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    IL CENTRODESTRA RISCHIA DI ESPLODERE SULLE REGIONALI - GIORGIA NON ESCLUDE PIÙ LA ROTTURA CON SALVINI E TAJANI: “SE NON ARRETRANO OGNUNO ANDRÀ PER SÉ MA E’ CHIARO CHE NON CONVIENE A NESSUNO” – SALVINI SPARA AVVERTIMENTI: “SE SALTA SOLINAS IN SARDEGNA SALTANO ANCHE MARSILIO IN ABRUZZO E BARDI IN BASILICATA”. I MELONIANI, CHE VOGLIONO CANDIDATE TRUZZU SULL’ISOLA, REPLICANO: “SALVINI IN SARDEGNA VALE IL 3%”. IL FORZISTA GASPARRI: “IL GIOCO SI E’ FATTO COMPLICATO” – E TAJANI…


     
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    Monica Guerzoni per corriere.it - Estratti

     

    matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

    Sciarpa e berretto giallorosso, Maurizio Gasparri sta entrando allo stadio Olimpico per il derby Lazio-Roma quando ammette che la coalizione di governo non è mai stata così vicina alla rottura sulle Regionali: «Il gioco si è fatto complicato. Quando si arriva alla finalissima devono intervenire i capitani delle squadre, i Rivera, i Mazzola...».

     

    E quindi i Salvini, i Tajani e soprattutto le Meloni. Ma un vertice all’orizzonte ancora non c’è, il che conferma quanto concreto sia il rischio di uno strappo. Come spiegano i fedelissimi della premier, ci si siede al tavolo solo quando c’è l’accordo, altrimenti «si finisce per sancire la spaccatura».

     

    matteo salvini giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

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    Nelle ultime ore i toni si sono alzati ancora, in pubblico come nei contatti riservati. Salvini in tv da Bruno Vespa si dice fiducioso, «si troverà la quadra». Ma intanto spara avvertimenti a tutto campo, dice (a Meloni e Tajani), che se salta Solinas in Sardegna saltano anche Marsilio in Abruzzo e Bardi in Basilicata.

     

    E se fino a ieri mattina a via della Scrofa avevano l’impressione che il capitano leghista stesse «mandando avanti Andrea Crippa», per non esporsi in prima persona, a sera hanno cominciato a prendere sul serio le minacce di Salvini. Braccio di ferro. Muro contro muro. E Giorgia Meloni, com’è noto, non ama fare passi indietro. Ecco allora la controminaccia di FdI: «Se la Lega non cede finirà che ci spaccheremo e ognuno andrà per la sua strada, ma è chiaro che non conviene a nessuno». E non conviene soprattutto al Carroccio, è il non detto.

     

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    «Salvini in Sardegna vale il 3%», malignano i meloniani e ricordano che Solinas nei sondaggi sui governatori più amati è ultimo in classifica. E che il presidente uscente non gode dell’appoggio delle decisive liste locali, riformiste e moderate. Paolo Truzzu, il sindaco di Cagliari che Meloni vuole alla guida della Regione, quanto a consenso non sta messo molto meglio. Eppure lei lo ha blindato e non intende ripensarci, anche a costo di perdere l’isola. Il rischio esiste, perché in Sardegna Schlein e Conte hanno siglato l’intesa sul nome di Alessandra Todde, che appare forte abbastanza da non temere la corsa solitaria dell’ex governatore Soru.

     

    matteo salvini, antonio tajani e giorgia meloni 1 matteo salvini, antonio tajani e giorgia meloni 1

    L’alternativa allo strappo, a sentire i dirigenti di FdI, è che Salvini rinunci a Solinas per far posto a Truzzu, che in Umbria resti Donatella Tesei e che in Basilicata salti l’azzurro Bardi, da sostituire con un leghista. Ma i forzisti non ci stanno e annunciano le barricate. «Bardi non si tocca, è escluso», è il mandato che Antonio Tajani ha dato ai suoi parlamentari. Forza Italia si sente sottorappresentata e il segretario è pronto a mettere sulla bilancia i voti del suo partito, in proporzione al numero attuale di governatori: oltre alla Basilicata il Piemonte, il Molise, la Calabria e la Sicilia.

     

    ANTONIO TAJANI, MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI, MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI

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