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    GIOVANNINI, UN MINISTRO ALLA CAMOMILLA - NON È STATO ANCORA INSEDIATO IL COMITATO SPECIALE DEL CONSIGLIO DEI LAVORI PUBBLICI (29 MEMBRI), INDISPENSABILE PER L'APPROVAZIONE DEI PROGETTI CONNESSI AL PNRR (OLTRE ALLA MANCATA INDIVIDUAZIONE DI UN AMMINISTRATORE DELEGATO PER ANAS) - IL MANCATO RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEL PIANO CONCORDATO CON L'UE, COMPORTA LA MANCATA EROGAZIONE DELLE PROSSIME RATE, DOPO I PRIMI 25 MILIARDI CORRISPOSTI ALL'ITALIA COME ANTICIPO…


     
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    Mauro Bazzucchi per "la Verità"

     

    enrico giovannini mario draghi enrico giovannini mario draghi

    «Lettera, quale lettera?». Di fronte alle ultime affermazioni del ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, pronunciate come risposta a chi lo incalzava sui ritardi nelle nomine dei commissari che dovrebbero accelerare la messa a terra dei progetti previsti dal Pnrr di competenza del suo dicastero, la tentazione di parafrasare Igor, personaggio leggendario di un film di culto mondiale come Frankestein Junior, è irresistibile. Il povero maggiordomo Igor - lo ricorderete certamente - curvo fino all'inverosimile, replicava all'illustre scienziato che gli faceva presente di poter fare qualcosa per alleviare la sua menomazione, con un tranchant e beffardo «Gobba, quale gobba?».

     

    enrico giovannini cernobbio enrico giovannini cernobbio

    E così Giovannini, ai cronisti che gli hanno chiesto un commento sulla missiva inviatagli da alcuni commissari straordinari governativi allarmati dal ritardo accumulato nelle nomine dal Mit (che pare ora si chiami Mims, acronimo di ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili), non ha trovato di meglio che negare l'esistenza della lettera, affermando di non aver ricevuto nulla.

     

    Ma ciò che deve allarmare maggiormente i contribuenti, è che questa forse è la parte meno bislacca delle affermazioni del ministro, che in alcuni passaggi ha mostrato un certo scollamento dalla realtà, se si tiene conto del fatto che i ritardi a lui imputati sono stati evidenziati da alcune figure individuate dallo stesso premier Mario Draghi per stare nei tempi e nei modi indicati da Bruxelles, nonché denunciati a mezzo stampa.

     

    ROBERTO CINGOLANI ENRICO GIOVANNINI ROBERTO CINGOLANI ENRICO GIOVANNINI

    A oltre 100 giorni dal varo del decreto Semplificazioni - che ha tracciato minuziosamente il cronoprogramma, con tanto di target e le cosiddette milestones - per la concreta realizzazione dei progetti connessi al Pnrr, non è stato ancora insediato da Giovannini il comitato speciale del Consiglio dei lavori pubblici (composto da 29 membri), organismo indispensabile per avviare la cosiddetta «corsia preferenziale» per l'approvazione dei progetti infrastrutturali.

     

    Accanto a questa, manca all'appello anche la commissione per la valutazione di impatto ambientale (Via) speciale per i progetti Pnrr e Pniec, che nella fattispecie è di competenza del ministero della Transizione ecologica, guidato da Roberto Cingolani. Che, almeno finora, ha avuto il buon gusto di non fare come Giovannini-Igor, che parla di profili «identificati e ora all'esame della presidenza del Consiglio» e di «nessun ritardo, anzi...».

    greta thunberg enrico giovannini greta thunberg enrico giovannini

     

    Una difesa del proprio operato, quella di Giovannini, che cozza dunque con i segnali che giungono da Palazzo Chigi, dove invece la preoccupazione per i ritardi è palpabile e non lo si nasconde. Il sottosegretario Roberto Garofoli sta insistendo da tempo sui punti di sofferenza nel raggiungimento degli obiettivi mensili inizialmente additati, e sulla lentezza con cui i decreti attuativi legati al Recovery vengono recepiti dalle varie amministrazioni, tanto che il traguardo finale dei 51 target cui pervenire entro la fine dell'anno appare oramai irrealistico, visto che tolte le riforme già approvate ne rimangono una quarantina circa.

     

    Giova ricordare, per chi - anche all'interno dell'esecutivo - se ne fosse dimenticato, che il mancato raggiungimento dei suddetti obiettivi, che sono stati concordati e garantiti con l'Ue, comporterebbe la mancata erogazione delle prossime rate delle risorse previste, dopo i primi 25 miliardi corrisposti all'Italia come anticipo. Suonano quindi fuori luogo i toni trionfalistici usati, accanto a quelli irrealistici, sempre dal ministro Giovannini quando brandisce come se fossero già nelle sue tasche i miliardi previsti dal Recovery per il suo settore, rivendicando l'ineluttabile abbattimento di milioni di tonnellate di CO2 all'anno e l'avanzamento delle grandi opere.

     

    enrico giovannini enrico giovannini

    La realtà parla d'altro, come hanno fatto notare negli ultimi giorni - oltre a Garofoli stesso - puntuali e documentati articoli di giornali come Il Sole 24 Ore e il Quotidiano del Sud: dopo l'iniziale euforia, sembra di essere rapidamente caduti nel solito, disarmante dedalo della Pa, fatto di compartimenti stagni, di decreti attuativi rimasti lettera morta, di amministrazioni che non parlano tra di loro e di boiardi irremovibili nella difesa di rendite di posizione ultradecennali, con la conseguente mancata messa a disposizione di risorse e strutture previste dal Pnrr, come lamentato nella famosa lettera.

    enrico giovannini giuseppe conte enrico giovannini giuseppe conte

     

    Tanto che, secondo i bene informati, starebbe balenando ai piani alti di Piazza Colonna l'idea di una maggiore centralizzazione di questo processo: un primo step in questa direzione potrebbe essere una cabina di regia, la settimana prossima. L'ipotesi di una riunione tra il premier i ministri maggiormente implicati nel Pnrr e gli enti locali, in cui si faccia il punto a tutti i livelli dello stato concreto di avanzamento di nomine, procedure e messa a terra dei progetti, viene infatti data dai bene informati come altamente probabile, e in quella sede negare l'evidenza non gioverà a nessuno.

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