Estratto dell'articolo di Giorgio Terruzzi per il “Corriere della Sera”

max verstappen campione del mondo per la terza volta

I primi a misurare la sua stoffa furono Michael Schumacher e Jean Alesi. Padri entrambi di ragazzini da lanciarsi nel motorismo, Mick e Giuliano, al pari di Jos Verstappen che tirava su il giovanissimo Max. Bastone più che carota.

Anni: 2011, 2012. Un fenomeno già allora, tenuto d'occhio con una certa preoccupazione paterna da chi, della guida, conosceva ogni segreto. Un solo dubbio: come avrebbe reagito Verstappen Jr alle continue, chiacchierate, severe punizioni inflitte da Verstappen Sr? Bene possiamo dire ora, come capita a chi è robusto dentro e risponde con disciplina alla disciplina, con ferocia alla ferocia.

Carnefice, vittima mai. Un percorso netto, con dentro quell'arroganza che rende prepotenti i campioni precoci, che tratta una scorrettezza come un bene necessario, che riesce a fare tesoro delle lezioni prese, delle lezioni date. […]

max verstappen campione del mondo per la terza volta

Tre titoli filati. L'ultimo, questo, trangugiato in un incedere incontrastato. Ma sì, il primo Mondiale è arrivato grazie a una combutta ai danni di Hamilton; il secondo è stato favorito — sussurrano i battuti — da uno sforamento del budget del team; il terzo messo da un capolavoro tecnico giù dalla Red Bull.

Ma anche chi ha voglia di scovare qualche magagna si è arreso di fronte a un pilota che insiste e ottiene. Un uomo-macchina: ha eliminato ogni scoria, ha limato ogni difetto, ha perfezionato ogni qualità. Simpatico mica tanto, ecco.

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Verstappen è personaggio per prestazioni, non per altre doti, anche se qualche sorriso, a furia di soddisfazioni, lo concede, consapevole, delle insofferenze, delle frustrazioni che producono a chi deve pur tenere in piedi il circo. […]

Un cannibale insaziabile. Un supereroe che nasconde i propri sentimenti. Debolezze intimissime, ferite antiche. Tutta roba che non (gli) serve, non vuole, non può mostrare. Chiuso com'è nella sua invincibile armatura.

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