Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”
edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3
Ci sono le critiche delle opposizioni, i dubbi dei magistrati, il giudizio sospeso dell'Europa: l'accordo con l'Albania sui migranti è sotto tiro e in questo clima Giorgia Meloni decide di dare disponibilità per discuterne in Parlamento. Tornerà a parlare in un question time (l'ultimo risale al marzo scorso) che dovrebbe toccare anche altri argomenti, come la guerra a Gaza, come chiesto dal Pd, ma la premier non ha alcuna intenzione di far passare il protocollo d'intesa con l'Albania da un voto del Parlamento.
Semmai, dice il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, «ci sarà un atto normativo che passerà dal Parlamento, ma non c'è necessità di ratifica». La prima data disponibile per il question time, fanno sapere da palazzo Chigi, sarebbe quella del 21 novembre.
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Difficilmente saranno però già in vigore le norme che daranno sostanza al protocollo e sulle quali poggiano le perplessità dei magistrati, a partire dal rischio di una compressione di alcune garanzie giuridiche, tra cui la possibilità per il richiedente asilo di scegliere il proprio avvocato e quello delle associazioni di poter visitare il centro di prima accoglienza e vigilare sul rispetto dei diritti.
Nelle intenzioni del protocollo i due centri per i migranti che verranno costruiti in Albania saranno soggetti alla giurisdizione italiana e questo vuol dire che i richiedenti asilo «potranno essere trattenuti oltre i 28 giorni anche in Albania - spiega ancora Fazzolari - e fino al massimo consentito dalla legge italiana, 18 mesi». Trattenimento che si può applicare anche al caso in cui il migrante debba essere rimpatriato. […]
RAMA MELONI
C'è però anche un risvolto politico in quelle sentenze. Per il timore che possano essere la miccia per accendere un nuovo scontro con la magistratura, sul quale il leader della Lega Matteo Salvini potrebbe gettare ulteriore benzina, come già accaduto negli ultimi mesi. […] c'è anche la consapevolezza che queste sentenze, capaci di picconare i provvedimenti del governo, possano anche diventare un assist a Salvini per dare nuova linfa a un mantra che le truppe leghiste ripetono da settembre: «L'unica politica migratoria che funzionava era quella dei decreti Sicurezza e dei porti chiusi di Salvini». […]