MELONI E SALVINI SI ABBRACCIANO ALLA CAMERA, LA BATTUTA DI BARBA: «NON ECCEDETE IN EFFUSIONI»
abbraccio tra matteo salvini e giorgia meloni alla camera 2
«Non eccedete nelle effusioni proprio in Aula»: le parole di Mauro Del Barba di Italia Viva alla Camera nel corso della discussione alla Camera sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Meloni in vista del Consiglio europeo. Il riferimento è ai saluti che stavano avvenendo ai banchi del Governo dove la premier Giorgia Meloni ha abbracciato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che si è seduto accanto a lei.
L’ABBRACCIO IN AULA TRA MELONI E SALVINI. LA PREMIER: SULL’UCRAINA CONTANO LE DECISIONI. E POLEMIZZA CON L’OPPOSIZIONE
Estratto da www.corriere.it
matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani 2
Un abbraccio e sorrisi dopo i giorni di tensione. La premier Giorgia Meloni e il leader della Lega Matteo Salvini si sono salutati così mercoledì mattina alla Camera in occasione delle comunicazioni della presidente del Consiglio in vista del prossimo Consiglio europeo. Un abbraccio che arriva dopo alcune settimane di scena e retroscena che hanno raccontato un rapporto teso tra i due leader.
Settimane culminate con il clamore che le parole del leghista sul voto in Russia hanno suscitato e con la tanto notata assenza del leghista in Senato in occasione dell’intervento del capo del governo. E così, poco prima del suo intervento, seduta tra il segretario del Carroccio e l’altro vice premier, Antonio Tajani, Meloni e Salvini si sono salutati, abbracciati e scambiati alcune frasi tra sorrisi distesi. [...]
abbraccio tra matteo salvini e giorgia meloni alla camera
La premier ha poi affrontato l’argomento direttamente parlando all’Aula. «Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all’Ucraina . In entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara e in Ue» tra le altre cose «siamo riusciti a garantire la revisione del bilancio pluriennale che consente di sostenere l’Ucraina per i prossimi 4 anni». «Quando io parlo con le persone con cui ho buoni rapporti porto a casa dei risultati». Secondo Meloni c’è «una questione maggiore nel famoso campo largo. Non parlo solo della posizione molto chiara e cristallina del M5s, ma anche dell’ambiguità di che spiega a noi cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull’invio delle armi all’Ucraina».
[...] Parlando ancora di Ucraina, Meloni ha ricordato come Putin durante il G20 sostenesse «una tesi del tipo: noi vorremmo la pace ma gli altri non la vogliono gli altri e gli ho risposto: è molto facile, ritiri le truppe è avrà la pace come lei ha voluto la guerra». Per questo, ha concluso, «continuo a ritenere che quello che stiamo facendo è propedeutico a una pace a meno che non si intenda l’idea che è meglio vivo sotto una vita dura» ma «su questo non sono d’accordo, è una posizione che fa strali di secoli di storia europea».
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Dalla Russia alla crisi in Medio Oriente. È «importante», per la premier, ricordare «chi ha scatenato il conflitto. Ma penso anche ci siano alcune cose che vanno fatte. Sulle quali anche l’Italia cerca di avere una posizione chiara. Particolarmente per quello che sta accadendo a Gaza.
Temiamo un crescente isolamento di Israele. Anche nell’interesse di Israele occorre ribadire con chiarezza la nostra contrarietà a un’operazione militare di terra a Rafah che potrebbe avere effetti catastrofici». Allo stesso tempo reputa «preoccupante» che il Senato accademico dell’università di Torino scelga «di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un’occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi».
matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani
E preoccupante, per Meloni, è anche «l’ondata di antisemitismo dilagante, anche nella nostra opinione pubblica. La considero preoccupante in particolare quando colpisce le nostre istituzioni»
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