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    PICCHIO DE SISTI…E CI SPEZZO LA NOCE DEL CAPOCOLLO PURE AL NIPOTE (VIDEO STRACULT) – GIACOMO ARDUINI, A SEGNO NELLA FINALE CON LA FIORENTINA, FESTEGGIA LA VITTORIA DELLO SCUDETTO UNDER 16 DELLA ROMA INSIEME AL NONNO “PICCHIO” DE SISTI, EX CENTROCAMPISTA GIALLOROSSO – LA BATTUTA DI BANFI-CANA’ NEL FILM “L’ALLENATORE NEL PALLONE” E IL COMMENTO DI DE SISTI: “HO FATTO UN SACCO DI COSE NELLO SPORT E LA GENTE SI RICORDA DI ME PER QUELLA STRONZATA…” – VIDEO


     
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    Da https://laroma24.it/

     

     

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    La Roma Under 16 ha conquistato nella serata odierna il suo secondo scudetto consecutivo, battendo per 2-3 la Fiorentina grazie alle reti di Coletta, Cinti e Arduini. Proprio quest'ultimo ha festeggiato la vittoria insieme a suo nonno, ovvero la leggenda della Roma Giancarlo De Sisti. "Figli e nipoti di Roma…

     

    Il campione d’Italia Under 16 Giacomo Arduini insieme al nonno Giancarlo De Sisti", il messaggio che accompagna la foto pubblicata dalla società giallorossa su Twitter.

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    PICCHIO DE SISTI

    Estratto dell’intervista di Stefano Cappellini per il Venerdì- la Repubblica pubblicata da Dagospia il 5 marzo 2023

     

    (…)

     

    Il suo maestro nella Roma?

    «Mi ritrovai nello spogliatoio con i miei idoli, ce li avevo tutti attaccati al muro in casa. Ma il maestro fu Juan Alberto Schiaffino, l'italo-uruguaiano.

    Mi disse: guarda sempre negli occhi gli avversari che hai davanti e capirai in anticipo cosa stanno per fare. C'aveva ragione eh, avrò recuperato diecimila palloni con questo metodo».

     

    La Roma degli anni Sessanta aveva problemi di cassa. È vero che l'allenatore Lorenzo vi portò tutti al teatro Sistina per organizzare una colletta?

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    «Verissimo, servivano a pagare gli stipendi. Raccogliemmo circa 800 mila lire, che non bastavano. Non fu una cosa molto simpatica. Decidemmo di devolverli agli alluvionati del Vajont».

     

    Come fu lasciare Roma?

    «Mi scappò la lacrimuccia, ero mammone, e dal 1961 ero fidanzato con la donna che è tuttora mia moglie. Il giorno stesso della cessione un messo della Roma andò a casa mia a riprendersi l'abito da trasferta, giacca e pantaloni. Ci rimasi malissimo».

     

    Nel 1969 vinse il secondo e tuttora ultimo scudetto della Viola.

    «Era la Fiorentina yé-yé, Pesaola allenatore. Conquistammo la certezza matematica dello scudetto vincendo a Torino con la Juve, non so se rendo l'idea».

     

     

    Desiderio per gli 80 anni?

    «Rimettermi dal mal di schiena e stare tra gli affetti. Sono stato fortunato. Da ragazzo di borgata a commendatore della Repubblica per meriti, sempre rispettando le regole. Nella vita contano tre cose: il sudore, la fortuna e la consapevolezza dei propri limiti. Io sono andato forte su tutte e tre».

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