1 - L'OFFENSIVA DEL LEONE L'INTERVISTA SULLA STAMPA
Giuseppe Bottero per “La Stampa”
CLAUDIO COSTAMAGNA FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE LUCIANO CIRINA
Generali ricorre alla Consob e alle vie giudiziarie nella battaglia in corso per il rinnovo del cda del Leone mentre si avvicina l'assemblea. Il nuovo terreno di scontro, nell'ultimo giorno utile (record date) per acquistare in Borsa azioni da portare in assemblea e votare, è rappresentato dalle interviste di Luciano Cirinà e di Francesco Gaetano Caltagirone, impegnati a promuove il piano e la lista alternativi a quelli del consiglio uscente che vede ricandidato l'attuale ceo Philippe Donnet.
PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL
La compagnia ha depositato un esposto urgente alla Consob «riguardante dichiarazioni infondate e diffamatorie riportate in un'intervista» a La Stampa dell'ex top manager del Leone, licenziato dopo la sua candidatura a ceo nella lista guidata da Francesco Gaetano Caltagirone. Quest' ultimo, a parere di Generali, ha rilasciato dichiarazioni «altrettanto gravi» nella sua intervista al Sole 24 Ore il 25 marzo.
LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL
«L'esposto chiede alla Consob di esercitare urgentemente i propri poteri, in relazione alla informativa sulle società quotate e alla liceità dell'attività di sollecitazione di deleghe per l'assemblea», spiega Generali segnalando che «le norme regolamentari vigenti impongono infatti che la sollecitazione di deleghe sia ispirata a diligenza, correttezza e trasparenza».
Milleri Del Vecchio Nagel
«A fronte della gravità delle violazioni degli obblighi di correttezza nell'informativa posti a tutela degli azionisti, degli investitori e del mercato, che minacciano di alterare le dinamiche di mercato e la corretta determinazione del voto in assemblea», il Cda ha deciso inoltre «di procedere avanti alle autorità giudiziarie penali e civili perché siano sanzionati i comportamenti da chiunque illecitamente tenuti».
Ad andare di traverso, le parole di Cirinà sui proxy advisor che hanno suggerito di votare per la lista del Cda. Secondo il manager «hanno creduto di aver davanti la lista del consiglio, ma hanno preso una gigantesca cantonata: quella è la lista di Mediobanca. Si sono bevuti l'altra versione».
CLAUDIO COSTAMAGNA LUCIANO CIRINA
2 - LA GRANDE CACCIA AI VOTI DI FONDI E FAMIGLIE. L'AFFONDO DI CALTAGIRONE SU BANCA GENERALI
Francesco Spini per “La Stampa”
C'erano una volta le Assicurazioni Generali, compassate e imperturbabili. Il confronto, inedito, tra la lista del consiglio uscente e la compagine di candidati presentata da Francesco Gaetano Caltagirone per capire chi uscirà vittorioso dall'assemblea del 29 aprile, vede il termometro dello scontro salire a temperature mai viste.
CARLO BERTAGNIN BENETTON - ALESSANDRO BENETTON - ERMANNO BOFFA CHRISTIAN BENETTON
Se qualche settimana fa, quando crescevano i sospetti di un concerto tra gli ormai ex pattisti che oltre all'imprenditore romano contano il magnate degli occhiali, Leonardo Del Vecchio, e la fondazione Crt, il cda si era limitato, per così dire, a inviare segnalazioni a Consob e Ivass - ed entrambe si sono risolte in un nulla di fatto - ora si passa direttamente agli esposti diretti all'autorità di Borsa guidata da Paolo Savona e alla chiamata in campo della magistratura civile e penale. Questo perché la partita con oggi, sale di livello, diviene più aspra perché volge alle sue fasi cruciali.
ENRICO LAGHI
Ieri, con la cosiddetta «record date», si è infatti chiusa la possibilità di acquistare azioni (ieri fissate a 19,26 euro, in rialzo dello 0,42%) per partecipare all'assemblea. Di qui fino a mezzogiorno del 28 aprile i voti cominceranno ad affluire al «rappresentate designato» che secondo le regole in epoca pandemica, il 29 aprile, decreterà vincitori e vinti. Quella che scatta ora, dunque, è una corsa a strappare l'ultimo voto a ogni singolo investitore, sia esso un fondo, un imprenditore, una famiglia.
Ciascuno di essi cercato fin dentro casa: tutto è utile per decidere chi guiderà i prossimi tre anni il Leone. Una posizione decisiva sarà quella dei Benetton che hanno incaricato l'ad di Edizione Enrico Laghi di studiare quale dei due piani valorizzerà al meglio la loro partecipazione strategica.
luciano cirina
Per il resto conterà la «proxy fight», la «battaglia» di deleghe. Il tema sollevato dal cda, che ricandida l'attuale ad Philippe Donnet, è quella di una presunta «manipolazione del mercato» con dichiarazioni giudicate «infondate e diffamatorie».
Sotto la lente sono le dichiarazioni contenute in due interviste, quella di Caltagirone al Sole 24 Ore e quella del suo candidato ad, Luciano Cirinà, pubblicata mercoledì da questo giornale. Il cda del Leone, ad esempio, riterrebbe inaccettabile Cirinà quando sostiene che i proxy advisor, schierati a favore della lista del cda, abbiano preso «una gigantesca cantonata» poiché «quella è la lista di Mediobanca. Si sono bevuti l'altra versione».
BANCA GENERALI
Di Caltagirone hanno colpito, tra l'altro, le critiche sulle operazioni con parti correlate che sarebbero «migliaia all'anno», solo poche passate «in comitato parti correlate» e «molte sono con Mediobanca». Per il consiglio un buon motivo per intervenire contro quelle che qualcuno, al suo interno, definisce «le bugie» della parte avversa.
ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA GAETANO CALTAGIRONE E GIOVANNI BAZOLI FOTO LA PRESSE
Secondo fonti vicine alla lista di Caltagirone c'è dell'altro: «Questa è la reazione scomposta di Generali - sostengono - alla richiesta non adempiuta di rendere pubblici con un'informativa al mercato i particolari della trattativa tra Generali e Mediobanca per l'acquisto, da parte di quest' ultima, di Banca Generali. Tale richiesta è stata portata a conoscenza anche della Consob da cui si aspettano dei provvedimenti». In ogni caso un esposto a Consob e alla magistratura può apparire irrituale da parte di una società contro il suo secondo socio.
luciano cirina
«Non lo è affatto - spiegano fonti del Leone - in quanto è fondamentale che vengano rispettate le regole da tutti gli attori a prescindere dal ruolo che anno». Lo scontro rischia di andare oltre l'assemblea: non conterà solo chi vince ma, se vincerà il consiglio, anche di quanto. Se saranno determinanti i voti presi in prestito da Mediobanca (4,41% che si aggiunge al 12,79 di proprietà) e i voti di De Agostini (1,4% grazie a titoli venduti a termine), esposti, strascichi legali e pure una nuova assemblea saranno l'esito più probabile.