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    GASTEL IN ARIA - IL FOTOGRAFO TIRA FUORI UN'AUTOBIOGRAFIA TRA ANTENATI NOBILI, GAVETTE SPACCA-OSSA, TOP MODEL, PADRE PIO E PASTICCHE DI ANTIDEPRESSIVI: ''IO SONO ANCHE LE PILLOLE CHE PRENDO''


     
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    AUTOBIOGRAFIA DI GIOVANNI GASTEL AUTOBIOGRAFIA DI GIOVANNI GASTEL

    Sara Ricotta Voza per “la Stampa

     

    Bravo Giovanni, bel libro! Ah, tra l’altro... chi te lo ha scritto?». Giovanni Gastel non si offende con gli amici che hanno letto le bozze della sua autobiografia e pensano ci sia dietro un ghost writer. Invece l’ha scritta tutta lui in un mese a Filicudi, del resto prima di diventare un fotografo famoso pensava che avrebbe fatto il poeta. Il libro esce oggi per Electa, la collana si chiama «Madeleines» e non c’è nulla di più proustiano dei ricordi di questa famigliona milanese per metà aristocratica e per metà altoborghese, che univa i fasti antichi dei Visconti di Modrone a quelli moderni dell’industria farmaceutica Carlo Erba a quelli artistici di un certo zio Luchino Visconti. 

    giovanni gastel e stefano accorsi giovanni gastel e stefano accorsi


    Giovanni Gastel è infatti figlio di Nane Visconti di Modrone, sorella del regista e nipote dell’industriale. Lui racconta come da quell’ambiente gattopardiano e affascinante sia riuscito a trovare la sua strada e la sua arte. Un’arte nuova per la sua famiglia, specie per il padre, che all’inizio non sembra apprezzare l’idea di un figlio fotografo e come incoraggiamento gli regala un pettine e uno specchio. «Perché sei destinato a fare fototessere tutta la vita. E sai, il cliente potrà sistemarsi un po’ prima dello scatto». 

    matrimonio michelle hunziker giovanni gastel matrimonio michelle hunziker giovanni gastel


    Gusto della battuta, ironia e causticità sono un tratto fisso nei ricordi di Gastel, che abbiamo incontrato nel suo studio milanese su più piani da cui salgono, scendono e salutano due dei sei fratelli (uno fa camicie fantasia da veri dandy) e due nipoti fotografi affermati. E in questo viavai allegro e elegante gli chiediamo i retroscena di quel che ha scritto nel libro.


    Perché, a quasi 60 anni, raccontarsi in maniera tanto aperta, che è un po’ come denudarsi sulla pubblica piazza? Si parla anche di una grazia ricevuta...
    «Non ho il minimo senso del pudore, e poi se devi scrivere la tua vita non puoi dire che sei alto bello e biondo... Quanto alla grazia, io sono un miracolato di padre Pio, -spiega senza snobismi -, mamma e gran parte della mia famiglia avevano fatto una novena per me, che ero in un letto d’ospedale con il fegato spappolato in seguito a una caduta. Una notte ho sognato quel frate dirmi che mi avrebbe guarito. E il giorno dopo i medici non trovano solo un pancreas risanato, ma in perfetto stato, come mai stato danneggiato. Da lì la sensazione di vivere una “vita donata”, e il dono va onorato con la massima adesione al tempo concesso».

    Thorimbert e Gastel Thorimbert e Gastel


    Quindi è religioso?
    «Frequento la chiesa e vado a messa, ma non ho quella bella fede incrollabile che vorrei; sono altalenante. L’intellighenzia, fra cui ho tanti amici, considera una ingenuità l’essere religiosi, dimenticando montagne di pensiero cristiano cattolico...».

    Mostra fotografica di Giovanni Gastel Mostra fotografica di Giovanni Gastel


    I primi still life per Christie’s fotografando quadri nelle case dei ricchissimi con i camerieri a controllare che non rubi i posacenere, poi le bizze dell’ambiente della moda; il suo libro è pieno di piccole umiliazioni subite ma lei ha sempre la battuta pronta. Mai avuto crolli di autostima?
    «Nonno Giuseppe ci diceva “voi dovete vivere in modo che il mondo vi perdoni di essere nati ricchi”, e l’educazione aristocratica all’antica fa sì che tu non possa mai dire “lei non sa chi sono io”. Così ho fatto per anni servizi ai matrimoni, duplicati e fototessere accettando quel che la vita dà e costruendo sui valori. Lo humour mi ha aiutato, la mamma diceva che se uno ce l’ha è più difficile che sia proprio un cretino».

    giovanni gastel 8 giovanni gastel 8


    Arrivano gli Anni Ottanta e nasce la moda italiana, la sua prima copertina è un incontro choc con l’assistente di Ferré...
    «”La Gastel?” urlava come un pazzo, “Chi czz è questa Gastel? … Mi avevate detto che la cover l’avrebbe scattata Oliviero (Toscani, ndr) non ‘sta Gastel!”».

    giovanni gastel 6 giovanni gastel 6


    Inutile dire che poi sarà un idillio e «la Gastel» scatterà per tutti - Missoni, Krizia, Trussardi, Versace - e poi lascerà Milano per Parigi e fotograferà Dior. Anche il papà è finalmente soddisfatto?
    «Dopo aver visto la mia prima mostra personale, camminando nella notte verso casa in via Visconti di Modrone papà mi dice “bravo”. Prima la fotografia era considerata un mestieraccio, la moda invece ha fatto di noi degli artisti. E io l’ho fatta molto “da lombardo”, con impegno. Questo è piaciuto a papà».

    giovanni gastel 3 giovanni gastel 3


    Scrive che lo sdoganamento della fotografia di moda si deve a Oliviero Toscani. E poi parla con ammirazione dei fotografi colti, come Basilico, poi divenuti colleghi. Pesava questa distinzione?
    «Eravamo considerati drogati non in grado di articolare una frase, invece qualche libro lo avevamo letto pure noi. Oliviero lo ha fatto capire con violenza comunicativa e intelligenza».

    giovanni gastel 1 giovanni gastel 1


    Lei parla, con franchezza, di attacchi di panico, depressioni, pillole e trousse di psicofarmaci...
    «Io sono anche le pastiglie che prendo e in fondo discendo pur sempre da Carlo Erba. - sorride. Poi si fa serio -. Non voglio certo invitare a impasticcarsi, ma quando stavo male non riuscivo a fare niente. C’è un dolore che ci può santificare, e un altro che non crea niente di buono, quindi se la medicina è in grado di togliermi dal pozzo nero, che lo faccia subito». 


    Still life, moda, ritratti. Che cosa le è piaciuto - e piace - di più?
    «Il mio stile lo porto ovunque. Su una top model, un personaggio o un bottone. Sono un fotografo e lì mi gioco la vita». 
    Twitter @sara_voza

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