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    GIÀ SI SENTE TINTINNAR DI MANETTE: LA POLITICA VUOLE RIFORMARE LA MAGISTRATURA! - SULL'ONDA DELLE IMBARAZZANTI INTERCETTAZIONI DI PALAMARA, PD E M5S SI TROVANO D'ACCORDO SULL'INTERVENTO LEGISLATIVO CHE DIA UN COLPO AL CSM, ALLE CARRIERE E AGLI INCARICHI DIRETTIVI, COSÌ SOFFIANDO UN TEMA CHE SALVINI SI ERA APPENA INTESTATO - CI SONO MOLTI MAGISTRATI D'ACCORDO, CASUALMENTE TUTTI IN PENSIONE O CON ALTRI INCARICHI, TIPO CASELLI E ROBERTI: ''VANNO ABOLITE LE CARRIERE''


     
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    1. ANM, NIENTE INTESA SUL NUOVO CORSO ORA ANCHE IL PD VUOLE RIFORMARE IL CSM

    Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera

     

    Dopo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, anche il sottosegretario Andrea Giorgis avverte che «occorre riformare al più presto, con determinazione ed equilibrio, il Consiglio superiore della magistratura, il sistema delle carriere e la disciplina del conferimento degli incarichi direttivi».

     

    giuseppe conte alfonso bonafede giuseppe conte alfonso bonafede

    E di fronte al governo che s' è dato questa nuova scadenza (oltre che ai propri iscritti), l' Associazione nazionale magistrati cerca di rimanere un interlocutore credibile lasciando operativa la Giunta dimissionaria, in attesa delle elezioni già fissate per ottobre ma che potrebbero essere anticipate.

     

    L' intervento di Giorgis certifica che, insieme ai Cinque Stelle, pure il Partito democratico ritiene inderogabili radicali modifiche al funzionamento dell' organo di autogoverno dei giudici. Significa che i due principali partiti di governo vogliono accelerare su una riforma di cui si discute da anni (era nel programma del governo Renzi, poi di quello grillino-leghista) senza arrivare a nulla. Ora ci si riprova, sull' onda del «caso Palamara» esploso un anno fa e riattualizzato dalla pubblicazione di alcuni dialoghi dell' ex componente del Csm indagato per corruzione.

     

    Ma Giorgis, esponente del Pd, precisa che il riordino non dev' essere «contro la magistratura e la sua autonomia, ma deve avere l' esclusivo fine di preservarne credibilità e autorevolezza». Non si tratta di abolire le correnti, bensì di «contrastarne le degenerazioni e i connessi rischi di una perdita di prestigio, professionalità e indipendenza».

    palamara palamara

     

    Uno stop a chi volesse approfittare della crisi del mondo giudiziario per rispolverare vecchi progetti. Si parte da una bozza che prevede un sistema elettorale a doppio turno, con collegi territoriali, che verrà aggiornata in un prossimo vertice di maggioranza; ma si discuterà anche di un diverso sistema disciplinare e di nuove regole per l' assegnazione degli incarichi direttivi.

     

    L' Unione delle camere penali ha già ribadito l' esigenza di arrivare alla separazione delle carriere tra giudici e pm; una bandiera che in Parlamento sta raccogliendo più consensi rispetto al passato, non solo nell' opposizione, che preoccupa i magistrati.

     

    Anche per questo il sindacato dei giudici, che dopo la crisi della Giunta composta da Area-Unità per la costituzione-Autonomia e indipendenza non è riuscito a eleggerne una nuova, ha deciso di andare avanti con il governo dimissionario. Con l' obiettivo di contrastare «il disegno in atto che vuole colpire la magistratura, la giurisdizione e l' associazionismo che conosciamo e che nessuno sconfiggerà mai», come ha detto il presidente (non ancora ex) Luca Poniz, rappresentante di Area, il gruppo di sinistra, nel comitato direttivo di ieri sera.

     

    David Ermini David Ermini

    Un nuovo «patto politico di rinnovamento» con i centristi di Unicost (già corrente di Palamara) non è stato possibile, perché Area continua a denunciare le timidezze dei «moderati» nella reazione alle ultime pubblicazioni di spezzoni di dialoghi dell' ex pm finito sotto inchiesta. Che non svelano solo clientelismi e spartizioni per i posti da assegnare, ma anche trame per colpire e danneggiare i magistrati delle correnti avverse.

    Oltre alle frasi ormai famose sull' ex ministro Salvini «da attaccare anche se ha ragione», e altre affermazioni poco commendevoli.

     

    Pur senza riuscire a trovare risposte unitarie nell' immediato, quindi, l' Anm «non resta acefala». I dirigenti dimissionari - rivendica ancora Poniz con orgoglio - restano al loro posto nonostante le divisioni «per rappresentare responsabilmente i magistrati che in quelle chat non ci sono né hanno mai aderito a certe pratiche, non hanno relazioni con la politica ma non accettano lezioni da chi, anche nel mondo politico, quelle relazioni ha cercato e coltivato».

     

     

    2. CSM VIA ALLA RIFORMA INTESA TRA PD E M5S PER FRENARE LE CORRENTI

    Francesco Grignetti per “la Stampa

     

    GIANCARLO CASELLI GIANCARLO CASELLI

    Sarà un conclave di maggioranza, oggi, ad affrontare una riforma tra le più complicate e scivolose: quella del Consiglio superiore della magistratura. Il tema è noto. La politica tutta, indistintamente, vuole limitare il peso delle correnti organizzate dentro la magistratura. Quel sentimento che fa gridare al presidente dimissionario dell' Associazione nazionale magistrati, Luca Poniz: «È in atto un disegno per colpire l' intera magistratura e l' associazionismo che nessuno sconfiggerà mai. Occorre reagire con forza e respingere l' idea che la magistratura è quella che emerge dalle ricostruzioni dei giornali. Noi siamo un' altra cosa».

     

    Un urlo di orgoglio che però cade nel momento peggiore della magistratura italiana, tra la coda dello scandalo Palamara e lo scontro aperto tra le correnti.

    Il problema della politica è come vincere questa battaglia. Il ministro Alfonso Bonafede aveva ipotizzato una riforma già ai tempi della maggioranza giallo-verde, poi riscritta con la maggioranza attuale. Tra la prima e la seconda ipotesi, è caduta l' idea di imporre un sorteggio ai magistrati per entrare nel Consiglio superiore della magistratura. Resta il nodo di quale sistema elettorale. Spiega uno degli esperti del Pd: «Non possiamo sbagliare. Guai a cercare un sistema elettorale che dovrebbe ridurre il peso delle correnti e poi scoprire che invece l' ha accentuato».

    lotti renzi lotti renzi

     

    Mai come stavolta i toni dei politici sono critici contro i magistrati.

    Il centrodestra torna a chiedere la separazione delle carriere, come anche gli avvocati dell' Unione camere penali.

     

    Per Matteo Renzi è uno «scandalo incredibile, ma nessuno ne parla se non tocca Luca Lotti o Cosimo Ferri». Dice anche Francesca Businarolo, M5S, presidente della commissione Giustizia alla Camera e molto vicina al Guardasigilli: «Occorre un' immediata riforma dell' organo di autogoverno per restituire credibilità e solidità a una essenziale articolazione del potere statale». E Andrea Giorgis, sottosegretario alla Giustizia, Pd: «Al più presto riformare il Csm, il sistema delle carriere dei magistrati e la disciplina del conferimento degli incarichi direttivi».

     

    Un vecchio saggio come Giancarlo Caselli è sgomento: «Le intercettazioni rivelano un groviglio di manovre e spesso anche di baratti che hanno consentito a molti di parlare di un suq. È uno tsunami». Franco Roberti, già procuratore nazionale antimafia, oggi eurodeputato Pd, chiede la più radicale delle riforme: «Vanno abolite le carriere dei magistrati». Intanto all' interno dell' Anm si cerca di trovare una tregua. Sia pure armata. Resta in piedi la giunta dimissionaria per l' ordinaria amministrazione.

    FRANCO ROBERTI FRANCO ROBERTI

     

    Obiettivo minimo è avere una voce proprio ora che il Parlamento intende riscrivere le regole sull' autogoverno della magistratura stessa.

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