Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “La Verità”
GIACOMO AMADORI
[…] Ieri […] i principali quotidiani per raccontare l’iscrizione sul registro degli indagati di Pasquale Striano, un finanziere alla vigilia della pensione, per accesso abusivo a banche dati informatiche (neanche, almeno per ora, una piccola rivelazione di segreto di Stato) hanno scomodato titoli degni di tempi peggiori: «La fabbrica dei ricatti», «La Repubblica dei dossieraggi», «È caccia ai mandanti», «Una centrale dei dossier screditava politici e vip», «Da Pecorelli al Sismi la storia d’Italia da spioni e ricatti».
Eppure, ad oggi, non risultano iscritti altri soggetti a parte il militare e all’orizzonte non si scorgono grandi vecchi o burattinai di sorta. Ma solo una delle tante storie di fonti più o meno qualificate che passano notizie riservate ai giornalisti.
Rapporti un po’ borderline su cui da sempre campa il giornalismo d’inchiesta, piaccia o non piaccia. Anche se la vicenda odierna non sembra nemmeno lontanamente paragonabile a quelle dei dossier stampati con il ciclostile dalla security Telecom di Giuliano Tavaroli o dell’archivio segreto dell’ex 007 Pio Pompa.
giovanni bianconi foto di bacco
Giovedì i colleghi dei cosiddetti giornaloni […] hanno dato in pasto all’opinione pubblica la storiella in versione comunicato stampa di una centrale di dossieraggio alla Direzione nazionale antimafia su cui sono saltati subito politici di ogni colore. Ma nello sfizioso pastiche, buono per rivitalizzare i languidi notiziari agostani, è entrato un po’ tutto e anche il suo contrario.
E così i cronisti, […] hanno iniziato a propalare la fòla della centrale dei dossier, mettendo in unico calderone tutte le segnalazioni di operazioni sospette uscite in questi mesi su diversi quotidiani.
L’inviato del Corriere ha pure inserito Matteo Renzi tra le presunte vittime, senza ricordare che la storica compagna aveva pubblicato una Sos sull’ex premier. E chi scrive è testimone oculare di una telefonata del fu Rottamatore in Procura per segnalare ai vertici dell’ufficio la presentazione di una querela contro la giornalista per una presunta rivelazione di segreto, forse per trovare una scorciatoia che i normali cittadini non possono percorrere.
FIORENZA SARZANINI
Tra gli ultrà dell’inchiesta si segnala Nicola Porro che quando c’è da festeggiare insieme con qualche potente è sempre in prima fila. Ma in questo caso sbaglia bersaglio e prova a insinuare che saremmo diventati garantisti con il tenente per chissà quali oscuri motivi. Lui che una decina di anni fa minacciò di scatenare «i segugi» contro la Confindustria poco berlusconiana.
Tranquillizziamo Porro: Striano non è mai stata una nostra fonte. E lo sfidiamo a provare il contrario. Detto questo, il conduttore ci accusa di pubblicare «schifezze». Evidentemente meglio il suo tranquillo chiacchiericcio salottiero e pettinato a notizie-zero (così non inquina).
Il Riformista di Renzi, dopo aver ribattezzato l’indagine «Killeropoli», ha indicato i bersagli e stilato un elenco di articoli contenenti Sos e relativa testata di pubblicazione con questa chiosa: «Negli ambienti politici (sic, ndr) si fa notare come a essere coinvolti siano sempre due o tre giornali e pochissimi giornalisti».
conferenza stampa di matteo renzi al senato 7
Insomma a compilare le liste di proscrizione dei cronisti «cattivi» sono i membri della Casta. Davvero poco rassicurante. L’articolo era firmato da Alessio De Giorgi, noto alle cronache per aver fatto parte della Bestiolina renziana, la squadretta che a un certo punto aveva persino teorizzato la mascariata social degli avversari politici, magari con l’ingaggio di «almeno due giornalisti d’inchiesta e un investigatore privato di provata fiducia e professionalità (costo medio-altro)».
alessio de giorgi 2
I consiglieri di Renzi ipotizzavano una «contropropaganda» fatta anche di pedinamenti del nemico di turno e di «character assassination» ovvero «notizie, indiscrezioni, rivelazioni mirate a distruggere la reputazione e l’immagine di Grillo, Di Maio, Di Battista, Fico, Taverna, Lombardi, Raggi, Appendino, Davide Casaleggio (e la sua società), Travaglio e Scanzi». Ma adesso l’ex premier fa la verginella.
nicola porro
Ieri mattina il non memorabile pezzo di De Giorgi è stato aggiornato con un attacco personale contro chi scrive, in stile Porro. Ma se il conduttore Mediaset aveva alluso, in questo caso i kamikaze del Riformista ansiosi di perdere altri soldi in cause civili scrivono: «E come si mormora tra i palazzi romani potrebbe essere proprio il giornalista de La Verità (verità che piace a loro) ad aver ricevuto ghiotte informazioni proprio da parte di questo maresciallo sotto inchiesta o da altri personaggi dello stesso affaire».
Dunque chi comanda ha trovato il capro espiatorio ideale per le proprie disavventure mediatiche: un finanziere prossimo alla pensione accusato di «spiare» i potenti e magari di passare qualche velina all’amico cronista (che non sta nella nostra redazione).
Una lezione inviata a reti unificate ai pochi che sentono come un dovere civico far emergere possibili conflitti di interesse o altre magagne della classe dirigente anche a costo di commettere un reato (in questo caso ancora tutto da accertare) e di rischiare la carriera.
giovanni bianconi foto di bacco
Ma mentre il finanziere viene bastonato […], è passata sotto silenzio la notizia che abbiamo scritto ieri, ossia che, secondo l’indagato, alla Direzione nazionale antimafia una toga importante gli avrebbe commissionato un report sugli affari di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Ovviamente in via riservata.
In passato sono diventate icone progressiste Edward Snowden e Bradley Manning (poi divenuto Chelsea) che, comunque, hanno diffuso documenti coperti da segreto militare, ma il finanziere che spiava gli affari quanto meno degni di approfondimento del ministro della Difesa quello va sotterrato. Meglio trasformare in eroi da film i militari altrui.
[…] I vari consorzi internazionali di giornalismo investigativo di cui si pregia di far parte La Repubblica da tempo diffondono sui media carte rubate nei computer di questa o quella società privata da impiegati infedeli, ma «democratici». Si va dai Panama e Pandora papers sino all’ultimo caso degli Abu Dhabi secrets. E tutti si spellano le mani.
LA REPUBBLICA - IL GIORNALE - IL RIFORMISTA - TITOLI SUL PRESUNTO DOSSIERAGGIO
Ma adesso il finanziere che non passava le notizie a loro, ma ad altri giornalisti (ex dipendenti proprio dello stesso gruppo Gedi) merita la gogna e un titolo di apertura a nove colonne come il già citato «La fabbrica dei ricatti».
Anche se in passato il quotidiano di Largo Fochetti aveva enfatizzato le segnalazioni di operazioni sospette, per esempio quella che riguardava fondi destinati allo staff di Matteo Salvini. Ieri hanno iniziato a circolare sulle chat di Fiamme gialle e magistrati dossierini già confezionati su Striano.
SILVIO BERLUSCONI MARCELLO DELL'UTRI
[…] Come ciliegina è stato postato un articolo scritto dal tenente, per far «notare il tenore di alcuni suoi interventi». La magistratura stabilirà se Striano abbia commesso reati ed, eventualmente, quali. Ma vedere i cronisti che alzano i calici insieme con i politici di fronte all’indagine su una fonte giornalistica un po’ ci preoccupa.
NICOLA PORRO LE OPERAZIONI DI DOSSIERAGGIO IN ITALIA NICOLA PORRO GIORGIA MELONI