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    GIOVENTÙ STRAFATTA – UNA RICERCA HA SCOPERTO CHE I PISCHELLI AMERICANI BEVONO DI MENO MA SI DROGANO DI PIÙ RISPETTO ALLE GENERAZIONI PRECEDENTI – NEL 2020, IL 44% DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI HANNO CONFESSATO DI FUMARE MARIJUANA. È ANCHE AUMENTATO IL CONSUMO DI LSD E ALLUCINOGENI VARI, MENTRE IL CONSUMO DI ALCOL È CALATO DAL 62 AL 56% NEL GIRO DI UN ANNO – IL MOTIVO PRINCIPALE DI QUESTO CALO È LA PANDEMIA, CHE…


     
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    Paolo Mastrolilli per "Specchio - la Stampa"

     

    Più droga, meno alcool. E' l'effetto della pandemia di Covid sui vizi degli studenti universitari americani, secondo lo studio "Monitoring the future". La ricerca però non spiega perché le abitudini sono cambiate, e soprattutto se l'aumento nell'uso della marijuana minaccia di favorire un'impennata anche degli stupefacenti più pesanti. 

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    "Monitoring the future" è uno studio sponsorizzato ogni anno dal National Institute on Drug Abuse dei National Institutes of Health, e condotto dalla University of Michigan. Il primo dato che salta agli occhi è l'incremento della popolarità dello spinello, arrivata ormai a livelli storici che non toccava dagli anni Ottanta. Nel 2015 il 38 per cento degli studenti universitari confessava di fumare cannabis, ma nel 2020 il totale è salito al 44 per cento. 

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    Di questo passo, chi non si fa le canne diventerà una minoranza. Il secondo elemento, ancora più netto, è il balzo di LSD e allucinogeni vari, raddoppiati. Il consumo non è enorme, perché nel 2020 li ha provati il 9 per cento degli studenti. L'anno prima però era il 5 per cento, e quindi un'impennata così preoccupa.

     

    Il terzo punto è il calo degli alcolici, finora strumento di sballo preferito nei college. I ragazzi stanno posando il bicchiere, o la bottiglia, perché il consumo è sceso dal 62 per cento al 56 per cento in un anno, e soprattutto è diminuito quello più pesante. 

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    Nel 2019 il 35 per cento degli studenti ammetteva di ubriacarsi almeno una volta al mese, mentre nel 2020 è calato al 28 per cento. Quelli che si lasciavano andare al "binge drinking", almeno 5 bicchieri in una sola serata, sono scesi dal 32% al 24%. "Monitoring the future" non ha analizzato le ragioni di questi cambiamenti, e quindi agli esperti del settore non restano che le congetture. 

     

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    La prima è che la pandemia ha obbligato i ragazzi a frequentare meno gli amici, e quindi il consumo di alcool è diminuito perché in genere si fa in compagnia. Le droghe invece sono più adatte ad essere assunte in solitaria, perciò hanno rimpiazzato birra, vino, vodka, e via dicendo. La soglia della vergogna sociale poi si è abbassata, per la legalizzazione diffusa della marijuana, e il ritorno dell'LSD come terapia per la depressione e altro. 

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    Per capire se queste ipotesi sono corrette bisognerà aspettare almeno il prossimo anno. Ma intanto il timore, in un paese devastato dalle overdose di oppiacei, è che lo spinello diventi la porta verso altro.

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