Davide Piasentini per www.gazzetta.it
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Sembra un bambino al luna park, felice di salire su tutte le giostre, da cui poi non vuole più scendere. Gianmarco Tamberi vive il suo All Star Game come un sogno, la sfida delle celebrità come un’altra medaglia d’oro olimpica. Alla fine perde la partita, ma lascia comunque il segno. Come la nuova formula del Rising Stars Challenge, la sfida mista con giocatori di primo e secondo anno vinta da Team Barry con Cade Cunningham mvp tornata interessante dopo anni di schiacciate senza pathos.
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TAMBERI SHOW— Non è la pedana olimpica di Tokyo, ma nella partita delle celebrità Tamberi vola come se lo fosse. A 1’35” dalla fine del primo tempo, si arrampica a rimbalzo e schiaccia in volo. Il pubblico esplode, la schiacciata (la miglior giocata della partita fin lì) diventa immediatamente virale (tanto che l’Nba la usa come promo per lanciare il voto per l’mvp del match sui social). “Saranno le scarpe” twitta LaMelo Ball di Charlotte, che col campione olimpico di salto in alto condivide lo sponsor tecnico e a cui per l’occasione ha prestato gli attrezzi del mestiere.
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Gimbo chiude con 15 punti e 10 rimbalzi, giocando con un entusiasmo contagioso, come se quella fosse la partita che sognava di giocare da ragazzino, quando il basket veniva prima anche del salto in alto. Coach Dominique Wilkins se lo coccola, i compagni seguono i suoi consigli e si fanno contagiare dalla sua energia. Oltre alla schiacciata, Tamberi sembra sempre l’unico che gioca davvero, con un’intensità esaltante. Un sogno diventato realtà.
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RISING STAR CHALLENGE Missione compiuta. L’Nba aveva bisogno di un modo per rilanciare la sua sfida del venerdì e l’ha trovato con questa formula che prevede un mini torneo a 4 squadre di 7 giocatori in cui in semifinale vince chi arriva primo a 50 e in finale chi arriva primo a 25. Una formula che ha trasformato le partite in sfide interessanti e competitive e che ha la benedizione anche dei giocatori. La vittoria se la prende Team Barry, col canestro decisivo firmato dalla lunetta da Franz Wagner chiude i conti con Team Isaiah sul 25-20, a cui non bastano 13 punti di Precious Achiuwa.
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Già dalle semifinali si era capito che l’idea era quella giusta, approvata anche dai giocatori Nella prima Jalen Suggs di Orlando, uno dei 7 giocatori di Team Worthy (le 4 squadre hanno tutti nomi di grandi ex, allenatori d’eccezione), sbaglia il libero della vittoria sul 49-43. Team Isaiah (Thomas, ovviamente) ne approfitta per la rimonta e chiude i conti con due liberi di Bane, nonostante i 20 punti di Jalen Green. Nella seconda il punteggio resta sempre in equilibrio, con Tate di Houston che consegna il 50-48 a Team Barry (Cade Cunningham e Evan Mobley i migliori). E contribuisce a rendere di nuovo interessante il venerdì dell’All Star Game.
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