Daniela Preziosi per Domani - Estratti
luigi zanda foto di bacco
Presidente Luigi Zanda (già senatore e capogruppo al Senato del Pd, ndr), per vincere ora il suo Pd deve fare come in Francia o come in Gran Bretagna?
Paragonare situazioni diverse porta fuori strada. In queste ultime settimane in Europa sono accaduti due fatti politici importanti: la vittoria dei laburisti in Gran Bretagna e la sconfitta di Marine Le Pen in Francia.
La dura sconfitta di Le Pen è dovuta a diversi fattori: la nascita per l’occasione di un Fronte popolare, ma anche l’altissima partecipazione al voto, l’evidente inaffidabilità della destra. E un’ottima legge elettorale con doppio turno e collegi, senza la quale non sarebbe stata immaginabile la convergenza del Fronte popolare e di Macron al secondo turno.
antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
Tutto questo ci dice che Macron ha fatto bene a sciogliere il parlamento, senza lasciare a Le Pen la possibilità di rosolarlo a fuoco lento. Se non si possono fare paralleli, possiamo almeno dire che in Spagna, in Francia, in Gran Bretagna ci sono politici coraggiosi. Invece in Italia c’è una lunga tradizione di progressisti che nei momenti di crisi evitano come la peste di azzardare il voto, o comunque di scommetterci.
L’azzardo è sempre da evitare. Ma, quando le circostanze politiche lo richiedono, il parlamento può essere sciolto. Se lo prevede la Costituzione, qualcosa vorrà dire. La sinistra italiana spesso ha temuto lo scioglimento anticipato. È questo l’insegnamento per la sinistra italiana? Sì. Ma c’è un altro insegnamento: le leggi elettorali debbono rendere riconoscibili gli aspiranti parlamentari. Leggi che prevedono collegi, soprattutto se piccoli, sono molto più democratiche delle liste bloccate all’italiana. Non sembra che la destra italiana stia immaginando una legge senza liste bloccate.
luigi zanda foto di bacco
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Elly Schlein ora dovrebbe stringere i bulloni dell’alleanza?
Intanto Schlein dovrebbe convocare una grande conferenza nazionale del Pd, nella quale chiamare a raccolta tutto il paese, una conferenza che duri anche un anno, per definire la natura del partito e la sua linea. Dovrebbe raccogliere le diverse anime della sinistra intorno a un grande progetto politico.
Sulla democrazia, innanzitutto, perché il premierato di Meloni è il contrario della democrazia parlamentare. Il Pd si deve dedicare in profondità alla scuola, perché la formazione dei nuovi cittadini deve essere il nostro assillo. Poi naturalmente sicurezza e sanità. E un grande piano industriale, definendo cos’è nel XXI secolo la presenza dello stato nell’economia. Ha ragione Romano Prodi: serve un programma completo per l’Italia.
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
Schlein ha già vinto le europee sulla base di un programma sociale: sanità pubblica, lavoro, salari.
Schlein è stata efficace. Ma il Pd è andato bene alle europee anche perché è il partito più europeista di tutti. E alla nostra bella vittoria hanno contribuito le buone liste, la crisi di Conte, e il vicolo cieco in cui si è ficcato il centro.
Calenda si smarca dalla coalizione. Il centro troverà un suo interprete nel centrosinistra?
Tempo al tempo. Calenda finirà con lo schierarsi con il Pd. Renzi ora guarda a sinistra.
Aspettiamo quale sarà la sua posizione alla fine. Piuttosto +Europa avrebbe fatto bene ad andare da sola alle europee.
In ogni caso sul centrosinistra italiano incombe la divisione sulla politica estera. Guerre, conflitti, armi.
luigi zanda foto di bacco
M5s entra in The Left, che non fa presagire ripensamenti sugli aiuti militari a Kiev. Questo tema va sminato o ignorato come fa la destra, che su questo è altrettanto divisa?
In politica estera le ipocrisie sono peggio di un errore: sono un delitto. Siamo già dentro una nuova forma di Guerra fredda, e troppi sonnambuli sottovalutano il rischio che il piano inclinato alla fine finisca in una guerra ampia.
Non sappiamo se nucleare o no, ma comunque distruttiva per il pianeta. I processi geopolitici del mondo, Ucraina e Medio Oriente sembrano l’anticipazione di qualcosa di più grave. Né gli Usa né la Cina vogliono la guerra, ma ci sono troppe polveriere in attività. Ci sono fattori incontrollati o, peggio, manovrati da potenze che non cercano la pace. Questa per le alleanze nazionali è un’aggravante.
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
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Meloni è nei guai in Europa, oppure la destra italiana non assomiglia a quella francese?
Meloni è a un passaggio difficile, ha capito che Salvini sarà per tutta la legislatura una spina nel fianco. Tajani dice che Forza Italia aspira al 20 per cento, e dovrà fare una sua politica autonoma per raggiungere questo risultato. Dunque la premier ha un problema nella coalizione. Il suo governo sta concludendo poco, e in Europa questo non è un momento felice per lei. I suoi conservatori stanno facendo una cura dimagrante molto pesante. L’interesse nazionale la obbligherebbe a votare per von der Leyen, ma questo le porrebbe un problema con la sua parte politica. Il suo amico Orbán fa l’opposto di quello che lei ha sostenuto in questi due anni di governo. In queste condizioni, è difficile immaginare che la legislatura possa arrivare al 2027.
elly schlein - festa dell unit* luigi zanda foto di bacco matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju FRANCESCO COSSIGA E LUIGI ZANDA