Adelaide Pierucci per “Il Messaggero”
SPACCIO AL FERRO DI CAVALLO DI ROMA
Al Ferro di cavallo, l'angolo di via Archeologia, controllato notte e giorno a orario continuato da pusher e vedette, era ormai accreditato, tanto che la cocaina, in caso di necessità, gli veniva ceduta anche a credito. Bastava usare l'accortezza di saldare, puntuali, entro ventiquattr'ore.
E così che Simone V., ventenne residente nel cuore di Roma, una sera dello scorso luglio si impegna a pagare lo spacciatore di turno entro l'indomani. Ricevute in mano tre dosi di ventini - come vengono chiamati in gergo gli involucri di cocaina più leggeri - garantisce di pagare il giorno dopo il prezzo pattuito, 50 euro. Ma stavolta sarà ingannato.
SPACCIO AL FERRO DI CAVALLO DI ROMA
L'indomani quel prezzo non basterà più: gli spacciatori vogliono di più e lo rapinano dell'auto, che solo dopo una denuncia e una indagine lampo dei carabinieri riotterrà. L'altra mattina per la vittima è arrivata anche la soddisfazione, mista anche a un certo timore, della conclusione della vicenda: il giudice ha condannato il pusher-ricattatore, il ventottenne italo senegalese Christian Osarenogae a sei anni di carcere per rapina aggravata e detenzione di stupefacenti a fine di spaccio.
IL RICATTO
SPACCIO AL FERRO DI CAVALLO DI ROMA
È il pomeriggio del 24 luglio, il ventenne, che si divide tra studio e il lavoro in una pizzeria, si ripresenta in via dell'Archeologia per saldare il debito maturato con l'acquisto delle dosi di cocaina. Scopre allora, a sorpresa, che il pusher vuole 100 euro al posto dei 50 pattuiti.
Carabinieri al Ferro di Cavallo a Tor Bella Monaca 5
Lo spacciatore non è solo, lo spalleggiano cinque ragazzini italiani, all'apparenza minorenni e, di fronte all'esitazione della vittima, con un cenno dà il via alla ritorsione: al ragazzo viene portato via prima il libretto dell'auto e subito dopo la vettura stessa.
Carabinieri al Ferro di Cavallo a Tor Bella Monaca 3
«Stai zitto ora, abbiamo anche il tuo indirizzo sul libretto, se parli te la faremo pagare». Una rapina senza armi, consumata solo con le minacce. Il ragazzo derubato, tornato a casa col bus, si ritrova a dover spiegare, innanzi tutto alla madre, intestataria dell'auto, e poi al padre che non soltanto gli è stata rubata la macchina, ma che non ha più neppure le chiavi. Una vicenda che si conclude in poche ore, dopo che Simone si convince a raccontare tutto ai carabinieri.
Carabinieri al Ferro di Cavallo a Tor Bella Monaca 2
Nella caserma di Tor Bella Monaca sanno che al Ferro di cavallo si può finire taglieggiati, conoscono pure le facce di chi spaccia. C'è chi va in galera e chi esce dalla galera, ma il giro dei venditori di droga al dettaglio resta spesso lo stesso.
IL RICONOSCIMENTO
Così quando i militari mettono in fila, davanti alla vittima, sei foto segnaletiche di altrettanti giovani di origine africana, la vittima riconosce Osarenogae, un giovane scarcerato da pochi mesi e in quel momento sottoposto all'obbligo di firma. Un pusher tossicodipendente.
Carabinieri al Ferro di Cavallo a Tor Bella Monaca
Quando i carabinieri si presentano al Ferro di cavallo trovano subito la macchina, è parcheggiata davanti a uno dei palazzi del Comune di via dell'Archeologia. Le chiavi le troveranno dopo.
Bussando qua e là scoprono anche che il giovane nordafricano aveva occupato un appartamento vuoto. Un alloggio, al pianterreno, in cui si alternano senzatetto e sbandati. E lì, su un mobiletto lercio trovano il mazzo con le chiavi dell'auto rubata. Non è stata nemmeno trovata droga. Dei complici non si è saputo il nome.