Massimo Gaggi per “la Lettura – Corriere della Sera”
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Quelle del transumanismo sono promesse (o minacce) che, ne sono quasi tutti consapevoli, non si tradurranno in un sostanziale allungamento della vita umana a breve scadenza. Eppure la discussione sulle implicazioni di un' evoluzione dell' uomo verso la quasi immortalità, potenziato da un' intelligenza artificiale che supera quella biologica e potrebbe anche soggiogarlo, è vivacissima.
Il personaggio simbolo di questa corsa verso un futuro fantastico e agghiacciante è uno scienziato settantenne, Ray Kurzweil, considerato dai più un genio che ci apre le porte del futuro (secondo il «Wall Street Journal»), la «migliore macchina pensante creata dall' uomo» (definizione della rivista «Forbes»), il vero erede di Thomas Edison, alla luce delle molte invenzioni che ha realizzato e del lavoro che tuttora svolge in Google, che sei anni fa l' ha nominato director of engineering.
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Ma c' è anche chi vede in Kurzweil una sorta di stregone, per le sue teorie sulla possibilità di donare all' uomo una vita quasi eterna e sull' imminente superamento dell' intelligenza umana da parte di quella delle macchine.
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Uno stregone affarista, visto che ha costruito attorno alla teoria della singolarità un' istituzione, la Singularity University, che non è un centro di ricerche ma un luogo nel quale manager di tutto il mondo frequentano costosissimi corsi nei quali assorbono le nozioni-chiave della teoria: un superamento dell' intelligenza umana da parte di quella degli automi che non è ancora dietro l' angolo, ma è già nell' orizzonte di molti geni tecnologici.
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Compresi quelli - da Elon Musk a Bill Gates - allarmati dalla possibilità che l' uomo venga soggiogato dalle macchine che lui stesso crea. Timori infondati per Kurzweil, convinto che intelligenza umana e delle macchine si fonderanno potenziando l' uomo: un superuomo destinato a vivere per centinaia di anni.
Lo scienziato si prepara alla sfida dell' eternità con una dieta basata su un' infinità di pillole: 250 al giorno fino a qualche tempo fa, mentre ora è sceso a poco più di cento, avendo imparato ad assorbire alcune sostanze in modo naturale o con altri integratori.
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In buona salute, con una pelle curata ma con un aspetto non particolarmente giovanile, Kurzweil è tenuto in palmo di mano dai miliardari della Silicon Valley non per le invenzioni, come la macchina che consente ai ciechi di leggere, ma per la promessa di sconfiggere la morte: un male estremo al quale questi imprenditori, ideologi dell' onnipotenza della tecnologia, sognano di applicare la loro filosofia della disruption.
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Come il cofondatore di PayPal, Peter Thiel, che definisce la morte «il grande nemico», o il fondatore e ad di Google-Alphabet, Larry Page, che ha addirittura creato (e finanziato) una apposita società, Calico, per prolungare la vita degli esseri umani. E in Calico Kurzweil ha un ruolo di primo piano.
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Liquidare Kurzweil come una sorta di pifferaio magico è ingiusto e fuorviante. Figlio di ebrei fuggiti dall' Austria sotto la minaccia del nazismo, Ray è nato a New York, nel quartiere di Queens, dove già a 5 anni annunciò la volontà di diventare un inventore. Non le velleità fantasiose che ognuno di noi ha coltivato da ragazzino: lui cominciò da piccolissimo a riparare giocattoli e imparò a usare i primi gadget elettronici all' alba dell' era dei transistor.
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A 8 anni aveva già costruito un rudimentale robot, a 12 lavorava coi computer quando a New York nessuno, o quasi, ne aveva ancora visto uno. A 14 elaborò, e mise nero su bianco in un documento, la teoria della neocortex, rimasta poi centrale nel suo pensiero tecnologico.
Non privo di sensibilità umanistica grazie al padre, un direttore d' orchestra, e alla madre, un' artista, Ray entrò giovanissimo nel mondo della computer science grazie alla guida dello zio, ingegnere dei laboratori Bell. A 15 anni creò il primo programma per computer.
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Poi l' inizio delle invenzioni: dapprima l' esecuzione al pianoforte di brani musicali composti usando quelli che allora si chiamavano calcolatori elettronici; successivamente, mentre studiava letteratura e scienza dei computer al Mit di Boston, la creazione della sua prima società di programmazione, subito venduta.
Dopo la laurea nasce Kurzweil Computer Products, specializzata nel riconoscimento ottico dei testi scritti: accoppiandola a un computer che legge le parole con la sua voce sintetica, Ray realizza la prima macchina che dà la possibilità di leggere un testo a chi ha perso la vista: viene premiato dal presidente Usa di allora, Lyndon Johnson.
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Otto anni dopo, un incontro con Stevie Wonder spinge Kurzweil a creare una nuova generazione di sintetizzatori musicali, poi comprati dai coreani della Hyundai. Intanto Ray si lancia nel riconoscimento del linguaggio via computer: una tecnologia che verrà utilizzata, oltre che dai ciechi, da persone affette da dislessia e altre patologie.
Nel 2012 viene chiamato da Larry Page, che vuole portare in Google la sua esperienza d' avanguardia nel riconoscimento del linguaggio naturale. Nel frattempo Kurzweil ha abbracciato la teoria della singolarità elaborata nel 1993 da Verner Vinge: computer scientist, ma soprattutto scrittore di fantascienza che immagina un' accelerazione tecnologica destinata a produrre un' intelligenza artificiale che raggiunga e superi quella umana.
GOOGLE FA VENT'ANNI
Per Vinge il sorpasso avverrà tra il 2005 e il 2030. Kurzweil fissa il traguardo al 2029. Già noto per libri come L' era delle macchine intelligenti e L' era delle macchine spirituali, nei quali declina la sua fiducia assoluta nella tecnologia, nel 2006 pubblica La singolarità è vicina, il saggio più celebre dal quale vengono tratti un film e il documentario Trascendent Man.
Applicato il turbocompressore alle teorie di Vinge, nel 2009 Ray le usa, con Google e Nasa, per lanciare la Singularity University. Riuscirà Kurzweil a vivere l' alba della nuova era? Lui ammette di essere mortale, ma sostiene che, se riuscirà ad allungare la sua vita fino a 120 anni, potrebbe anche vivere in eterno, grazie ai progressi tecnologici che matureranno.
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È l' aspetto più controverso che porta molti a considerarlo uno scienziato che, ossessionato dall' idea della morte, cerca di andare oltre i limiti biologici dell' uomo senza avere, tuttavia, specifiche competenze in campo genetico: più spiritualismo New Age che scienza.
Lui tira dritto e, intanto, cerca di assicurarsi contro la morte aderendo alla fondazione Alcor, col suo deposito refrigerato in Arizona nel quale, al decesso, sono congelati e rinchiusi in sarcofaghi d' acciaio i super-ricchi convinti di poter tornare in vita grazie alle scoperte del futuro. Un mausoleo delle delusioni futuriste?
In tempi di dialettica estrema, chi critica le illusioni della vita eterna viene bollato dai fan delle nuove teorie come «mortista».