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    “L’EPIDEMIA? FORSE ABBIAMO SBAGLIATO QUALCOSA A MONTE DI TUTTA QUESTA VICENDA” - GIGI PROIETTI: “FINORA È TRASCORSO UN MESE, SE DIVENTASSERO CINQUE, MICA LO SO CHE MI SUCCEDEREBBE. FINORA IL MIO MÉNAGE DOMESTICO REGGE BENE. NON USCIAMO NEMMENO PER FARE LA SPESA, PERCHÉ CE LA FACCIAMO PORTARE A CASA - È TROPPO FACILE SCARICARE SUGLI ALTRI LE RESPONSABILITÀ, CHE INVECE SONO DI TUTTI NOI CITTADINI…”


     
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    Emilia Costantini per www.corriere.it

     

    gigi proietti foto di bacco (1) gigi proietti foto di bacco (1)

    “Lo definirei lo Zorro dei virus. Perché? Bè, perché mi pare molto mascherato». Gigi Proietti vive la sua clausura da Covid-19 con il suo consueto spirito critico e particolarmente riflessivo. «Sì, in clausura, ma mi sento un privilegiato».

     

    Perché?

    «Rispetto a tanti altri concittadini che magari abitano in piccoli appartamenti, senza una terrazza, senza uno sfogo, io almeno ho un giardino, che in questo momento è a dir poco vitale. E pensare che, tempo fa, volevo cambiare casa».

     

    Per andare dove?

    «Io sono nato a via Giulia, ma ormai da molti anni abito un po’ fuori dal centro, quindi con Saghitta (la moglie di Proietti ndr), stavamo valutando l’idea di tornare a vivere nel centro storico. E meno male che non l’abbiamo fatto! Adesso me ne sarei pentito: qui dove siamo non ci sentiamo costretti».

    intervento di gigi proietti foto di bacco intervento di gigi proietti foto di bacco

     

    Come trascorre le sue giornate agli arresti domiciliari?

    «Francamente avevo preventivato, già prima di questa emergenza, un periodo di riposo, perché avevo appena finito di girare un nuovo film: “Io sono Babbo Natale” di Edoardo Falcone, insieme a Marco Giallini. L’ho fatto con grande piacere ma finite le riprese sentivo la necessità di staccare i telefoni per starmene un po’ tranquillo».

     

    Insomma, il coronavirus ha esaudito i suoi desideri?

    «In un certo senso sì, anche se non immaginavo mi prendesse così alla lettera...».

     

    Comincia a mancarle in rapporto con l’esterno, il contatto con gli altri?

    «Oddio! Io non sono un grande frequentatore di feste, banchetti, aperitivi... non sono abituato ad abbracciare o baciare tutti quelli che incontro. Adesso, men che meno. C’è poco da scherzare in questa situazione, l’umore generale è di grande attesa...».

     

    gigi proietti gigi proietti

    E di grande ansia...

    «Certo. Però non è il caso di fare a cazzotti mentre si sta in fila al supermercato. Non mi piace sapere di persone che compiono azioni contro le regole e che poi se ne vantano, dicendo “ho fregato il Governo”. Eh no, perché freghiamo noi stessi. Se invece cerchiamo di stare calmi e di rispettare le disposizioni, il virus finisce prima. Però ovviamente capisco anche che uscire di casa e poter andare dove ti pare è importante psicologicamente. La limitazione della libertà è pesante, ma necessaria».

     

    La convivenza forzata di persone che non vanno d’accordo è un’aggravante.

    «Moglie e marito che litigano in tempi normali, certamente possono aggravare i contrasti, e infatti pare che le violenze domestiche siano aumentate. Tuttavia, mi piace pensare che potrebbe essere il contrario: magari, in una condizione coatta, i coniugi litigiosi fanno pace. Insomma, credo fermamente che si verificherà un profondo cambiamento e mi auguro, che alla fine di questa pandemia, non saremo più quelli di prima, speriamo in meglio».

    GIGI PROIETTI GIGI PROIETTI

     

    Ma se la clausura dovesse prolungarsi?

    «Ah bè... finora è trascorso un mese, se diventassero cinque, sia pure con il conforto del giardino, mica lo so che mi succederebbe. Finora il mio ménage domestico regge bene. Non usciamo nemmeno per fare la spesa, perché ce la facciamo portare a casa e a me, che ogni giorno leggo tanti giornali, l’edicolante li lascia sul cancello. Diciamo una cosa positiva».

     

    Quale?

    «Abbiamo più tempo per pensare, per riflettere su come vivere bene in una comunità. È tropo facile scaricare sugli altri le responsabilità, che invece sono di tutti noi cittadini. È una buona occasione per ragionare su cosa abbiamo sbagliato. Con questo non voglio dire che il virus ci ha invaso per colpa nostra, dico solo che forse abbiamo sbagliato qualcosa a monte di tutta questa vicenda. Invece di litiga’ dobbiamo ragiona’. Le polemiche tra i politici sono assolutamente dannose. Io amo la politica, ma questa non è politica».

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    Che effetto le fa Roma, in questo periodo?

    «Non sopporto di sentirla definire “spettrale”. Roma non è mai spettrale, è sempre bella, occorre evitare di usare certi termini inappropriati. Anzi, è ancora più bella perché è senza traffico, come a ferragosto. Il clima è migliorato... però nun ve preoccupate: il traffico ritornerà!».

     

    Poeti come Belli o Trilussa, cosa avrebbero scritto in una simile emergenza?

    «Sono vissuti in epoche distanti: Belli quando Roma faceva ancora parte dello Stato Pontificio, Trilussa quasi cento anni dopo. Il primo, secondo me, avrebbe giocato sulla faccenda in maniera apocalittica. Il secondo si sarebbe più divertito a fare satira. Ma il problema è che c’è poco da scherzare. Tutto quello che ho sentito sul coronavirus per far ridere, a me nun me fa’ ride pe’ gniente. Sarebbe come ridere sul colera. Però ora che ci penso sul famoso vibrione un po’ ci ridevamo, perché veniva dalle cozze... e si sa, sulle cozze, c’era sempre la battuta. Stavolta la faccenda è più misteriosa, è più lontana, sembra sconosciuta, sulle cozze eravamo più informati».

    gigi proietti gigi proietti

     

    C’è poco da ridere anche sulla situazione dei teatri, dei cinema. La stagione del Globe Theater si farà?

    «Spero di sì. Noi saremmo pronti ad aprire a giugno. E quest’anno nel programma, oltre a tanti Shakespeare, ho intenzione di inserire qualche altro grande autore classico. Sto pensando a un Molière e vorrei pure rifare, con una compagnia tutta di giovani attori, “L’Opera del mendicante” di John Gay».

     

    In conclusione, cosa vuole dire ai romani?

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    «Continuiamo ad amare la nostra città e, come cittadini della Capitale, dobbiamo dare il buon esempio al resto degli italiani».

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