Silvia Gasparetto per l’ANSA
MANFRED WEBER A PALAZZO CHIGI PER INCONTRARE GIORGIA MELONI
L' agenda europea imminente, con la posizione comune da costruire in vista del prossimo consiglio straordinario sui migranti di inizio febbraio. Ma, soprattutto, il futuro prossimo e l'idea di creare un'alleanza per il 2024 tra popolari e conservatori, per rompere definitivamente l'asse tra Ppe e Pse.
Giorgia Meloni, lasciato il sagrato di San Pietro dove ha assistito a fianco di Sergio Mattarella alle esequie solenni di Benedetto XVI, rientra a Palazzo Chigi, a sorpresa, per incontrare il presidente dei popolari, Manfred Weber. Prima ha il tempo per un saluto rapido con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e per uno scambio con il presidente polacco Andrzej Duda.
GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ AI FUNERALI DI RATZINGER
E a inizio della prossima settimana dovrebbe incontrare Ursula Von der Leyen - a Roma lunedì per la presentazione del libro con i discorsi di David Sassoli - e martedì il primo ministro giapponese Fumio Kishida, impegnato in un tour europeo che lo vedrà poi in Canada e Stati Uniti, in vista del G7 di Hiroshima di maggio. Il colloquio con Weber viene tenuto riservato fino all'ultimo. E' il secondo incontro tra i due dopo quello di inizio novembre.
E avviene nel mezzo della bufera del Qatargate che ha investito i socialisti (un "socialist job" lo aveva definito tagliente la premier nel corso della conferenza stampa di fine anno). Il momento, insomma, sembra quello più propizio per costruire l'accordo per aprire una nuova fase anche in Europa, dopo che i conservatori si sono fatti strada, via via, negli Stati europei.
E contano di farne ancora, guardando alle elezioni in Spagna e - con maggiore apprensione - a quelle in Polonia dell'autunno prossimo quando si scontreranno il partito dell'attuale primo ministro Mateusz Morawiecki, la componente più corposa dell'Ecr di cui Meloni è presidente a Bruxelles, e quello del suo acerrimo nemico Donadl Tusk, che milita nel Ppe. Le incognite sulla via per consolidare la "maggioranza Metsola" - eletta proprio a partire dall'intesa tra Ppe e Ecr - al posto della "maggioranza Ursula", che governa le istituzioni europee, sono molte.
ursula von der leyen giorgia meloni al consiglio europeo
E in politica un anno e mezzo - quanto manca al prossimo voto europeo - è un tempo infinito. Ma il progetto è tracciato e va coltivato con cura, facendo attenzione anche alle conseguenze nazionali della nuova alleanza. Non a caso Weber prima di parlare con la premier vede anche il vicepremier, Antonio Tajani e chiama al telefono Silvio Berlusconi. Che fa sapere subito come il capo dei popolari europei riconosca "l'importanza" di Forza Italia in Europa.
L'interlocutore italiano per il Ppe "sono io", è il messaggio che il leader degli azzurri fa arrivare anche a Palazzo Chigi. Tuttavia, Forza Italia è convintamente impegnata a che questo avvicinamento in Europa vada in porto. Weber sembrerebbe orientato ad aprire la futura alleanza anche ai liberali, i conservatori avrebbero espresso qualche riserva al riguardo. In Italia è una storia diversa.
GIORGIA MELONI SERGIO MATTARELLA URSULA VON DER LEYEN
La competizione nel campo del centrodestra, uscito vincente ma con gli equilibri completamente cambiati dall'ultima tornata elettorale, non può che crescere in vista del prossimo appuntamento con le urne di febbraio. Un voto regionale, certo, ma che avrà valenza "nazionale" come ha chiarito Meloni prima di capodanno.
Più che il Lazio è la Lombardia il boccone più ambito, tanto che lo stato maggiore di Fratelli d'Italia a metà gennaio sarà presente in massa a Milano per una kermesse ('Mi-Lo. Innovazione, sviluppo, tradizione', dove Mi-Lo sta per Milano-Lombardia) pensata per promuovere i temi del governo davanti al mondo dell'economia e delle professioni. E che sarà proprio Meloni a chiudere.
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN