Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
matteo salvini giancarlo giorgetti
Lega e Cinque Stelle erano partiti per vincere la Champions e sono invece usciti ai preliminari. E non c' è dubbio che il risultato più pesante l' abbia subito il Carroccio, ma è il governo nel suo complesso che esce sconfitto dal primo turno di nomine in Europa. Perciò quando ieri Giorgetti ha certificato la sconfitta, dicendo che «l' Italia è stata tagliata fuori dall' asse franco-tedesco», l' ha fatto per attaccare Conte senza curarsi se, con il suo affondo, stava colpendo anche Salvini.
Così il sottosegretario alla presidenza ha voluto chiamarsi definitivamente fuori dai giochi per Bruxelles, da una «logica di calciomercato» che non aveva gradito fin da quando il suo nome era finito nel frullatore del toto-commissario.
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Già dal principio la prospettiva non lo appassionava: non lo convinceva il ruolo che «potrebbe ridursi a un incarico svuotato di deleghe»; temeva il rischio di «rapporti difficili con chi sarà presidente della Commissione»; e vedeva con preoccupazione le forche caudine del voto di fiducia dell' Europarlamento.
GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO CHERNOBYL BY LUGHINO
Considerazioni politiche a cui poi si è aggiunto il fastidio per la tesi che stava ormai passando nel Palazzo, quella cioè che la sua partenza fosse funzionale a rinsaldare il rapporto tra Di Maio e Salvini, e risolvesse i problemi nella linea di comando del premier a Palazzo Chigi.
matteo salvini giuseppe conte giancarlo giorgetti approvazione decreto sicurezza bis
Ecco spiegato il passo indietro di Giorgetti. Il problema adesso per il suo segretario è evitare che la sconfitta si trasformi in una disfatta. Perché la mossa di Conte, l' idea di affidare al ministro dell' Interno la scelta del commissario italiano, è insieme un' assicurazione sulla vita del suo governo e un modo per scaricare sul leader del Carroccio la responsabilità di un eventuale passo falso.
luigi di maio matteo salvini
Al bivio, Salvini deve optare tra un rappresentante di partito (come i ministri Centinaio e Fontana) o una figura esterna. Nel primo caso si avverte nella Lega la tensione di chi scommette che l' Europarlamento «brucerà i nostri nomi a prescindere, per ragioni ideologiche, per dare una lezione ai sovranisti». Per Salvini sarebbe un colpo durissimo. Ma anche l' altra strada non convince.
gianmarco centinaio matteo salvini
In questi giorni sono emersi i nomi di Frattini, Massolo, Siniscalco e Tremonti, tutti profili con esperienze istituzionali e di governo, che però dovrebbero fare i conti con il «diritto di veto» di cui dispongono i grillini, già «pronti a usarlo» secondo fonti accreditate dei Cinque Stelle. La scelta di un tecnico come Moavero (o addirittura Tria) aprirebbe la disputa sulla Farnesina (o sull' Economia), innescherebbe le dinamiche del rimpasto e di un Conte-bis, e arriverebbe comunque dopo aver risolto le obiezioni di chi nel Carroccio vede nel gioco la lunga mano del Quirinale.
giampiero massolo
Ogni soluzione porta con sé una controindicazione, a cui va aggiunta la «sindrome di Bruxelles» che colpisce chiunque - esponente di partito o meno - arrivi in Commissione. Renzi ricorda a tutti che «un minuto dopo averla nominata, la Mogherini non rispondeva più nemmeno al telefono».
MATTEO SALVINI ANGELA MERKEL LUIGI DI MAIO IN IO TI SPREADDO IN DUE
La soluzione del rebus arriverà ad agosto, quando i governi dovranno indicare il nome del commissario, ma non scioglierà l' interrogativo sull' incarico. È vero che Conte sostiene di aver ricevuto «garanzie» per la delega alla Concorrenza, ma è altrettanto vero che Salvini avrebbe altre preferenze: «Meglio l' Agricoltura o l' Industria». A parte il fatto che né il premier né il suo vice possono disporne, le differenze fanno emergere le divergenze tra i due. E il gioco politico, sottilmente violento, di lasciare all' altro la responsabilità di un possibile tonfo.
matteo salvini e giuseppe conte approvazione decreto sicurezza bis 1
Per di più i tempi della Commissione non si incastrano con la tempistica dell' esecutivo nazionale, perché la Lega rivendica l' immediata nomina del ministro per i Rapporti con l' Europa. Il muro di Conte al nome del «no euro» Bagnai riflette (e anticipa) le valutazioni del Colle, ed è un modo per capire se e quando Salvini proporrà per quel dicastero l' attuale responsabile alla Famiglia, Fontana. Ché poi anche la scelta del nome non sarebbe risolutiva. Resterebbero da discutere le deleghe lasciate in eredità da Savona: tra queste c' è «l' interazione» con il ministero dell' Economia. Come dire che l' incaricato avrebbe «un ruolo» anche nella stesura della Finanziaria. Troppa roba secondo Conte.
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