Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
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Cosa c’entrano le fucilate di Butler contro Donald Trump con il voto contrario a Ursula von der Leyen dei deputati di Giorgia Meloni a Strasburgo? Molto, probabilmente tutto. […] la presidente del Consiglio ha deciso di tenersi fuori. «Messa di fronte a un bivio, Meloni ha deciso di non varcare il Rubicone», dice un’autorevole fonte europea. Ha scelto, cioè di non entrare definitiva-mente nel mainstream europeo, pur di non sganciarsi dal fronte sovranista che ha puntato tutto sull’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.
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Detto altrimenti, nel momento in cui l’attentato della Pennsylvania sembra rendere inevitabile questo scenario, Meloni «non ha voluto lasciare Trump a Orbán e Kaczynski».
È una scelta identitaria piena di rischi e incognite. Non solo e non tanto nella partita dei commissari: l’Italia resta l’Italia e comunque alla persona designata da Roma von der Leyen affiderà un portafoglio significativo, anche se non c’è più spazio per una vicepresidenza esecutiva.
MELONI TRUMP
Il problema vero è che in questo modo l’Italia si taglia fuori dalla cabina di regia, dove invece la fragilità politica di molti governi europei, dalla Germania alla Francia, ci offriva spazio di manovra. E non è solo una questione di prestigio, ma di capacità di incidere su un programma che von der Leyen appare intenzionata a realizzare, con o senza Trump. Il quale forse vincerà. Ma come dice l’adagio, stai attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo.