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    IL GOVERNO TIRA DRITTO SUL MES. E RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE – AL CONSIGLIO EUROPEO SUL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ, GIORGETTI HA CONFERMATO CHE L’ITALIA NON HA NESSUNA INTENZIONE DI RATIFICARE IL TRATTATO – L'IDEA DEL GOVERNO MELONI DI UTILIZZARE IL MES COME MONETA DI SCAMBIO PER MAGGIORI CONCESSIONI SULLA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITÀ SEMBRA DESTINATA A FALLIRE. BERLINO GUIDA L'ALLEANZA DI 11 PAESI CHE CHIEDONO MAGGIORE RIGORE SUL DEBITO… 


     
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    Estratto dell'articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

     

    PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI

    Ha incontrato i dipendenti italiani del Meccanismo europeo di Stabilità che lavorano nella sede di Lussemburgo. Ha chiesto di fare una foto con loro. Sorrisi, pacche sulle spalle, clima disteso. Ma la linea non cambia: «In Parlamento restano le difficoltà per ratificare la riforma».

     

    Giancarlo Giorgetti ha partecipato ieri al consiglio dei governatori del Mes e, davanti ai colleghi, il ministro delle Finanze ha ribadito la posizione del governo e della maggioranza.

     

    raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni

    Dal canto suo, il direttore esecutivo Pierre Gramegna ha spiegato di aver già avviato da tempo un confronto con gli Stati membri per «discutere del ruolo del Mes nel mondo che cambia», ma «all'interno del suo mandato». Fonti Ue spiegano infatti che nessuno pensa a «una riforma della riforma».

     

    Le opzioni che Gramegna porterà al tavolo dopo aver terminato il suo tour tra le capitali (per ora ha incontrato 13 Paesi) potrebbero aprire a nuovi utilizzi del Mes, magari all'introduzione di nuovi strumenti, «per sostenere gli Stati membri non solo a gestire le crisi, ma anche per prevenirle».

     

    PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI

    Ma questa «revisione» resterà confinata all'interno del perimetro definito dalla riforma che la maggioranza politica italiana non vuole ratificare. E qualsiasi nuovo utilizzo futuro «sarà possibile solo quando il trattato sarà in vigore», dunque quando l'Italia avrà completato la ratifica.

     

    […]  Una cosa è certa: la riunione in Lussemburgo ha dimostrato che l'ipotesi di utilizzare la ratifica del Mes come moneta di scambio per ottenere maggiori concessioni sulla riforma del Patto di Stabilità, come auspicato dalla premier Giorgia Meloni, non è destinata ad andare lontano. Anche perché il Mes è una questione che viene affrontata al tavolo dell'Eurogruppo tra i 20 Stati che utilizzano la moneta unica, mentre la riforma del Patto è una partita a 27 che si gioca attorno al tavolo dell'Ecofin.

     

    CHRISTINE LAGARDE FABIO PANETTA GIANCARLO GIORGETTI PIERRE GRAMEGNA CHRISTINE LAGARDE FABIO PANETTA GIANCARLO GIORGETTI PIERRE GRAMEGNA

    Proprio oggi ci sarà il primo vero negoziato tra i ministri delle Finanze sulla riforma proposta dalla Commissione e il fronte dei "falchi" guidato dalla Germania sta già facendo quadrato. Il ministro Christian Lindner ha convinto dieci suoi colleghi a firmare un documento comune per chiedere l'introduzione di un parametro minimo annuale per la riduzione del debito.

     

    Probabilmente non sarà l'1% del Pil chiesto sin dall'inizio da Berlino, ma per la Commissione si tratta comunque di fumo negli occhi perché un intervento di questo tipo andrebbe contro lo spirito originale della riforma. Il piano messo a punto dall'esecutivo Ue prevede infatti di superare i parametri standard uguali per tutti, sostituendoli con percorsi di riduzione del debito "su misura", negoziati bilateralmente dai singoli governi con la Commissione.

     

    pierre gramegna e paschal donohoe pierre gramegna e paschal donohoe

    «Bisogna costruire ponti e non trincerarsi dietro gli schieramenti» ha avvertito il commissario Paolo Gentiloni, secondo il quale così facendo «non si aiuta la situazione generale». […]

     

    C'è però un aspetto che non è passato inosservato: la lettera promossa dalla Germania è stata sottoscritta da Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Croazia, Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia e Lussemburgo. Sigrid Kaag, ministra delle Finanze dei Paesi Bassi, ha detto di «riconoscersi in molte delle posizioni» espresse dagli 11 colleghi, ma non ha firmato il documento.

    PAOLO GENTILONI PRESENTAZIONE RIFORMA PATTO STABILITA PAOLO GENTILONI PRESENTAZIONE RIFORMA PATTO STABILITA PAOLO GENTILONI PRESENTAZIONE RIFORMA PATTO STABILITA 1 PAOLO GENTILONI PRESENTAZIONE RIFORMA PATTO STABILITA 1

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