Paolo Valentino e Claudio Del Frate per corriere.it
covid germania
«La quarta ondata della pandemia è già in corso con tutta la sua forza. Siamo alla pandemia dei non vaccinati». E il ritmo dei «booster», le terze dosi, «non è sufficiente a fermarla». È il drammatico messaggio lanciato dal ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, che ha invitato i Länder a intensificare la campagna vaccinale, anche ricorrendo a soluzioni di emergenza coinvolgendo di più i medici di base.
La situazione in Germania peggiora .
Secondo il Robert Koch Institut, nelle ultime 24 ore si sono registrati 20.400 nuovi contagi, il doppio del giorno precedente, quando tuttavia hanno pesato i giorni festivi e quindi è stato effettuato un minore numero di test. I morti sono stati 194, che portano a oltre 96 mila il totale dei decessi dall’inizio della pandemia. L’incidenza, cioè il numero di infettati per 100 mila persone nell’arco di sette giorni, è di 146,6, ben sopra la soglia di guardia fissata a 50 nuovi contagi. Anche l’altro indice di controllo, che misura la pressione sul sistema sanitario, ha superato la soglia di guardia, che il Robert Koch Institut ha fissato a 3,3 nuovi ricoverati su 100 mila abitanti in sette giorni. Anche se non c’è un dato ufficiale, la Süddeutsche Zeitung valuta infatti che al momento l’incidenza ospedaliera oscilla tra 5,5 e 6,9 nuovi pazienti.
COVID GERMANIA
«Sono cifre spaventose, se non ci muoviamo per arginarla, questa quarta ondata farà molto male», ha avvertito il capo dell’Istituto, Lothar Wieler, secondo il quale gli strumenti per fermarla ci sono e «non c’è alcuna ragione per non farsi vaccinare».
Attualmente, 55,6 milioni di tedeschi, pari al 66,8% della popolazione, hanno completato il ciclo vaccinale, mentre 57,8 milioni (69,5%) hanno ricevuto almeno una dose.
Ma la media nasconde una preoccupante situazione a macchia di leopardo, che oscilla tra l’81,2% di vaccinati a Brema e appena il 59% in Sassonia.
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Intanto, 2,2 milioni di persone hanno già ricevuto la terza dose.
La ragione della nuova ondata, secondo Wieler, è dovuta sia al fatto che non vi siano abbastanza vaccinati, sia alla debolezza delle misure in atto per impedire contagi, come uso delle mascherine, tamponi e green pass.
Nel suo appello ai Länder, ai quali in Germania spetta la competenza esclusiva in materia di salute anche in situazioni di emergenza, il ministro Spahn ha chiesto di lanciare una capillare campagna di informazione per i «booster», il cui ritmo langue nonostante tre mesi fa gli Stati federali si fossero impegnati a offrire la possibilità di una terza dose agli over 60. Ma l’informazione è stata scarsa, con poche eccezioni come Berlino e Nord Reno-Vestfalia, e soprattutto non sono stati riattivati i centri vaccinali.
spahn
Anche i medici hanno smesso di vaccinare, col risultato secondo Spahn che «molte persone disposte a farlo non trovano il medico che li vaccini». Il ministro Spahn ha anche inviato i governi regionali a rafforzare le misure di controllo e prevenzione, introducendo l’obbligo di tampone, per il personale e i visitatori di strutture dove vivono persone a rischio, come le case per anziani. Ancora una volta, però, Spahn ha rifiutato l’ipotesi di introdurre l’obbligo vaccinale per il personale medico.
Per avere un termine di paragone tra la Germania e il resto d’Europa, una situazione peggiore in Europa Occidentale ce l’ha solo la Gran Bretagna (39.000 casi giornalieri e oltre 200 decessi, ma in calo da alcuni giorni).
La Francia registra una media settimanale di meno di 20 decessi e 5.500 contagi giornalieri, la Spagna viaggia a 2.500 nuovi contagi e poco più di 20 morti.
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Preoccupa poi anche la situazione in Austria, che a dispetto di una popolazione di 11 milioni di abitanti ha oltre 5.000 contagi giornalieri (gli stessi della Francia). Qui il governo ha paventato la possibilità di nuovi lockdown ma destinati solo ai non vaccinati.
La pandemia è entrata in una fase cruciale in molti Paesi d’Europa: l’Oms segnala che proprio il Vecchio Continente è l’unica regione del mondo dove il contagio cresce. I casi sono cresciuti per la quinta settimana consecutiva. Nel rapporto settimanale, l’agenzia Onu ha dichiarato che i nuovi casi sono aumentati del 6% in Europa, rispetto al 18% della settimana precedente. Nelle altre regioni, il numero è diminuito o rimasto costante. I cali più decisi in Medioriente (-12%), Sudest asiatico e Africa (-9%). Globalmente i nuovi contagi sono stati 3 milioni. I decessi per Covid-19 sono aumentati globalmente dell’8%, con i dati più alti nel Sudest Asiatico (+50%). Il tasso di contagio in Europa è il più alto al mondo: 192 casi ogni 100mila persone. Seguono le Americhe, con 72 casi ogni 100mila persone.