Estratto del libro “Interviste” di William Burroughs, a cura di Sylvere Lotringer (il Saggiatore) pubblicato da “Robinson – la Repubblica”
Questa intervista del marzo 1979 fu realizzata da William Burroughs nel suo loft di New York. Fu l' ultima intervista di Patti Smith prima del ritiro, quando era al massimo della popolarità. Si trasferì a Detroit con Fred " Sonic" Smith, ex chitarrista degli MC5 ( scomparso nel 1994) che sposò nel 1980. Tornò sulle scene solo nel 1988 con " Dream of Life".
PATTI SMITH
PATTI SMITH: «La mia vita è entrata in una fase di follia. Mi sono trasferita a Detroit. È durissima, ho vissuto a New York per dodici anni. Ho lottato e ho edificato un certo tabernacolo sentimentale che rappresenta il mio lavoro fatto qui. E sono molto orgogliosa del lavoro che ho fatto. Penso di aver fatto un gran bel lavoro in questa città. E io amo questa città. Lasciare New York è stato duro. Ma l' ho anche fatto con molta gioia, come se fossi una pioniera, che sente di dover andare " a ovest!".
Sono sempre stata la tipica ragazza della East Coast. Sono cresciuta nel South Jersey: Philadelphia, Camden, tutte quelle città cool. Eppure, da teenager, pensavo che la città più cool non fosse New York, ma Detroit, per via della Motown, insomma Ma il fatto è che sono felice perché ho incontrato la persona che aspettavo di incontrare nella mia vita da quando ero ragazzina. Sento di averla incontrata.
PATTI SMITH MARITO FRED
Ci ho sempre creduto, era il mio più grande sogno, quello di incontrare la persona che avrei riconosciuto come quella giusta per me. Ed è successo tardi, più tardi di quel che pensavo. Sai, pensavo che l' avrei incontrata a sedici anni E quella persona mi ha accolto.
Per la prima volta, non sto rincorrendo nessuno quella persona mi ha dischiuso un altro modo di esprimere me stessa con sincerità, che è musica. Anche se ho sempre avuto a che fare col rock' n'roll, e penso sempre a me come a una specie di portavoce». «Be', Patti, rivolgendoti a me come a qualcuno che ne sa poco di musica e di quel che succede - davvero, io ne so pochissimo - , fammi una piccola lezione. Dimmi cosa sta succedendo, e in che direzione vanno le cose».
PATTI SMITH WILLIAM BURROUGHS 1
«Non c' è molto da sapere. Gli anni Settanta sono stati un periodo in cui persone diverse hanno cercato di salire sul trono, capisci? Le sole davvero interessanti - e non sempre mi piacevano - erano persone come David Bowie. Ora, non voglio sminuire Bowie, in effetti ha fatto delle cose che sono state fonte di ispirazione per me, ma lui non è un americano.
Sai, non mi emoziona. Non voglio dire cose negative su di lui, perché fa comunque cose valide. Ma negli anni Settanta non mi entusiasmava. Credo ci fosse una fame che molti di noi non sapevano di avere. La solitudine che sentivamo era fame di qualcosa che doveva accadere. Un gruppo come i Television, loro si sentono soli. I ragazzi che sono poi diventati i Sex Pistols pensavano di essere soli. Tutti noi che avremmo dovuto far passare alla storia gli anni Sessanta, o far sì che fossero un modello su cui costruire, eravamo spenti. E tutti pensavamo di essere soli. Il nostro credo era "Sveglia!". L' ho già detto, ma in caso tu non l' abbia mai letto o sentito: io volevo essere Paul Revere. Per me era tutto lì. Volevo essere Paul Revere. Non volevo essere un grande, immenso eroe. Non volevo dare la vita per la causa.
patti smith
Non volevo essere una martire. Tutto quello che volevo era dare la fottuta sveglia alla gente. Tutto lì, quel che volevo che facessero. E sento che è successo davvero».
«Be', come dici tu, è successo davvero. Tutta la generazione punk è con te, e loro sono degli anti-eroi. Per cui rifiutano i valori tradizionali, perché essendo stati svegliati, si sono accorti che tutto quello in cui sono stati cresciuti è assurdo.
patti smith al chelsea hotel
E loro rifiutano questi modelli. Perciò possiamo considerarli, se vuoi, come qualcosa che tu hai contribuito a creare». «Io però credo sempre nel genio. Non me ne frega niente, non sono d' accordo con questi ragazzi. Io credo negli eroi.
Sai, io questi ragazzi li amo, ma a volte ho l' impressione di aver creato un sacco di piccoli mostri. Non la penso come loro, non penso che spararsi in vena l' eroina a ventun anni e morire sia il massimo. Non penso che morire a ventun anni sia il massimo. Io non voglio essere morta. Io voglio esistere in eterno.
Amo la vita e amo vivere su questa terra. Amo essere una terrestre. Non faccio festa per la morte di queste persone. Non amo Jimi Hendrix perché è morto. Amavo quel che faceva quando era stravivo e sul palco dialogava con gli dei. Ecco cosa amavo. Non mi interessa che vada a dialogare con gli dei morendo. La morte non si può testimoniare. La si prova e basta». «Ma hai l' impressione, allora, che il panorama musicale, nel suo insieme, tenda a progredire?».
patti smith springsteen
«Quello che importa è che ci sono - odio esprimermi così - più impostori che mai. Penso che nessuno, mai, dovrebbe fare arte, a meno che non sia un grande artista. La gente ha diritto di esprimersi nella riservatezza della propria casa, ma non credo debba riversare niente sul genere umano, a meno che non abbia stabilito che è qualcosa che favorisca il progresso, possibilmente in maniera positiva.
Non vuol dire che non mi piaccia leggere Mickey Spillane o un libro pornografico ma una volta l' arte era, indiscutibilmente, arte. Credo che dobbiamo ritornare a quel contesto, ma una cosa del genere può accadere solo se irrompono sulla scena dieci grandi geni alla volta. Io voglio vivere in un' età illuminata».
« Forse è il mio dono più grande. Lo so che la gente non lo è, specie gli uomini. E credo anche si tratti della carta in più che posso giocarmi in quanto donna.
david bowie in l'uomo che cadde sulla terra 1
Faccio un discorso di genere, ma in un modo ben preciso, lasciando da parte l' atto della creazione. Non ne farei una questione di genere, se stessimo discutendo di come si sale su un palco o del lavoro in sé. Capisco bene che in quel caso è importante trascendere i generi. Ma sono fiera di essere dello stesso genere di Anna Magnani, capisci? Per via di come siamo fatte, noi perpetuiamo la civiltà, e dobbiamo essere ottimiste.
Dobbiamo credere nel futuro, dal momento che siamo coloro che portano in sé i bambini del futuro. Dobbiamo avere la sensazione che non daremo loro la luce sull' orlo di un vulcano. Tu vuoi portare in grembo un figlio per offrirgli il paradiso».
WILLIAM BURROUGHS
BURROUGHS: «Sì, un sacco di donne la pensa così. Voglio dire che sentono di non voler far nascere dei figli al giorno d' oggi».
SMITH: « Ma qualcuna di noi deve. Io ho avuto una figlia dodici anni fa. Questa bambina, da qualche parte, è viva, e al riguardo provo sentimenti molto "spartani". Non ho nessun desiderio di conoscerla, o di crescerla, né di ristabilire qualche tipo di legame sentimentale con lei. Mi piacerebbe saperla su un pianeta dove le venisse garantito lo spazio per sviluppare le sue percezioni.
WILLIAM BURROUGHS 7
Credo sia la gioia ciò che può garantire più spazio. Lo capisco, e non credo nell' avere nove figli, ora come ora. E credo nella salvaguardia del nostro pianeta. Non sono una cattolica messicana, sai, voglio che il nostro pianeta continui a esistere, che i cigni non si estinguano, e tutto il resto Ma non desidero affatto vivere su un pianeta che non abbia eroi o angeli, né santi o arte. Non mi vergogno di dirlo.
Non è molto alla moda pensarla così, mi sa, ma meno è di moda e più mi sento forte e arrabbiata nel difendere la mia posizione. Sai, negli ultimi anni ho davvero sofferto vedendomi costretta a prendere atto di un sacco di cose che riguardano il nostro pianeta, certi dati di fatto. Pur essendo tentati da chi vuole corromperci, però, abbiamo anche la forza per resistergli e non essere corrotti.
PATTI SMITH
Abbiamo già parlato di questo una volta. Dell' idea di Gesù. Non ho del tutto accettato la cosa, nella mia mente. Non posso Ma il giorno che accetterò pienamente Gesù, se mai accadrà, sarà un giorno meraviglioso. Devo rifletterci. Lo sto ancora studiando, quel tipo. Ma una delle storie che mi piacciono di più è quando va nel deserto per quaranta giorni e lotta con il diavolo, quando hanno un vero e proprio scontro fisico e verbale. Qualcuno che per quaranta giorni ti perfora l' anima, è davvero».
BURROUGHS: «Sì, è davvero straziante».
PATTI SMITH WILLIAM BURROUGHS
SMITH: «E ce l' ha fatta, a venirne fuori. E allora, per quanto mi riguarda, quando penso che sia dura perché devo scontrarmi con le radio, o una casa discografica o altro, mi vergogno un po', se penso che questo tipo ha dovuto trascorrere quaranta giorni senza mangiare né bere in mezzo al deserto in compagnia del diavolo Non sembra più così terribile come lo dipingo. Ma fa male».
PATTI SMITH DYLAN PATTI SMITH FRED - 1 patti smith PATTI SMITH PATTI SMITH AL NOBEL CANTA BOB DYLAN PATTI SMITH PATTI SMITH foto di patti smith di guido harari PATTI SMITH AL NOBEL patti smith