Gianluca Nicoletti per “La Stampa”
MERCOLEDI
Mercoledì risolve le angosce di chi deve nascondere il suo essere fuori standard. La protagonista della serie tv di Tim Burton sulla famiglia Addams, è la ragazzina gloriosamente stronza che tanti aspettavano. Sarà lei a far giustizia per ogni adolescenza che si senta divergente, rispetto alla banalità dell'idolatria di umanità "nella regola". Sarà anche una dolorosa spina nel fianco (per modo di dire) per gli "irregolari normati", come bulletti e bullette, influencer e tiktoker ma persino per gli intangibili figli e figlie di mamma e papà, politicamente corretti e di ogni genere possibile.
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Mercoledì risolve in maniera definitiva, più che umiliante, i conflitti tra ragazzi; se lo segni il neo ministro all'Istruzione e Merito. A scuola le bullizzano il fratellino? Lei butta due buste di piranha affamati nella piscina dove stanno nuotando i belli, forti e vincenti. Ha un problema con un suo giovane innamorato? Anche se è un povero barista, bello umile e orfanello, lei lo incatena a una sedia, lo frigge con due pungoli elettrici e si appresta a rompergli le rotule a martellate.
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Non la si confonda però con una psicopatica sadica e crudele. Mercoledì è animata da un profondo e sincero sentimento di giustizia. È l'universo dei "normali" ad essere in realtà popolato da veri mostri, lei non chiederebbe di meglio che bearsi nella sua abissale asocialità, vivere nel profondo la sua attrazione per la penombra, il suo interesse scientifico e filosofico nel sondare ogni possibile declinazione del lato oscuro dell'esistere.
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Il mondo della sorridente mistificazione del bene però la tampina, le impedisce di applicarsi come vorrebbe alle sue macchine da tortura, ai suoi scorpioni da passeggio, alle sue piante velenose.
Così, per istruirla a convivere con la bella società prevalente, che al massimo la considera una sfigata, sociopatica e dark, i suoi genitori, sempre in crescente foia da arrapati cronici pur ormai segnati dall'età in rughe e pinguedine, la mandano a farsi le ossa alla Nevermore Academy della cittadina di Jerico. Un'ennesima tetra citazione della scuola di magia di Hogwarts, con la differenza che invece che formare aspiranti maghi istruisce giovani "mostri" alla sopravvivenza dalle insidie della gente perbene.
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Mercoledì qui si allena alla tolleranza, accetta di condividere la stanza con una piccola figlia di licantropi che ama i pupazzi di peluche, le sfumature dal rosa confetto al fuxia, i trucchi e le scempiaggini dolciastre da ragazzina coccolosa. Ha però un'inquietudine tipica di molte adolescenti, che, nella sua condizione, è declinata nel non cedere al fascino della luna. Rifiuta di farsi crescere peli, zanne e smettere di fare la bambina per diventare una lupa mannara adulta.
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Però anche Mercoledì cede alla tentazione dell'altruismo, accetta di far combutta con giovani sirene, vampire, gorgoni. Il fine giustifica la sua uscita dalla beatitudine della penombra; la sua guerra è proprio con il massimo rappresentante simbolico dell'intolleranza e del pregiudizio verso ogni creatura difforme. Qui è la cruda metafora della società attuale; in nome di un predicatore di moralismo bigotto e ottuso, proprio in quella Jerico, da secoli, una setta di fanatici religiosi lavora per lo sterminio purificatore di ogni umano difforme al loro modello di integrità.
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Capiamo così come mimetizzata tra la "brava gente" agisca ogni sentinella del più puzzolente girone infernale, questa è la bandiera che sventola la silenziosa Mercoledì, lei difende ciò che la civilizzazione associa al "bene", anche se all'apparenza il suo personaggio storicamente incarna ogni possibile stereotipo della rappresentazione gotica del nefando.
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Verso la decima puntata viene forse troppo facilmente dato per scontato che i quelli che sembrano buoni sono perfidi e viceversa. In linea di principio potrebbe essere anche una lezione edificante, in un tradizionale universo di fiction alla frenetica ricerca di proclamare santi fanciulli, vittime innocenti dell'ingiustizia, martiri di genitori incompetenti e di una società disattenta. Ben venga allora Mercoledì, perché il domani apparterrà solo agli gnocchi.
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