Da Avvenire
vialli mihajlovic
L’Avvenire prende spunto dalla morte di Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic per parlare dell’incidenza del tumore al pancreas tra i calciatori. Un problema sollevato nel 2005 da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità, che aveva rilevato già all’epoca il doppio dei casi di morte tra i calciatori a causa di questa tipologia.
Il quotidiano ricorda la frase sibillina del tecnico della Roma Zdenek Zeman, quando nella stagione 1998-99 disse: «È ora che il calcio esca dalle farmacie». E scrive che quello di Zeman è “un monito da rileggere con attenzione, specie in questi giorni di lutto stretto per il calcio italiano per la perdita di due campioni cinquantenni, Sinisa Mihajlovic (leucemia) e Gianluca Vialli (tumore al pancreas) che ha prepotentemente riaperto negli spogliatoi l’armadietto dei sospetti”.
vialli juve udinese
Sul tema si è espresso anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che qualche settimana fa dichiarò:
«Bisogna approfondire alcune malattie che potrebbero essere legate al tipo di stress e di cure che venivano fatte all’epoca ai calciatori, ai trattamenti che venivano fatti sui campi sportivi».
L’Avvenire scrive di Lotito che è stato “il primo a forzare lo scrigno segreto dell’omertoso mondo del pallone italico”.
gianluca vialli juventus
Un’indagine del tipo di quella chiesta da Lotito fu eseguita dall’ex giudice della Procura di Torino Raffaele Guariniello, che istruì il primo processo penale per doping nella storia del calcio, quello alla Juventus in cui aveva militato anche Gialuca Vialli. Allora, Guariniello, contestualmente al processo per doping, affidò all’Istituto Superiore di Sanità di Roma la ricerca epidemiologica che venne effettuata su un campione di 24mila calciatori di Serie A, B e C rintracciati tramite l’album delle figurine Panini in attività tra il 1960 e il 1996. L’Avvenire intervista, sul tema, il dottor Vanacore, che partecipò allo studio.
«Sto rileggendo proprio in queste ore quello studio, primo e unico, che pubblicammo nel 2005 e confesso che avverto un certo disagio, anche perché credo sia tempo di aggiornarlo. Nella nostra ricerca che si chiuse con il riscontro di 350 calciatori morti per diverse patologie, il dato epidemiologico più significativo che emerse già allora fu che dei 4,99 casi attesi di calciatori morti di tumore al pancreas ne trovammo 9. Il doppio, e lo stesso, ma con una percentuale non giudicabile come “significativa” quanto quella del pancreas, valeva per i casi di carcinoma al fegato, 4.8 attesi e 9 trovati e la leucemia, casi attesi 5,08, trovati 9».
GIANLUCA VIALLI AI MONDIALI MESSICO 1986
In quello studio, ricorda L’Avvenire, per la prima volta si denunciava anche l’incidenza della Sla tra i calciatori. Vanacore continua:
«Nel 2005 l’incidenza delle morti di Sla nel calcio era 12 volte superiore, ma quel dato è stato aggiornato nel 2019 dal gruppo di ricercatori dell’Istituto Mario Negri di Milano che arrivando fino al 2018 con un follow-up allargato rispetto al nostro studio ha riscontrato 32 casi di morte per Sla nella popolazione calcistica ed un rischio doppio rispetto alla popolazione generale. Ma ora occorre un contributo importante da parte delle istituzioni scientifiche, delle società calcistiche e della società civile tutta, perché venga finanziata una ricerca ad ampio spettro che consenta prima di aggiornare il dato epidemiologico per tutte le cause di morte e successivamente capire le cause del fenomeno».
sinisa mihajlovic
L’Avvenire ricorda il caso di Bruno Beatrice, mediano della Fiorentina, morto in conseguenza di una terapia per curare la pubalgia e lo collega al caso Mihajlovic. Scrive:
“Siamo partiti dalle morti per tumore al pancreas nel calcio, come quella di Vialli e chiudiamo con quella che per noi da sempre rappresenta il “caso madre”: la morte del mediano della Fiorentina metà anni ‘70 Bruno Beatrice. Il mediano viola è stato “ucciso” da una serie killer di Raggi Roentgen per curare una pubalgia. Da perizia medico scientifica la Roetngen terapia causò la leucemia linfoblastica acuta che nel 1987, a 39 anni, portò Beatrice alla morte. L’inchiesta condotta dai Nas e dal pm di Firenze Bocciolini, appurò che in quella Fiorentina degli anni ’70 si fece «sperimentazione medica».
Da qui, le possibili conseguenze letali per le morti premature degli ex viola e compagni di Beatrice: Nello Saltutti, Giuseppe Longoni, Ugo Ferrante, Massimo Mattolini, Giancarlo Galdiolo (oltre ai casi di Giancarlo Antognoni, infarto a 51 anni e Domenico Caso, tumore al fegato da cui è guarito). Bruno Beatrice è morto il 16 dicembre, come Mihajlovic, oltre alla leucemia forse una seconda coincidenza su cui fare luce una volta per tutte”.