Estratto dell’articolo di Giulio De Santis per il “Corriere della Sera”
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«I parenti di mamma vogliono le sue condanne penali, sperando di rinchiuderla e gettare la chiave. A cosa mirano? Al casale di Capalbio, dove ci sono enormi difficoltà ad accettare la divisione giudiziaria».
È il grido disperato e furioso di Giancarlo Armati, 25 anni, figlio di Virginia Sanjust de Teulada, 46 anni, l’ex «signorina buonasera», condannata a un anno e cinque mesi con l’accusa di estorsione e violenza per aver preteso dalla sorella Beatrice 15 euro in cambio di un mazzo di chiavi.
La sentenza, che segue la condanna a due mesi dell’ottobre scorso per tentato furto, nasce da una denuncia — poi ritirata — della sorella della Sanjust. Sullo sfondo della lite per un mazzo di chiavi, secondo Armati, ci sarebbe la proprietà di 14 ettari di Capalbio, che il nonno Giovanni Sanjust de Teulada ha lasciato in eredità ai tre figli, Virginia, Beatrice e Giorgio.
Virginia Sanjust di Teulada con il figlio Giancarlo
«Mamma è di fatto privata della possibilità di risiedere presso la sua abitazione di Capalbio dai propri fratelli», dice Armati che, come deciso dal giudice tutelare, è il suo amministratore di sostegno. «Ora — tiene a far sapere — mia mamma è ricoverata per sua scelta presso l’ospedale di Grosseto. Da metà dicembre stiamo procedendo a un programma di recupero, anche con il supporto dell’ospedale Sant’Andrea».
La condanna è uno snodo cruciale […]: «I rapporti con la sorella sono da anni pessimi e dopo la condanna non vi è stato più nessun contatto. Mamma è ricoverata da settimane a pochi metri dall’abitazione di Beatrice, ma lei non si è mai degnata di andarla a trovare».
Un comportamento che il figlio della Sanjust censura, ricordando il passato: «Mamma, nel passato, l’ha aiutata economicamente anche in modo molto sostanzioso. Allora andavano d’accordo. Da quando mamma ha avuto problemi anche economici, l’idillio è finito».
Giancarlo Armati - figlio di Virginia Sanjust di Teulada
Il casale […] è il palcoscenico della loro faida familiare: «I rapporti con quasi tutti i familiari sono inesistenti come testimoniano i gravi episodi di violenza accaduti nella casa di Capalbio […]».
Armati non nega che le questioni legate alle condizioni di salute della madre complichino i rapporti: «Sicuramente ci sono le problematiche evidenti e mai negate di mia madre». Però, stavolta […] è stato varcato un limite: «Questa condanna […] è l’ennesima umiliazione per mamma. In quell’aula di giustizia, forse, avrebbero anche dovuto approfondire i reali motivi della denuncia».
Oggi Armati, nell’aiutare la mamma, sente di avere l’appoggio di pochi: «Dalla sua parte ci sono solo mia nonna e sua mamma, Antonellina Interlenghi, e mio padre, il suo ex marito». Sul perché non ci siano gli altri parenti, […] non ha dubbi: «Hanno l’intento di risolvere una situazione di forte disagio con delle condanne […], supponendo che con il cumulo di esse si possa privare mia madre della sua libertà personale, rinchiuderla e gettare via la chiave». […]
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