Andrea Greco e Vittoria Puledda per “la Repubblica”
philippe donnet gabriele galateri di genola
Terze dimissioni in pochi giorni nel cda del Leone di Trieste. Troppe, al punto che malgrado non ci siano vincoli di statuto, Generali pare ora orientata a ricostituire l'organo di gestione rimpiazzando i dimissionari. I nomi nuovi potrebbero esserci nel prossimo cda, già fissato al 2 febbraio (l'altro è il 16).
Dopo gli addii polemici e plateali di Francesco Gaetano Caltagirone, fino ad allora vice presidente vicario della compagnia, e di Romolo Bardin, ad della holding di Leonardo del Vecchio, Delfin, ieri è stata la volta di Sabrina Pucci, consigliere indipendente che si era già dimessa il 18 gennaio dal Comitato nomine ristretto che lavora alla lista del cda uscente (con i selezionatori di Russell Reynolds).
SABRINA PUCCI
Dimissioni spiegate con «motivi del tutto personali», tanto che - a differenza dei due casi precedenti - sono state accolte dal presidente Gabriele Galateri con «un ringraziamento alla Professoressa Pucci per l'importante contributo dato alla Compagnia nei nove anni come consigliere ».
Se la forma è sostanza, si tratta quindi di dimissioni qualitativamente diverse dalle ultime, nonostante Pucci sia stata in passato considerata vicina a Fondazione Crt (altro membro del patto di consultazione a tre, con Caltagirone e Del Vecchio). Una circostanza che anche ieri la Fondazione ha smentito. Pucci fu anche amministratore indipendente di EssilorLuxottica dal 2018 al 2021.
francesco gaetano caltagirone
Tante dimissioni e così a ridosso della scadenza naturale del consiglio non possono passare inosservate. In ambienti finanziari si ritiene che la Pucci abbia mostrato qualche insofferenza rispetto al clima e alle prassi adottate nelle settimane in casa Generali, e in almeno un'occasione abbia fatto le sue rimostranze al presidente Galateri, dopo un consiglio dai toni piuttosto accesi.
francesco gaetano caltagirone philippe donnet
Ora l'attenzione passa alle misure per ripristinare i consiglieri persi: è possibile ci si orienti a scegliere candidati nuovi - senza pescarli dalla vecchia lista di maggioranza, scritta da Mediobanca - per poi cooptarli nella futura lista del cda.
Sui due fronti avversi gli aspiranti al prossimo vertice provano a formare liste forti. Non è un esercizio semplice: l'incertezza dell'esito dell'assemblea del 29 aprile sconsiglia ai candidati più quotati di affrontare l'alea della conta.
gabriele galateri di genola philippe donnet
Uno dei ruoli più ballerini sembra la presidenza Generali, che con buona probabilità andrà a una figura nuova. Galateri, benché dotato di esperienza e ampio network con gli investitori, in caso di quarto rinnovo perderebbe il requisito di "indipendente". Un'alternativa potrebbe essere affiancargli un lead independent director , un membro indipendente con funzioni rafforzate che oggi in Generali non c'è.
Ma dietro le quinte l'ipotesi pare gregaria rispetto alla voglia di trovare un presidente nuovo dall'esterno: anche per sgombrare il campo da possibili accuse di "ricompense" date agli attuali consiglieri indipendenti, diversi dei quali sono coinvolti nella preparazione della "lista del cda".
ALBERTO NAGEL
I nomi di Massimo Tononi, presidente di Banco Bpm, o di Andrea Guerra, già ad di Luxottica e presidente di Eataly, non trovano conferme, ma danno l'idea. Sull'altro fronte, invece, la lista dei tre "pattisti" sembra vicina a convincere Maria Patrizia Grieco, presidente di Mps e già di Enel, a candidarsi per la presidenza.
ALBERTO NAGEL ROMOLO BARDIN
Lunedì, al Financial Times , ha parlato della contesa anche Alberto Nagel, ad di Mediobanca (17,2% dei diritti di voto di Generali): «Le importanti decisioni in arrivo saranno un test per la maturità del capitalismo italiano, che deve mettersi al passo con le pratiche di governance favorite dai mercati internazionali per rendere il Paese più appetibile per chi investe».
Un messaggio agli investitori istituzionali, detentori di un terzo del capitale e determinanti nella partita.
L'INTERVISTA A NAGEL DI SILVIA SCIORILLI BORRELLI SUL "FINANCIAL TIMES"
ROMOLO BARDIN
andrea guerra
https://www.ft.com/content/67bffda0-76c8-4328-84e2-a991756bb9a5