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Carlos Passerini per il Corriere della Sera
Sta prendendo una strana piega l' ultima storiaccia di razzismo legato al calcio, protagonista Mario Balotelli: un cartellino giallo sventolato in faccia all' attaccante bresciano ora in forza al Nizza rischia di finire addirittura in tribunale.
Comunque vada a finire, in Francia è già un serio caso politico. Occorre tornare a sabato scorso in Borgogna, a Digione, minuto 73': succede che a un certo punto, dopo una rovesciata sbagliata, il giocatore zittisce il pubblico di casa e viene ammonito dall' arbitro Rainville. «Sono insulti razzisti» gli spiega subito Mario. Che aggiunge: se ne sento altri, esco dal campo.
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Niente da fare, l' arbitro rimane della propria idea: giallo. A quel punto però lo speaker dello stadio interviene per calmare i tifosi tanto che il delegato scriverà poi un referto aggiuntivo al rapporto arbitrale. Il mistero in ogni caso resta, visto che secondo Canal+ nessun altro giocatore in campo, di entrambe le squadre, avrebbe sentito gli ululati. Un giallo sul giallo, insomma. Ieri comunque Rainville ha detto la sua: «Non ho sentito insulti o versi di scimmie, altrimenti non avrei ammonito il giocatore perché ne avrei compreso la reazione».
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Una giustificazione che però non ha convinto l' associazione Sos Racisme né tantomeno il Cran, il consiglio rappresentativo delle associazioni nere di Francia, che ha addirittura deciso di denunciare l' arbitro: «Balotelli ha subito una doppia pena. Il razzismo è un reato - spiega il Cran - e chi non reagisce di fronte a un atto razzista è complice». Anche quelli del Digione non ci hanno fatto un figurone, tipo l' allenatore Dall' Oglio che ha minimizzato spiegando di disporre pure lui di uno «stock di giocatori di colore». Stock, già. Oggi la disciplinare si occuperà del caso, verranno riascoltati i sonori, plausibile che a Balo (protagonista nel 2017 di una vicenda simile a Bastia) venga tolta l' ammonizione. Comunque sia, brutta storia.
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