Fabio Pavesi per “Verità e Affari”
john elkann exor
Un altro anno in profondo rosso per Gedi, il secondo dalla presa di controllo del gruppo editoriale da parte della Exor di John Elkann. Il 2021 ha infatti chiuso in perdita secca per 50 milioni di euro, dopo che nel 2020 le perdite erano state di ben 166 milioni.
Un passivo meno pesante, ma comunque sempre elevato per i giornali del gruppo: da Repubblica, alla Stampa, al Secolo XIX.
MAURIZIO SCANAVINO E JOHN ELKANN
I dati del nuovo buco di bilancio sono emersi dalla relazione annuale di Exor che controlla Gedi dalla meta del 2020 con l’89% delle quote, dopo la cessione da parte di Cir della famiglia De Benedetti che e uscita definitivamente dall'editoria.
I ricavi sono ancora scesi dai 533 milioni dell’intero 2020 ai 520 milioni della fine dello scorso anno. L’unica nota positiva e che la gestione industriale e migliorata con un margine operativo lordo rettificato a 37 milioni, abbattuto pero da rettifiche finanziarie, oneri di ristrutturazione e accantonamenti.
In particolare Gedi ha messo ad accantonamento ben 23 milioni di euro per la truffa ai danni dell’Inps sui prepensionamenti arbitrari di dirigenti del gruppo negli anni scorsi. Come del resto aveva gia documentato, con dovizia di particolari sulla truffa ai danni dell’ente di previdenza, la lunga inchiesta de La Verita negli scorsi mesi.
JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI
E poi hanno pesato svalutazioni delle testate per altri 17 milioni, dopo che gia nel 2020 il gruppo guidato dall’ad Maurizio Scanavino aveva dovuto rettificare a bilancio ben 82 milioni solo per gli avviamenti delle testate, con Repubblica a far la parte del Leone negli abbattimenti di valore.
Altri 7 milioni di svalutazioni hanno riguardato oneri di ristrutturazione. E cosi il risultato finale dell’ultima riga di bilancio segna -50 milioni. Mentre il risultato operativo della gestione chiude comunque con un rosso di 38 milioni.
A pesare ancora il calo dei ricavi con l’emorragia delle copie vendute che vedono i ricavi diffusionali scendere da 253 milioni a 218 milioni in soli 12 mesi. Una caduta di quasi il 14% dei ricavi da copie. Scivolone parzialmente compensato dalla risalita della pubblicita che ha portato in dote 260 milioni dai 239 del 2020.
danilo iervolino 5
D’altro canto la crisi profonda dei ricavi non data certo da ieri. Solo nel 2019 i ricavi totali erano di 604 milioni. In soli 2 anni, con in mezzo il passaggio da Cir a Exor, il gruppo ha perso per strada ben 84 milioni di entrate.
Del resto anche se la pubblicita tampona in parte la caduta delle vendite delle copie, l’emorragia in edicola, e non solo e ormai strutturale, soprattutto per Repubblica e La Stampa. E dura gia dalla gestione Cir ma anche sotto Exor la musica non e cambiata.
ELKANN MOLINARI SCANAVINO
Nel periodo 2017-2019 il calo dei ricavi e le svalutazioni di avviamenti e testate erano costate 260 milioni di perdite.
Con Exor, che ha dato nel 2020 un’ulteriore colpo di ramazza alla pulizia del bilancio, le perdite sono state finora di oltre 210 milioni. Un bagno di sangue cui l’ad Scanavino ha provato a rimediare con l’ennesimo taglio dei costi e la cessione di testate.
john elkann
Prima alcuni giornali locali poi di recente la vendita de L’Espresso al rampante Danilo Jervolino, si dice per soli 5 milioni di euro. E Scanavino ha proceduto con la scure anche sui prepensionamenti dei giornalisti.
Un altro giro pesante su Repubblica e stato fatto alla fine del 2021 con l’uscita obbligata in prepensionamento della vecchia guardia del giornale. Occorre ricordare che i prepensionamenti per il 70% del loro costo sono a carico dello Stato.
Gedi di certo e in crisi, ma vale poco piu dello zero virgola sull’imponente attivo di Exor che ha sfoderato un bilancio d’oro pochi giorni con la bellezza di oltre 3,4 miliardi di utili netti. Forse, e diciamo forse, la Exor di John Elkann ha abbastanza denaro per assorbire da solo, senza ricorrere all’aiutino pubblico, i costi che ancora pesano su Gedi.