Andrea Ossino per “la Repubblica - Edizione Roma”
giandavide de pau
Una scia di sangue lunga 10 anni collega i tre delitti commessi giovedì scorso in Prati con l'omicidio di una ragazza nigeriana, il cui corpo è stato trovato nel 2012 in via Aurelia, all'altezza del civico 884. Gli agenti della squadra mobile indagano sui possibili collegamenti tra l'ex autista del boss Michele Senese e i cold case della Capitale, sospettano che Giandavide De Pau possa aver già ucciso in passato, prima del triplice femminicidio. Magari proprio la nigeriana.
Il tipo di arma, il numero delle ferite inferte, la professione delle vittime: ecco gli elementi che collegano le uccisioni delle due donne cinesi e della escort colombiana con il delitto avvenuto otto anni fa. Il corpo della donna nigeriana era stato ritrovato da alcuni operai diretti in un cantiere in via Aurelia.
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Il giudice chiamato a convalidare l'arresto di De Pau descrive una « particolare efferatezza e brutalità dei tre omicidi» commessa da «una personalità violenta, aggressiva e priva di freni inibitori » : un uomo che entra in casa di due prostitute cinesi e registra le sue gesta, forse per avere un ricordo della mattanza.
Una violenza di cui parla anche la sorella dell'indagato, la donna che lo ha fatto arrestare chiamando i carabinieri. « Mio fratello è sparito da ieri, sotto l'uso di sostanze, completamente fuori di testa, è una persona che non sta bene quando fa uso di sostanze - dice Francesca De Pau ai militari dell'Arma mentre invita la madre, al suo fianco, a trattenere le lacrime - l'ho sentito questa notte. Farfugliava di donne uccise, di sangue, di coltelli e di cose varie e io mi sono sentita di chiamarvi».
GIANDAVIDE DE PAU
De Pau al telefono «diceva che c'era sangue perché quella stava sul letto, perché poi c'erano i servizi segreti - continua la telefonata - lui diventa matto quando fa».
Le farneticazioni di De Pau, che ha provato a spiegare ai pm di aver visto «un uomo che puntava una pistola con il silenziatore alla nuca » della prima vittima cinese, è ampiamente smentita: video e audio registrano il delitto e gli spostamenti del killer.
LIA - UNA DELLE DUE PROSTITUTE CINESI UCCISE DA GIANDAVIDE DE PAU
Il 51enne dopo aver ucciso Yang Junxia e Li Yan Ron in via Riboty 28, ha ammazzato anche Martha Lucia Torres Castano, in via Durazzo. Poi ha contattato due escort e le ha incontrate al Jackie O' dietro via Veneto. Locale iconico della movida anni '90 e status simbol anche per i criminali che lo frequentavano. Lì Giandavide De Pau ha chiesto riparo alle due prostitute cubane che lo hanno portato in via Milazzo, in un losco B&B dove nessuno avrebbe fatto domande.
«Sono un uomo molto cattivo, ho ucciso tante persone» , avrebbe detto alle donne chiedendo rifugio. Poi le avrebbe inviate ad andare a prendere del denaro dalla sorella.
Francesca si è rifiutata e ha messo gli investigatori coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi sulla strada giusta. Una strada che ha permesso di ricostruire tutti i momenti del triplice omicidio anche grazie al video che De Pau registra per poi dimenticare il telefono sulla scena del crimine. Dal primo messaggio inviato alle due donne cinesi, «20/15 minuti e arrivo», fino alle urla delle due donne mentre venivano uccise. E poi la sequenza di spostamenti con cui avrebbe tentato la fuga: permettono al giudice di ritenere che De Pau era «consapevole » e lucido abbastanza per tentare la fuga.
GIANDAVIDE DE PAU