1 - L’ITALIA REGALA BOB E SLITTINO ALL’ESTERO
Cosimo Cito per “la Repubblica” - Estratti
malagò
(...) La pista di bob, slittino e skeleton dei Giochi 2026 non sarà la gloriosa Eugenio Monti, costruita nel 1923 tra i boschi della frazione Ronco e abbandonata nel 2008.
La ristrutturazione da 140 milioni di euro non si farà. Da Mumbai, dov’è impegnato nella 141ª sessione del Cio, Giovanni Malagò ha dovuto dare un annuncio, nell’aria da settimane: «Solo due giorni fa il Governo ci ha informati che sta valutando l’opzione migliore e più sostenibile, ovvero non realizzare lo Sliding Center e spostare le gare in una sede già esistente e funzionante. Milano Cortina 2026 deve individuare un’altra sede fuori dall’Italia». «Una posizione logica e responsabile» spiega il ministro per lo Sport Andrea Abodi, nel comunicare «l’indisponibilità di ulteriori risorse pubbliche, 60 milioni, per realizzare l’opera».
Le possibili destinazioni, St. Moritz (Svizzera), Innsbruck (ma il Governo ha posto il veto per motivi politici sull’Austria), La Plagne (Francia) e Königssee (Germania), sono le uniche sul tavolo, nonostante il tentativo del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: «L’ipotesi di utilizzare l’impianto di Cesana rimane sul tavolo». Per la stessa pista spinge Mauro Berruto (Pd), ma proprio l’impianto piemontese, costruito per i Giochi del 2006 e ridotto a uno scheletro, è l’esempio che ha motivato alla lunga il Governo a scendere dall’impresa cortinese.
PISTA BOB CORTINA
Lo stallo di questi anni sulla pista di Cortina, i dubbi e i ritardi hanno fatto aumentare il costo, inizialmente previsto di circa 60 milioni: si è arrivati fino a 93, poi a 140. Zaia ora chiede «altre gare per Cortina, oltre a quelle previste. C’è chi esulta perché il bob non c’è più. Vorrà dire che qualcuno farà un sacrificio e ci darà qualche disciplina olimpica al momento non prevista».
(...) Esultano gli ambientalisti, che avevano chiesto, nell’ipotesi di una ristrutturazione della Monti, lo smontaggio dopo la fine dei Giochi. «A Roma si dice abbasta » aveva tuonato Malagò nel 2021, «la nuova pista sarà un fiore all’occhiello». È finita molto diversamente.
2 - ARMIN ZÖGGELER
Cosimo Cito per “la Repubblica” - Estratti
armin zoeggeler
«Siamo costretti a commentare una giornata nera dello sport italiano». Ha la voce spezzata Armin Zöggeler, leggenda dello slittino azzurro, sei volte medaglia in sei Olimpiadi di fila dal 1994 al 2014, oggi direttore tecnico di una nazionale che vaga per l’Europa senza una pista su cui allenarsi.
«Siamo dei gitani dello sport, per qualunque cosa, dai test sui materiali agli allenamenti dobbiamo spostarci tra la Lettonia e la Norvegia».
La pista di Cortina avrebbe risolto anche questo problema.
«Ci chiedono le vittorie e le medaglie, com’è giusto che sia, ma poi non ci danno una pista su cui poter creare i presupposti per le nostre vittorie. È così da sempre, pensiamo a quello che siamo stati capaci di fare con la pista olimpica del 2006 a Cesana Torinese, diventata una sorta di relitto post-industriale».
Si è perso molto tempo, dal 2019 ad oggi, con la Eugenio Monti di Cortina.
PISTA BOB CORTINA 2
«In quattro anni non hanno fatto nulla se non parlarsi addosso, i costi sono aumentati, abbiamo aspettato e sperato sì, ma cosa? Il peggio è che adesso saremo costretti ad andare all’estero a fare la nostra Olimpiade».
Quella di St. Moritz, l’Olympia bobrun, è una pista naturale, la più antica ancora in uso.
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«Sarebbe un fatto davvero insolito e pieno di rischi. Bella, per carità, una pista naturale ma tecnicamente è tutt’altra cosa dalle piste cui siamo abituati nei grandi eventi. E in caso di caldo o di maltempo, una pista naturale diventa impraticabile.
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proteste maestranze per pista bob cortina giovanni malago sofia goggia