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    “BONAFEDE HA L'OBBLIGO DI CHIARIRE” – GILETTI TORNA SULLE ACCUSE DI DI MATTEO AL GUARDASIGILLI: “SE COME SOSTIENE DI MATTEO È VERO CHE IL SUO INCARICO È SALTATO PERCHÉ SGRADITO AI BOSS SI TRATTA DI UN' INFAMIA POLITICA E CIVILE. E QUINDI ORA SPETTA AL MINISTRO RISPONDERE IN MANIERA COMPLETA. CHE COSA SAREBBE SUCCESSO SE TUTTO QUESTO FOSSE ACCADUTO NELL' ERA BERLUSCONI?” – VIDEO DA ‘L’ARIA CHE TIRA’


     
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    giletti giletti

    Dal “Corriere della Sera”

     

    Il primo istinto è quello naturale di rallegrarsi per lo scoop della telefonata a sorpresa del pm Nino Di Matteo a «Non è l' Arena» su La7, a proposito della sua mancata nomina a capo del Dap, che domenica sera ha fatto impennare lo share al 14 per cento: «Una puntata storica, se uno come lui, che in tv non parla mai, chiama in diretta e con pacata amarezza racconta qualcosa di sconcertante», commenta Massimo Giletti, che ha ospitato l' improvvisato duello a distanza tra il magistrato antimafia, ora consigliere del Csm, sempre sotto scorta, e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

     

    Ma poi il conduttore va al cuore della questione: «Prendo atto che Bonafede ha compiuto atti concreti contro i mafiosi, ma se quello che dice Di Matteo è vero - che l' inca-ico è saltato perché sgradito ai boss - si tratta di un' infamia politica e civile. E quindi ora spetta al ministro rispondere in maniera completa, non può limitarsi a dire che non è andata così, su un tema tanto drammatico. E mi chiedo: che cosa sarebbe successo se tutto questo fosse accaduto nell' era Berlusconi?»

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