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Tutte le bugie di George Santos. Ha mentito sulla sua istruzione, sui suoi lavori passati, sulla sua religione e, forse, anche sulle sue finanze ma non si considera un “criminale” e intende assumere il suo incarico di rappresentante di Long Island e Queens a Capitol Hill.
Il repubblicano George Santos, la cui vittoria alle ultime Midterm ha contribuito a riconsegnare al Grand old party il controllo della Camera, confessa le sue bugie anche se non risponde a tutte le domande sollevate dal New York Times e lascia molte ombre sulla sua figura politica e personale.
“Ho abbellito il mio curriculum, lo fanno in tanti”, ha ammesso il 34enne di origine brasiliana in un’intervista al New York Post e alla radio WABC. Durante la campagna, il repubblicano aveva dichiarato di essersi laureato all’università Baruch nel 2010 e di aver lavorato per Citigroup e Goldman Sachs.
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Ma il Nyt aveva rivelato che sia al college che nelle banche d’affari non v’era nessuna traccia del passaggio di Santos. Dopo sette giorni di malumori all’interno del partito, è stato costretto ad ammettere non solo di non aver frequentato l’università menzionata nel cv ma anche di non essersi mai laureato né di aver lavorato a Wall Street. “Sono imbarazzato, nella vita si fanno cose stupide”, ha detto. Le bugie non si sono limitate alla sfera professionale.
In più di un comizio Santos ha parlato della sua famiglia ebrea in fuga dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, dichiarandosi lui stesso ebreo. In realtà il politico è stato cresciuto in una famiglia cattolica ed è a tutt’oggi cattolico. “Sono cattolico ma poiché ho saputo che la mia famiglia materna aveva origini ebraiche ho detto che ero ‘ebreo'”.
Dichiarazioni che non sono piaciute alla Repubblican Jewish Coalition che lo ha bandito da ogni suo evento. Santos è anche sospettato di aver mentito sul suo orientamento sessuale per accaparrarsi i voti della comunità Lgbtq+ dopo che il Daily Beast ha rivelato che il deputato è stato sposato con una donna fino a quando non ha lanciato la sua prima campagna nel 2020.
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Di per se’ nulla di strano tranne che non lo aveva mai dichiarato e la mancanza di trasparenza è un peccato che i media americani difficilmente perdonano ai personaggi pubblici. Su questo punto il deputato ha ammesso di essere stato sposato con una donna dal 2012 fino al 2017, ma ha precisato di essere gay oggi e felicemente sposato con un uomo.
Restano due punti, forse i più importanti, ancora da chiarire. il primo è un’accusa di frode in Brasile per aver firmato assegni di un libretto rubato. “Non sono un criminale, ne’ qui ne’ in Brasile ne’ in nessun’altra giurisdizione nel mondo”, ha risposto Santos.
E tuttavia il New York Times ha trovato il fascicolo del tribunale nel quale c’è la sua confessione, solo che il caso è rimasto irrisolto perché’ lui è sparito. Il secondo, le sue finanze. Durante la prima candidatura nel 2020 Santos aveva dichiarato di non aver entrate e versato per la sua campagna poche migliaia di dollari.
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Passano due anni e dalla dichiarazione fiscale il politico sembra essere diventato improvvisamente ricco tanto da poter contribuire con quasi 700.000 dollari alla sua nuova campagna. Santos sostiene che la maggior parte della sua ricchezza arrivi da una società della Florida di cui è l’unico proprietario: la Devolder Organization.
Ma dai documenti visionati dal Washington Post risulta che la società sia stata creata a maggio del 2021, solo un mese prima di annunciare la sua candidatura, e a luglio del 2022 aveva un fatturato di soli 43.688. In più dopo aver millantato di possedere circa 13 case, Santos ha ammesso di non averne neanche una e di essere ospite della sorella.
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“Ho vinto le elezioni parlando delle preoccupazioni della gente, non del mio curriculum e di questo mi occuperò a Washington”, ha ripetuto Santos. C’è solo da vedere cosa succederà da qui al primo gennaio con il partito democratico che ne chiede le dimissioni e quello repubblicano sempre più in imbarazzo.
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