRONIA DI DE LAURENTIIS SU JP MORGAN, BANCA FINANZIATORE DELLA SUPER LEGA, IL SILENZIO DI LOTITO...


     
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    1 - LE TRE ITALIANE SPIAZZATE E ISOLATE LA ROMA RIFIUTA L'INVITO DI PEREZ

    Emiliano Bernardini per "il Messaggero"

     

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    Il grande imbarazzo dopo l' illusione. La Superlega rischia di finire prima ancora di essere iniziata. Numeri, cifre, guadagni astronomici promessi e rischio d' impresa azzerato. Peccato che il tutto poi si sia scontrato con la passione. Quella dei tifosi. Il motore di tutto il movimento. Il fronte si è incrinato in Inghilterra. Proprio con la protesta del pubblico del Chelsea.

     

    Poi anche quello spagnolo ha mostrato le prime crepe. E l' Italia? Nessun dietrofront. Anzi.

    L' ad del Milan Ivan Gazidis nel pomeriggio di ieri aveva dichiarato: «Superlega, inizia un nuovo capitolo. Così daremo stabilità al calcio. Ma saremo orgogliosi di giocare la Serie A nel weekend». Dal fronte Juventus erano, invece, arrivate le parole del tecnico Andrea Pirlo che nella conferenza della sfida contro il Parma aveva sottolineato: «La Superlega è un progetto futuro. Siamo sereni e sappiamo che il presidente ci sta lavorando. È uno sviluppo per il mondo del calcio».

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    STRAPPI E DIMISSIONI Gli unici coinvolti a schierarsi apertamente contro sono stati i presidenti di Roma e Napoli, tirati in ballo dal numero uno del Real Madrid che le aveva indicate come possibili invitate. Il secco no dei giallorossi è arrivato con un comunicato del presidente Dan Friedkin che recita così: «L' AS Roma è fortemente contraria a questo modello chiuso, perché totalmente in contrasto con lo spirito del gioco che tutti noi amiamo. Certe cose sono più importanti del denaro e noi restiamo assolutamente impegnati nel calcio italiano e nelle competizioni europee aperte a tutti. Non vediamo l' ora di continuare a lavorare con la Lega Serie A, la Federazione Italiana, l' ECA e l' UEFA per far crescere e sviluppare il gioco del calcio in Italia e in tutto il mondo. I tifosi e un calcio accessibile a tutti sono al centro del nostro sport e questo non deve essere mai dimenticato».

     

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    Usa l' ironia, invece, Aurelio De Laurentiis che dal suo profilo twitter scrive: «JP...chi ? La scorsa notte dormivo». Riferendosi all' indiscrezione secondo la quale JP Morgan, banca finanziatrice della Super League, aveva contattato nella notte tra lunedì e martedì invitandolo ad unirsi alla nuova competizione.

     

    Le tre separatiste ostentavano calma. Calma solo apparente perché in serata è arrivato il terremoto che ha fatto crollare il castello. All' ora di cena si sono rincorse voci, mai confermate ufficialmente, di dimissioni di Agnelli e Gazidis. I telefoni dei presidenti di Juventus, Inter e Milan sono squillati per tutto il giorno. In particolar modo quello del numero uno bianconero, Andrea Agnelli alfiere italiano e vice presidente della Superlega.

     

    SPALLE AL MURO Ora che la Superlega è naufragata resta solo l' imbarazzo a livello nazionale e non solo. Indiscrezioni parlano di un ad Marotta irritato per la gestione della comunicazione. Il lancio a sorpresa alla vigilia della presentazione della nuova Champions league ha avuto un effetto boomerang. Si sarebbe dovuta preparare l' opinione pubblica alla rivoluzione che i 12 club avevano in mente. Perché alla fine l' unico concetto che è passato è che la Superlega era un torneo per ricchi. Addio al merito sportivo. Distrutti i sogni di milioni di appassionati.

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    Resta da capire come Juve, Inter e Milan si presenteranno alle nuove assemblee di Lega. In programma c' è quella di venerdì. Ma già domani c' è una commissione sui diritti tv. La riunione straordinaria andata in scena lunedì aveva alternato momenti di forti tensioni a silenzi. Laconico Agnelli con quel suo «se il tono è questo vado via subito». Salvo poi essere apostrofato come «Giuda» dal collega Cairo del Torino. Figc e Lega avevano chiesto un passo indietro ma è chiaro che lo strappo c' è. Ed è pure grosso. Juve, Inter e Milan sole contro le altre.

     

    2 - ADL E LOTITO E QUEL SILENZIO "FORTUNATO"

    Nicolò Schira per "il Giornale"

     

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    Mai silenzio fu più opportuno. Perché a lungo si è riflettuto su Aurelio De Laurentiis e Claudio Lotito che, almeno per ora, non avevano preso alcuna posizione ufficiale in merito alla nascita della SuperLega. Il primo pensiero è che dietro questa mossa si nascondesse il desiderio di entrarvi a farne parte?

     

    Possibile.

    Certamente non è passata inosservata la loro presenza anonima e quasi silente nell' ultima assemblea della Lega di Serie A. Due come loro sono abituati a schierarsi apertamente e a salire in cattedra nelle dispute calcistiche.

    ceferin agnelli ceferin agnelli

     

    E invece lunedì pomeriggio sono rimasti entrambi in disparte, mentre molti altri presidenti inveivano contro Agnelli, Marotta e Scaroni. A testimonianza di come i due - a differenza dei colleghi Cairo, Preziosi e Ferrero non siano affatto sul piede di guerra con le 3 grandi storiche del nostro calcio.

     

    E poi nella notte di lunedì era arrivata pure l' apertura di Florentino Perez al possibile ingresso di nuovi club italiani all' interno della neonata competizione europea. Il presidente del Real Madrid, nonché principale deus ex machina dello strappo con l' Uefa che ha dato vita al clamoroso tentativo di scisma all' interno del calcio europeo, ha ammiccato a Napoli e Roma (ma non alla Lazio di Lotito) ai microfoni di El Chiringuito Tv: «Avranno anche loro diritto di partecipare». Ma mentre il club giallorosso si è subito chiamato fuori, il silenzio di ADL ha provocato un susseguirsi di voci, tra le quali quella relativa a un contatto la scorsa notte tra la JP Morgan, istituto bancario finanziatore della Super Lega, e il patron del club azzurro.

    lotito de laurentiis lotito de laurentiis

     

    Sussurri, in realtà, spenti sul nascere dallo stesso De Laurentiis con un tweet provocatorio: JP chi? La scorsa notte dormivo. Ovviamente fanno fede le parole ufficiali, anche se non bisogna affatto dimenticare i propositi di ADL, che in tempi non sospetti si era detto entusiasta e favorevole alla nascita di una Super League. Nel 2015, infatti, l' imprenditore cinematografico era stato tra i principali sostenitori della rivoluzione del calcio europeo e in merito ai progetti dell' Uefa aveva apertamente attaccato il sistema, definendolo vecchio e da rifondare.

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    Ma il precipitare della fondazione potrebbe far dire che per una volta il silenzio è stato d' oro, decisamente fortunato.

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