Estratto dell’articolo di Rino Formica per “Domani”
GIORGIA MELONI DAVANTI ALLA STELE DI CAPACI
C’è un evidente simbolismo nell’arresto di Matteo Messina Denaro, che viene catturato, o viene consegnato, oppure si consegna, a trent’anni da un’altra cattura eccellente, quella di Totò Riina. La coincidenza è, a dir poco, curiosa. […] c’è un solo punto qualificante che deve essere rivelato: Messina Denaro deve spiegarci come è stato “coperto” in questi trent’anni.
Deve rivelarci come si riesce a restare latitanti, peraltro a casa propria, a Palermo. E non in una caverna, ma entrando e uscendo regolarmente da una clinica. […] è difficile non restare turbati. I nostri inquirenti hanno scoperto in tre giorni dove si erano nascosti i ragazzini fuggiti dal carcere Beccaria di Milano. E […] afferrano in poco tempo anche gli omicidi […] Ma quando si sale verso i grandi reati, ci sono trent'anni di latitanza. Com’è possibile? O, meglio, è davvero possibile?
GIORGIA MELONI A PALERMO
C’è poi un aspetto persino comico […] Alla notizia dell’arresto, Giorgia Meloni si precipita a Palermo […] il presidente del Consiglio ha bisogno di andare sul luogo per un saluto? Non poteva felicitarsi con la procura antimafia a Roma? Meloni ha tentato di fare un uso strumentale di questa cattura. […] questo precipitarsi della presidente del Consiglio ad affiancare il suo volto a quello degli inquirenti di Palermo è un evidente modo per prendere fiato dalle difficoltà del governo.
GIORGIA MELONI A CAPACI
Ma contemporaneamente, e fatalmente, dimostra la incapacità di affrontare i problemi, e anche l’impotenza. L’improvvisata presenza di Meloni a Palermo è inutile. Cerca una via di fuga, ma una via di fuga non è un salvataggio. La via di fuga sono le dimissioni, se non ritiene di essere all’altezza dei problemi che deve affrontare.