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    "IO DI DESTRA? SONO ANARCHICO. HANNO DETTO PURE CHE SONO GAY, MA NON È VERO" - GIANCARLO GIANNINI SI RACCONTA: “IL CINEMA? GLI AMERICANI HANNO I SOLDI PER GLI EFFETTI SPECIALI, NOI MENO E SI VEDE. LEGGO MOLTE SCENEGGIATURE BRUTTE, MA SONO MORTI ANCHE I GRANDI SCRITTORI. PARTHENOPE DI SORRENTINO? HO VISTO SOLO IL PRIMO TEMPO - SONO UN PROGETTISTA: HO COSTRUITO IL GIUBBOTTO USATO DA ROBIN WILLIAMS NEL FILM TOYS E IL GUANTO PARLANTE BREVETTATO IN AMERICA. IO ALLA PRESIDENZA DEL CENTRO SPERIMENTALE? MAI, NON HO VOGLIA DI INCONTRARE I POLITICI"


     
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    Francesco Rigatelli per “la Stampa” - Estratti

     

    «Sono l'ultimo attore di una generazione che ha fatto il cinema italiano. Sordi, Mastroianni, Gassman, poi è cambiato tutto, ma io guardo a loro».

    giancarlo giannini giancarlo giannini

    Giancarlo Giannini, 82 anni, al Torino Film Festival per ricevere il Premio Stella della Mole, racconta la sua vita tra set, amore e politica, condendo ogni frase con una risata mefistofelica di quelle a cui ci ha abituati doppiando Al Pacino e Jack Nicholson.

     

    Alla sua veneranda età non si è stufato di lavorare?

    «Per niente, adoro l'avventura. Faccio per lo più partecipazioni o letture, perché sono meno faticose e permettono di variare. Tra poco per esempio girerò un film cubano-italiano a L'Avana».

    (...)

     

    Chi è più bravo di lei?

    «Gli attori italiani sono i migliori al mondo perché più fantasiosi. Non a caso i grandi americani sono italoamericani, compreso Frank Sinatra».

     

    monica guerritore giancarlo giannini monica guerritore giancarlo giannini

    I suoi attori preferiti?

    «Sordi, Mastroianni, Gassman, Manfredi, poi è cambiato il mondo e il digitale ha reso tutto più veloce e confuso. Gli americani hanno i soldi per gli effetti speciali, noi meno e si vede. Leggo molte sceneggiature brutte, ma sono morti anche i grandi scrittori. A me interessa il cinema ben scritto, giocoso, infantile, poetico. Sono dei vecchi tempi, lavoro con dieci registratori, mi riascolto, mi studio, mi porto le cassette in giro e imparo a memoria. Non a caso sono un artigiano: spezzino di origine, ho studiato a Napoli da perito elettronico industriale, entravo al mattino e uscivo al pomeriggio dalla fucina».

     

    Ha visto Parthenope di Sorrentino?

    «Solo il primo tempo, sono entrato al cinema e poi uscito, ma mi sembrava interessante.

    Si tratta di uno dei registi più bravi, molto coraggioso, non a caso è appassionato d'arte e letteratura».

     

    E il Berlinguer di Segre?

    «No, ma Germano è bravo. Anche se il mio preferito tra i giovani attori resta Favino».

    travolti da un insolito destino - giancarlo giannini mariangela melato travolti da un insolito destino - giancarlo giannini mariangela melato

     

    È vero che lei è di destra?

    «Non sono né di destra né di sinistra, sto con chi lavora bene. Hanno detto pure che sono gay, ma non è vero. Non mi sento di poter cambiare la storia, seguo solo la politica. La premier Meloni fa quel che può, poverina, non ha certo la bacchetta magica».

     

    Comunque non è di sinistra?

    «Sarei un anarchico, in verità. Non appartengo a nulla, neanche a una squadra di calcio. Tifo solo la nazionale. Ho gioito per Sinner, ecco, per il resto vivo in solitudine».

     

    giancarlo giannini il generale dalla chiesa giancarlo giannini il generale dalla chiesa

    Non ha avuto tre mogli?

    «Calma, sono alla seconda. Ho tre figli, anche se per ora nessun nipote. Ma lei deve capire che a me piace tutto e so fare tutto. Sono un progettista, so lavorare il marmo e il legno. Ho costruito il giubbotto usato da Robin Williams nel film Toys, che ora andrà al Museo del cinema, e un guanto parlante brevettato in America. Non a caso ho impostato il mestiere dell'attore sulla matematica e sulla materia. Bisogna pensare a 360°. La verità non la sa nessuno, te la devi trovare. E la tecnologia è scema, se non le dici cosa fare non si muove».

     

    Cosa si aspetta dal Torino film festival?

    «Mi sembra una realtà d'avanguardia tipica di Torino, città ordinata e al contempo vivace che mi piace molto, anche per la sua scena artistica, teatrale e musicale».

     

    travolti da un insolito destino - giancarlo giannini mariangela melato travolti da un insolito destino - giancarlo giannini mariangela melato

    Il festival è dedicato a Brando, l'ha conosciuto?

    «Lo incontrai a New York con Coppola per un film che dovevamo fare di Lina Wertmuller.

    Gli chiesi il suo segreto e lui mi deluse perché rispose che non leggeva mai i copioni. E io lo facevo fino all'ultima riga. Brando non guardava mai in scena, perché leggeva le battute che si scriveva sulle mani o sul gobbo. Pure Mastroianni mi diceva che i copioni gli servivano da sonnifero. Un'altra grande frase di Marcello era "Siamo sempre bambini e ci pagano pure"».

     

    Di Coppola che ricordo ha?

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    «Straordinario, ci ho lavorato in New York Stories, stava sempre nella roulotte da cui controllava tutto. Mi confessò che non sapeva inquadrare, al che io pensai al Padrino e risi. Mi incuriosiva in particolare il montaggio originale di Rusty il selvaggio, a cui diedi il titolo attraverso Medusa, e lui mi spiegò di non aver seguito le regole, ma di aver ripreso dove gli cadeva l'occhio. Ecco il genio senza convenzioni».

     

    Com'è stato fare l'agente segreto in due James Bond?

    «Divertente, anche perché con Daniel Craig si può scherzare fino a un secondo prima della scena. Non entra nel personaggio, ma fa sé stesso. Sento di colleghi che non riescono a uscire dalla parte dopo mesi. Io finito un film penso già al successivo. Non sono mai entrato in un personaggio, anzi se qualcuno mi spiega come si fa magari divento più bravo».

     

    È tutta improvvisazione?

    giancarlo giannini berlusconi day giancarlo giannini berlusconi day

    «No, tutta matematica. Studi bene il personaggio e lo rappresenti. Niente fronzoli, sei solo materiale plastico per il regista. Il teatro insegna: ti ascoltano se racconti bene una favola, altrimenti si addormentano. Se reciti Shakespeare, non devi fare molto altro. Non si può pensare di essere più bravi del Bardo».

     

    Perché le fanno fare spesso il cattivo?

    «Iniziò con Luchino Visconti che ne L'innocente mi chiese di ammazzare un bambino.

    Michael Caine si era rifiutato. Io dissi: se non lo faccio al cinema quando mi ricapita?

    Ma non sono cattivo, evito solo gli antipatici».

    giancarlo giannini giancarlo giannini

    Ha dato la voce a tante star tra cui Al Pacino in Profumo di donna e Jack Nicholson in Shining…

    «Pacino ha fatto scrivere sui contratti che devo doppiarlo io, così mi è successo una ventina di volte. Nicholson è pazzo e giocoso. In tutti questi attori il metodo di rielaborazione intima dell'Actors studio influisce fino a un certo punto».

     

    Cosa succederà al Centro sperimentale dopo le dimissioni di Castellitto?

    giancarlo giannini giancarlo giannini

    «Lo hanno spinto a mollare, ma su di lui si sono dette bugie. Ogni decisione è stata presa dal consiglio di cui pure io faccio parte da vent'anni a fasi alterne. Mi hanno offerto più volte la presidenza, ma ho rifiutato perché non ho voglia di incontrare i politici. Ora nomineranno un altro, che penserà ai problemi di organizzazione e di soldi simili a qualunque altra realtà».

     

    Nello speciale di Natale di Alberto Angela su Rai1 dedicherà uno speciale alla capitale, Stanotte a Roma. Che città è?

    «Vivo ai Parioli e non giro molto, come le ho detto ho già tanto da fare da solo, ma la mia Roma è quella del Cinema, di Cinecittà e delle trattorie. Ricordo un incontro con Fellini, il più giocoso e geniale di tutti, che mi permetteva di fotografarlo e mi chiamava "il pipistrello della notte".

     

    Alle 4 di mattina mi convocò "Giancarlino vieni qui" per mostrarmi una stagnola con dentro un pezzo di parmigiano appena arrivatogli da Parma. Alle 5 cucinammo le tagliatelle al ragù per grattuggiarcelo sopra. Lì ho capito che i più grandi sono semplicissimi ed è proprio inutile complicarsi la vita».

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