GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
GIORGETTI: «LA LEGGE DI BILANCIO NON SARÀ LACRIME E SANGUE»
Estratto dell’articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”
«Fa le sue scelte, è un servitore dello Stato, non ha bisogno dei miei consigli, è anche più vecchio di me e ha una lunga esperienza». Dal Forum delle economie mondiali di Rio de Janeiro, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si limita a queste poche frasi quando gli viene chiesto di una eventuale uscita dalla Ragioneria generale di Stato di Biagio Mazzotta.
Biagio Mazzotta
Ma la decisione sul futuro dell’attuale Ragioniere generale, da tempo poco amato dalla maggioranza, sarebbe già presa. E lui pronto a lasciare l’incarico. Al suo posto in arrivo Daria Perrotta, attuale capo dell’Ufficio del coordinamento legislativo del Mef, posizione interna al ministero di via XX Settembre e stretta collaboratrice del ministro dell’Economia. Classe ‘77, romana, diventerebbe la prima donna nel ruolo di Ragioniere generale delloIl Stato in Italia.
giancarlo giorgetti giorgia meloni
Ma Giorgetti chiarisce anche all’ Ansa che «oggi è troppo comodo dare tutta la colpa alla Ragioneria che fa il suo mestiere». Il riferimento è al buco del Superbonus. Più di una volta Mazzotta ne è stato considerato il responsabile con l’accusa di non aver vigilato abbastanza. Per il titolare del Mef però «le responsabilità sono diffuse, in primis quelle della politica che ha avallato scelte sbagliare e disastrose» e rivendica di «aver denunciato i guasti di questa misura in tempi non sospetti» e poi, «con atti coraggiosi e all’inizio non popolari, abbiamo ristabilito la sostenibilità dei conti».
BIAGIO MAZZOTTA - DARIA PERROTTA
Da Rio de Janeiro, Giorgetti promette anche che «la prossima manovra non sarà lacrime e sangue, ma sarà seria e responsabile». È ancora presto per fare delle previsioni, sottolinea, anche perché ad agosto «sarà il momento della verità», quando «privati e società fanno i bilanci e scoprono quanto devono pagare di tasse e danno gli acconti per l’anno successivo». E però nonostante il nuovo patto di stabilità «non cambia la prospettiva, avevamo già messo in conto le conseguenze del ritorno in vigore della regola del 3 per cento». […]