Luca Fraioli per “la Repubblica”
HUMAN TECHNOPOLE
«Sullo Human Technopole il governo ha preso decisioni frettolose e largamente discutibili. Non posso immaginare che non vi sia disponibilità a ripensarle». Il presidente emerito Giorgio Napolitano interviene a sorpresa sulla polemica che ha investito l’idea dell’esecutivo di realizzare nell’ex area Expo di Milano un polo scientifico dedicato alle scienze della vita e alla nutrizione.
HUMAN TECHNOPOLE
«Si tratta di un progetto rilevante, cui bisogna guardare positivamente, sapendo che può rappresentare qualcosa di serio e significativo per lo sviluppo ulteriore della ricerca», ha detto Napolitano intervenendo al Senato durante la discussione sul decreto legge scuola, «ma ormai sono indispensabili e urgenti delle risposte. Non ne vorremmo dopo che si siano realizzati altri fatti compiuti».
HUMAN TECHNOPOLE
Poi un affondo sulla moralità. «Per moralità si intende garanzia dell’uso corretto e produttivo delle risorse pubbliche che vengono destinate alla ricerca scientifica». La vicenda è nota. Nel novembre scorso il premier Matteo Renzi annuncia che 30mila metri quadri dell’area che ha ospitato l’Expo saranno dedicati alla ricerca scientifica.
Il 24 febbraio il presidente del Consiglio presenta il progetto dello Human Technopole, coordinato dall’Istituto italiano di tecnologia in collaborazione con le tre università milanesi (Statale, Politecnico e Bicocca).
RENZI NAPOLITANO
Si parla anche di soldi: 80 milioni di euro per avviare il progetto più un miliardo e mezzo di finanziamenti pubblici in dieci anni. Il mondo della ricerca va in fibrillazione: l’accusa al governo è di aver affidato l’incarico e i fondi ad un solo soggetto (l’Iit) con una procedura non trasparente e senza aver consultato la comunità scientifica.
«Da un lato si tagliano le risorse, dall’altro si mettono in cantiere iniziative come questa che spingeranno le équipe a rivolgersi al Re Mida di turno», scrive su Repubblica il 25 febbraio la scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo.
RENZI NAPOLITANO 1
«La discussione si è aperta fuori dal Parlamento », dice ancora Napolitano, nel suo intervento a braccio, con accanto proprio la senatrice Cattaneo, «in Parlamento non se ne è mai potuto discutere. Mi aspetto che il governo fornisca le informazioni che sono mancate».
renzi e napolitano
Le parole del presidente emerito sorprendono il ministro dell’Università e della Ricerca mentre è in volo verso il Giappone, dove parteciperà al G7 di Kyoto dedicato all’istruzione. La risposta del governo è affidata allora al sottosegretario Angela D’Onghia: «È stato chiesto all’Iit di svolgere un ruolo di capofila e il suo progetto è stato sottoposto al giudizio di nove valutatori, tutti operanti all’estero.
Una volta recepiti i loro rilievi, l’Iit presenterà al governo la versione finale del progetto, che a quel punto sarà reso pubblico così come i giudizi dei valutatori. Tutto avverrà nella massima trasparenza e ci vorranno poche settimane».
elena-cattaneo
«Non vedo l’ora», confessa Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Iit. «Se i valutatori bocceranno il nostro progetto non se ne farà nulla, se lo promuoveranno saranno governo e Parlamento a decidere come realizzarlo». E le parole di Napolitano? «Ha una grande autorevolezza morale, se dice una cosa lo ascoltiamo. Certo, mi sento toccato nel profondo quando si fa riferimento alla moralità».
roberto cingolani fisico
Il dibattito politico-scientifico intanto valica i confini italiani e approda sulle pagine del settimanale britannico Nature. Per la senatrice Elena Cattaneo c’è ancora tempo per trovare una soluzione: «Lo Human Technopole può essere riportato sui giusti binari, ma solo se si segue l’esempio dei paesi a noi vicini. Non si può decidere di puntare su un solo progetto, si dovrebbero invece mettere in competizione più proposte e enti. E la scelta del vincitore non dovrebbe spettare alla politica, ma a una Agenzia della ricerca composta da esperti indipendenti, come avviene in gran parte d’Europa».
il ministro stefania giannini col marito luca rossello (1)
Potrebbe essere questo un nuovo terreno di scontro tra studiosi e governo: lasciare al Miur le competenze sull’istruzione e affidare la gestione delle attività scientifiche a un’Agenzia. Una settimana fa, in occasione della presentazione del Programma nazionale per la ricerca, Stefania Giannini era stata chiara: «Sono aperta al confronto, ma per ora la legge affida al mio ministero il compito di indirizzare la ricerca».